18 Giugno 2025
Suicidio assistito Toscana, 55enne paralizzata riceve l’ok ma non può autosomministrarsi farmaco letale, chiesta eutanasia, udienza l’8 luglio Fonte: X @lanuovaBQ
La 55enne toscana ha ricevuto il via libera al suicidio medicalmente assistito, ma la sua condizione fisica – una paralisi completa dal collo in giù da sclerosi multipla– le impedisce di autosomministrarsi il farmaco letale. Per questo, si è rivolta alla Corte costituzionale per chiedere l'eutanasia. Il suo medico di fiducia dovrebbe poter intervenire, ma la legge attuale lo vieta. Il caso sarà discusso in udienza l’8 luglio.
La 55enne vive da anni completamente paralizzata a causa di una grave forma di sclerosi multipla diagnosticata nel 2007. Dopo aver ottenuto l’ok dell’Asl all’accesso al suicidio medicalmente assistito, ha chiesto che il farmaco letale possa esserle somministrato dal suo medico di fiducia, non essendo in grado di farlo autonomamente. Il tribunale di Firenze, investito del caso, ha ritenuto la questione meritevole di valutazione costituzionale e l’ha rimessa alla Consulta. L'udienza è fissata per l'8 luglio.
"La donna sta soffrendo a livelli insopportabili a causa della malattia e di ulteriori complicazioni, attende con urgenza l'intervento della Corte costituzionale per poter porre fine alle proprie sofferenze", dichiara l’associazione Luca Coscioni, che ha lanciato un appello pubblico per la donna e sta seguendo il caso tramite il proprio team legale.
Il percorso legale per la donna era iniziato ufficialmente nel marzo 2024 con la richiesta all’Asl di poter accedere alla procedura prevista dalla sentenza 242/2019 della Consulta (nota come "Cappato/Dj Fabo"). Inizialmente, però, la richiesta era stata respinta in quanto la donna aveva rifiutato la nutrizione artificiale con Peg, interpretata come mancanza di un requisito fondamentale. "Pretendono che io mi sottoponga a un trattamento sanitario invasivo contro la mia volontà per poi poterlo interrompere e ricorrere al suicidio assistito – aveva fatto sapere la 55enne in una nota diffusa dall'Associazione Luca Coscioni –. Tutto questo è crudele e umiliante. Io, a oggi, voglio solo essere libera di scegliere come e quando morire".
A riaprire la possibilità per lei era stata una nuova sentenza della Consulta, la 135/2024, che ha ampliato il concetto di trattamento di sostegno vitale. Tuttavia, la questione rimane aperta: essendo completamente immobilizzata, la donna non può compiere il gesto finale, e l’attuale normativa configura come reato di "omicidio del consenziente" l’intervento attivo da parte del medico.
A spiegare i passi seguiti è Filomena Gallo, segretaria nazionale dell'associazione Coscioni: "In subordine, la richiesta era quella di sollevare l'incidente di costituzionalità sul reato di omicidio del consenziente previsto dal codice penale". Il tribunale ha accolto la richiesta. "L'ordinanza del tribunale – commenta Marco Cappato, tesoriere dell'associazione – pone una questione decisiva per il rispetto del diritto all'autodeterminazione nel fine vita. La Corte costituzionale da 8 anni esorta il legislatore a intervenire nel rispetto della libertà di scelta della persona malata".
Intanto il dibattito politico e istituzionale si accende. Il segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, ribadisce la posizione della Chiesa: "Noi speriamo veramente che qualunque soluzione, qualunque decisione venga presa sia a salvaguardia della dignità umana". Parole che trovano una reazione netta da parte del segretario di +Europa Riccardo Magi: "Va ricordata la laicità dello Stato contro una trattativa con la Chiesa che porterebbe a una legge a ribasso".
Sul fronte parlamentare, la presidente della Commissione Giustizia del Senato Giulia Bongiorno conferma che il 17 luglio il testo sul fine vita sarà discusso in aula. Tuttavia, resta alta la tensione sulle risorse pubbliche: Fratelli d’Italia, per voce del presidente della Commissione Affari Sociali Francesco Zaffini, chiarisce che "il denaro pubblico non può essere speso per una prestazione che si traduce nel diritto di morire".
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