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Villa Pamphilj, giallo sull'omicidio: dal vero nome di Rexal Ford all'identità della vittima nota come "Stella" e il matrimonio a Malta

Rexal Ford non sarebbe il vero nome dell'uomo: all'anagrafe statunitense risulta registrato sotto altro nome. La donna invece si faceva chiamare "Stella", nome inventato

16 Giugno 2025

Omicidio Villa Pamphili, arrestato in Grecia, a Skiatos, il presunto killer, tradito dal cellulare, americano come la donna e la bambina

Rexal Ford, fonte: Facebook: @Chi l'ha visto?

L’arresto di Rexal Ford in Grecia, invece di fare luce sul duplice omicidio di Villa Pamphili, sembra aver alimentato ulteriori zone d’ombra. La morte di una donna e della sua bambina, i cui corpi sono stati rinvenuti nel parco romano, si tinge di mistero tra contraddizioni, bugie e identità mancanti. In primis, Rexal Ford non sarebbe il vero nome dell'uomo: all'anagrafe statunitense infatti Ford risulta registrato sotto altro nome. Il passaporto però, nel quale compare il nome fittizio, risulta però autentico.

Villa Pamphilj, giallo sull'omicidio: dal vero nome di Rexal Ford all'identità della vittima nota come "Stella" e il matrimonio a Malta

Uno degli aspetti più controversi riguarda l’atteggiamento di Ford nei giorni immediatamente successivi alla scoperta dei corpi. L’8 giugno, appena un giorno dopo il macabro ritrovamento, l'uomo passeggiava per le vie di Roma alla ricerca di location per un presunto film in fase di pre-produzione, che secondo gli inquirenti non sarebbe mai esistito.

Due giorni dopo, il 10 giugno, Ford si presenta con estrema disinvoltura al Pantheon per un appuntamento galante. Aveva conosciuto online una donna, incuriosita dal suo presentarsi come produttore cinematografico. In un messaggio le scriveva: "Sono seduto qui tesoro, prenditi il tuo tempo", rispondendo a un suo ritardo.

L’incontro è durato circa due ore, ma la donna, intervistata oggi da Il Messaggero, non si è detta affatto convinta dalla figura che aveva di fronte: "Non sembrava un uomo del cinema. Indossava gli stessi vestiti che poi ho riconosciuto nel video dell’arresto. Parlava di sé come di un grande produttore, ma cercandolo su internet non risultava nulla di concreto". Durante la conversazione, Ford ostentava una ricchezza che non coincideva con il contesto: dichiarava di avere tre milioni di euro in banca, ma sorseggiava vino da tre euro. Le propose addirittura di seguirlo in Grecia, dove sarebbe partito l’indomani per un soggiorno di almeno tre mesi.

Ulteriori dubbi emergono dal racconto di un testimone chiave: OskarEl Mariachi”, un musicista messicano che afferma di aver vissuto per mesi a Malta con Ford e la donna trovata morta a Roma. "Li ho conosciuti sull’isola. Vivevano insieme, lui diceva che era sua moglie. Avevano diverse proprietà e affittavano case su Airbnb. Io stesso sono stato loro ospite per un periodo", racconta.

Secondo Oskar, la coppia conduceva una vita tranquilla e agiata. "Erano felici, non avevano problemi economici. Diceva di avere anche una casa a Roma, o almeno un appoggio. Rexal mi invitò anche al loro matrimonio". La donna, conosciuta come “Stella”, era – sempre secondo il musicista – incinta al momento dell’ultimo contatto. Un dettaglio inquietante che si aggiunge all’assenza totale di documenti o atti ufficiali: le autorità maltesi non hanno trovato alcuna conferma delle nozze che Ford sosteneva di aver celebrato sull’isola.

Oskar continua a sostenere l’innocenza dell’amico: "Non posso credere che Rexal abbia fatto una cosa del genere. È un uomo di pace, un viaggiatore. Deve essergli successo qualcosa. Forse si erano infilati in ambienti pericolosi. Non credo che sia stato lui, potrebbe esserci dietro il lavoro della donna".

