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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Milano, quando la Polizia Locale invece di “contribuire alla sicurezza e alla convivenza civile” utilizza il proprio potere per aggredire e vessare i poveri cittadini

Il caso di due malcapitati, aggrediti, multati e con patente decurtata di 11 e 5 punti senza aver commesso alcuna infrazione, da un vigile ritenuto dal suo collega “disturbato”

11 Maggio 2025

Multa auto parcheggiata fioraio Piazzale Brescia polizia locale

Multa auto parcheggiata fioraio Piazzale Brescia polizia locale

Milano, una città sempre più sotto pressione per il “tema sicurezza”, tra “maranza” e violenze di vario tipo, aggressioni e spacci, accoltellamenti e stupri, anche in pieno centro, tra Duomo e San Babila, oltre che alla Stazione Centrale o alle Colonne di San Lorenzo / Corso di Porta Ticinese, dove il confine tra sicurezza effettiva (magari esistente) e sicurezza percepita (molto bassa) si confonde in un’area di labile e grigia pericolosità.

E in tutto questo ci si aspetta ragionevolmente che le forze di polizia siano allocate a prevenire e combattere la delinquenza, anche con presidi fissi, nell’interesse del cittadino, che paga per tali servizi, e magari per il buon gusto di cancellare l’onta di quanto accaduto durante il lockdown, dove venivano elevate multe anche di € 500 se si faceva jogging all’aperto sulla spiaggia, con l’intervento anche degli elicotteri, o si andava a fare la spesa oltre i 200 metri da casa propria.

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Macchè! Esistono ancora situazioni assurde di "multe selvagge", dove i Vigili Urbani / Polizia locale invece di adempiere alla loro missione contribuendo alla sicurezza e alla convivenza civile nel territorio… con l'obiettivo di essere un referente per la cittadinanza nella vita quotidiana” - come in molti fanno - si approfittano del loro ruolo aggredendo e vessando ignari e incolpevoli cittadini.

E’ quello che è accaduto sabato 9 Maggio 2024 (l'altro ieri) a Milano, piazzale Brescia, ore 17,30 circa.

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Ecco la storia, che fa ricordare il povero Ugo Fantozzi:

"Al semaforo all’angolo con piazzale Brescia, provenendo da via Lorenzo di Credi, mi fermo per parcheggiare accanto al semaforo stesso di fronte ad un fioraio per riportare a far vedere un piccolo albero di limone con problemi di infiorescenza che avevo in macchina.

Semaforo rosso, fermo all’incrocio, mi accosto a destra senza entrare nella piazza, per parcheggiare lì subito all’angolo con le strisce pedonali dietro una macchina antistante.

Circa 50 metri più avanti, all’ingresso di un passo carrabile, un agente della polizia locale, peraltro senza visibilità in quanto posizionato all'interno della fila delle auto in sosta, mi vede mentre parcheggio e scendo dall’auto con la pianta di limone".

“Lei è passato col rosso!”;

“No, non sono passato col rosso né ho attraversato l’incrocio, mi sono fermato prima e parcheggiato per riportare questo limone al fioraio qui accanto”

“Documenti!”

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Morale, parte la vessazione, con tono aggressivo e minaccioso:

Adesso le levo la patente!”;

“Ma perché?”;

“Perché è passato col rosso”;

“Ma quale rosso non ho superato la linea di ingresso nella piazza antistante e men che mai nella strada dove passavano le auto, mi sono semplicemente fermato prima per riportare il limone dal fioraio in quanto non ha la infiorescenza”.

“E la cintura”?

“Slacciata per scendere dall’auto, altrimenti come faccio? Vede il limone che ha problemi? Lo sto riportando dal fioraio davanti all’auto qui all’angolo”.

Niente da fare: toni violenti e aggressivi e continui riferimenti al ritiro della patente.

“Lei sa che col nuovo codice della strada se ha meno di 20 punti posso ritirarle la patente

“Ma perché me la deve ritirare? Che ho fatto? Ho parcheggiato per scendere col limone senza commettere infrazioni”.

