11 Giugno 2025
Suicidio assistito, 60enne Daniele Pieroni primo caso in Toscana dopo approvazione legge Fonte: X @cascinanotizie
È Daniele Pieroni, scrittore toscano di 60 anni, il primo cittadino ad aver scelto il suicidio medicalmente assistito in Toscana dopo l’entrata in vigore della legge regionale approvata a febbraio. Ne dà notizia l’associazione Luca Coscioni, che ha seguito il caso passo dopo passo. L’uomo, residente in provincia di Siena, era affetto dal morbo di Parkinson dal 2008 e, a causa di una grave disfagia, era costretto da tempo a vivere con la Peg in funzione per 21 ore al giorno.
Daniele Pieroni ha potuto esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione il 17 maggio scorso. “Il 17 maggio, in provincia di Siena – spiega l’associazione –, Daniele Pieroni, scrittore, ha potuto scegliere con lucidità e serenità di porre fine alla propria vita grazie alla sentenza 242/19 della Consulta e alla legge toscana”.
L’intervento è avvenuto a casa, nel rispetto della procedura prevista dalla normativa regionale ispirata alla proposta di legge "Liberi Subito" dell’associazione Luca Coscioni, la stessa legge attualmente impugnata dal governo davanti alla Corte costituzionale. "È il primo caso di morte volontaria assistita avvenuto nella Regione da quando la legge è entrata in vigore, a conferma della sua piena applicabilità in virtù di giudicato costituzionale, nonostante l'impugnazione da parte del governo", aggiunge la nota dell'associazione.
Sul piano istituzionale, già lo scorso maggio, in occasione dell’annuncio del ricorso alla Consulta, il presidente del Consiglio regionale toscano Antonio Mazzeo aveva ribadito: la legge “resta comunque in vigore fino al pronunciamento della Corte costituzionale”.
Iacopo Melio, consigliere regionale del Pd, ha voluto ricordare pubblicamente Daniele: "Ora che la notizia è pubblica posso dirlo: Daniele Pieroni non ha perso tempo. Appena ottenuta la conferma dall'Asl Toscana Sud-Est ha deciso di andarsene, serenamente, con accanto il padre e qualche amicizia che gli è rimasta accanto fino a che i suoi occhi non si sono chiusi". E ancora: "Ci eravamo accordati per un'intervista che potesse spiegare le ragioni della sua scelta facendo comprendere quanto sia importante la possibilità di autodeterminarsi fino alla fine in situazioni di estrema sofferenza come quella che stava vivendo lui".
Il percorso di Daniele è iniziato formalmente nell’agosto 2023, quando ha contattato tramite un amico il numero Bianco dell’associazione Luca Coscioni. “In giornata, Marco Cappato gli aveva fornito tutte le indicazioni necessarie incluse le informazioni anche sulle disposizioni anticipate di trattamento, sul percorso di sedazione palliativa profonda e sul distacco dei trattamenti in corso. Daniele ha scelto il percorso previsto dalla sentenza Cappato e ha inviato la richiesta formale all'Asl Toscana Sud Est il 31 agosto”.
L'iter si è concluso con l’approvazione formale della richiesta da parte dell’Asl il 22 aprile. Pochi giorni dopo, Daniele ha confermato la sua volontà di procedere. La procedura è stata condotta interamente secondo i protocolli previsti: “A casa sua è stato preparato il farmaco letale, che Daniele si è autosomministrato”. Erano presenti, “su base volontaria, due dottoresse e un medico legale dell'Asl, che hanno agito con grande umanità e professioalità”.
Accanto a Daniele, fino all’ultimo respiro, c’erano la coordinatrice della cellula toscana dell’associazione Luca Coscioni Felicetta Maltese, il suo fiduciario Leonardo Pinzi, le sue badanti, il padre e alcuni amici. “Alle 16:47 Daniele ha attivato il dispositivo a doppia pompa infusiva e alle 16:50 ha smesso di respirare, serenamente”.
“Il personale sanitario è stato esemplare, presente non solo sul piano professionale ma anche umano. È importante che la legge abbia funzionato e che l'Asl abbia rispettato i tempi con serietà e rispetto”, ha commentato Maltese, oggi indagata insieme a Marco Cappato e Chiara Lalli per un altro caso legato all’aiuto al suicidio assistito.
A sottolineare la portata simbolica e giuridica di quanto accaduto, anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani: "È la dimostrazione di quanto sia vano il tentativo di dichiararla incostituzionale, di quanto la Regione abbia momentaneamente colmato un vuoto, che non abbiamo la presunzione di riempire per sempre: è opportuno che una norma nazionale possa dar corso a un adattamento in termini di legge di quanto la Corte Costituzionale ha affermato sul piano dei principi".
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