L’identità della presunta moglie è al momento uno degli aspetti più nebulosi del caso. In occasione di due controlli di polizia, avvenuti il 20 e il 30 maggio, la donna aveva sempre fornito le stesse generalità: "Mi chiamo Stella Ford, sono americana, sua moglie". Tuttavia, le verifiche incrociate nelle banche dati statunitensi non hanno restituito alcun risultato. Anche la nazionalità dichiarata si è rivelata priva di fondamento. Gli investigatori ora sospettano che la vittima possa essere di origine russa o ucraina.

A complicare ulteriormente il quadro è ancora una volta la testimonianza del musicista messicano: "Lei era un genio dell’informatica, una specie di hacker. Un Robin Hood della rete. Nemmeno Rexal sapeva con esattezza cosa facesse. Mi pare fosse russa, o forse islandese… in ogni caso del Nord Europa".

Secondo quanto riferito, la donna non aveva mai con sé documenti d’identità. In entrambi i controlli si era limitata a fornire le sue generalità oralmente. Nessuno le aveva mai verificate. Un elemento che rafforza l’ipotesi di una condizione di totale sottomissione, che la rendeva di fatto invisibile. Anche i genitori di Ford, cittadini statunitensi benestanti e senza precedenti, hanno confermato agli investigatori di non averla mai incontrata di persona: la conoscevano solo attraverso alcune foto che il figlio aveva loro inviato via chat. Per loro, come per tanti altri, era semplicemente “Stella”, la moglie di Rexal.

Chi è Rexal Ford?

Il passato professionale di Rexal Ford racconta di un uomo un tempo inserito nell’ambiente del cinema, ma ormai in caduta libera. Sceneggiatore californiano, aveva firmato videoclip musicali e collaborato al remake del film Tre metri sopra il cielo, in produzioni che avevano coinvolto anche attori come Billy Zane. Di recente, sosteneva di essere al lavoro su un progetto con Dhani Harrison, figlio del celebre George Harrison dei Beatles.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Ford era arrivato in Italia con l’obiettivo di rilanciare la propria carriera. Aveva scritto una sceneggiatura ambientata a Firenze e si era rivolto a una casa di produzione romana per ottenere finanziamenti. Il progetto – come riportato anche dal Tg1 – avrebbe avuto un budget stimato di tre milioni di euro, e Ford affermava di avere alle spalle un produttore britannico pronto a sostenerlo. Il 7 maggio aveva incontrato i responsabili della società nei Parioli, presentandosi con un copione di sua mano.

Ma le risposte attese non arrivavano. E l’8 giugno, il giorno successivo al ritrovamento dei cadaveri, Ford tornava a contattare la società per sollecitare un riscontro. Un comportamento freddo, distaccato, che secondo gli inquirenti potrebbe essere la chiave per comprendere il possibile movente: la donna e la bambina, nella mente del 46enne, sarebbero state un ostacolo ai suoi progetti professionali. A rendere tutto più ambiguo, anche la presenza negli Stati Uniti di un omonimo che fa davvero il regista: un’identità che Ford avrebbe sfruttato per rafforzare la propria credibilità negli ambienti del cinema romano.

Un ulteriore fronte investigativo riguarda gli spostamenti della coppia. Prima di stabilirsi in Italia, Ford e la donna erano passati per Malta e per la Russia. Sono in corso contatti con le autorità di diversi Paesi, compresi gli Stati Uniti, per accertare le reali identità di entrambi. Le procedure per l’estradizione dell’uomo, attualmente detenuto in Grecia, richiederanno almeno venti giorni. Tuttavia, se Ford si opporrà chiedendo di essere estradato direttamente negli USA, i tempi potrebbero allungarsi fino a due mesi.

Intanto, il 46enne dovrà comparire entro la settimana davanti al giudice ellenico. Dopo il fermo, è stato trasferito nel carcere di Volos, città affacciata sul golfo di Pagaseo. Proprio due giorni prima del ritrovamento dei corpi, Ford era stato fermato a Roma dalla polizia: con sé aveva la bambina, che indossava una tutina rosa – un dettaglio non irrilevante, poiché un indumento identico è stato successivamente rinvenuto in un cassonetto.

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