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L’ostinazione dell’agente nel volermi ritirare la patente era incomprensibile, indegna, folle. Così come assurda la reazione isterica nello scoprire che i punti non erano inferiori a 20 punti e non avrebbe potuto ritirarla, manifestando grande disappunto: “Lei è fortunato che non posso ritirargliela…”;

Il suo collega, che non aveva assistito al mio parcheggio né tantomeno all'inesistente infrazione e quindi non poteva dire niente, rimaneva muto di fronte alla “follia” del collega.

Follia che peraltro era accaduta anche pochi minuti prima multando un altro automobilista nella sua micro auto elettrica fermo davanti a loro senza cintura (fermo, appunto), che attendeva che si spostassero perché doveva entrare nel passo carraio esattamente dietro di loro.

E anche lui era stato aggredito dello stesso vigile che stava aggredendo me.

L'altro malcapitato all'agente de quo: “Lei si dovrebbe vergognare per la multa che mi ha fatto e per il fatto che mi ha aggredito”;

E il collega zitto, tentando poi di spiegare all’altro malcapitato che l’agente in questione “era disturbato”.

“Lei non si deve permettere di aggredire e minacciare, sarò stato senza cinture fermo davanti a casa mia aspettando che vi spostaste per poter entrare in quanto occupavate il passo carrabile di casa mia con le moto”.

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Prendo i suoi riferimenti, era imbufalito: “Questo non è possibile, sono anche pagati da noi per compiere questi abusi di potere, aggredendo”; “Esatto, pagati da noi invece di fare il loro dovere combattendo la delinquenza si permettono di abusare contro i malcapitati innocenti, per me è peculato”.

Nel frattempo l’agente insiste: Ringrazi che non le ritiro la patente. L’auto è intestata ad una società, ha il permesso di guidarla?"

“Certo”

“E dove sta il permesso?”

“Ma è la società di mio padre…”

Mi eleva quindi la contravvenzione per il passaggio col rosso: € 116,90 di multa se pagata entro 5 giorni, € 167 se entro i 60 giorni e 6 punti di patente. Senza aver commesso infrazioni.

“E lei è fortunato che non le ritiro la patente: ha una riga e mezzo per le sue repliche

“Una riga e mezzo? Come faccio a starci in una riga e mezzo? Io posso dichiarare quanto devo, ma scherza? Neanche le repliche?”

Il vigile inizia a scrivere sbuffando quello che cercavo di dire, proseguendo con le scritte intorno al foglio del verbale.

Adesso firmi il verbale!”

"Non ci penso proprio!"

"Lei deve firmare!"

“No io ho diritto di non firmare

“Bene, allora le faccio anche la multa per le cinture di sicurezza

“Ma è una vendetta perché non firmo? Le cinture le avevo, ho parcheggiato

“Non mi interessa, faccio anche questa multa e la smetta altrimenti la denuncio anche per oltraggio

“E poi le elevo anche la contravvenzione che non ha l’autorizzazione a guidare la macchina”

“Ma quale autorizzazione, è la società di mio padre. Ma non si vergogna? Lei si approfitta ed è pagato con i soldi dei cittadini, peraltro per fare un mestiere diverso”

E il collega zitto davanti a me. Io torno in macchina col limone che avevo lasciato dal fioraio per farlo vedere e nel mentre osservo che il collega cercava evidentemente di farlo ragionare. Ma inutilmente.

Parcheggio dell'auto davanti al fioraio vista dalla piazza

Parcheggio dell'auto davanti al fioraio vista dal lato della polizia locale

Torno lì:

“Ecco la multa: ha sempre una riga per le repliche”

Repliche che riesco a fare a malapena in quanto non voleva recepirle.

“Ma non si vergogna? E' questo il mestiere che dovreste fare?”

“Ringrazi che non le ritiro la patente e non proseguo con altre multe”

Mi eleva quindi anche la contravvenzione per non aver avuto allacciate le cinture (nel parcheggio!), “vendicandosi” per non aver voluto fermare il primo verbale: € 58,10 di multa se pagata entro 5 giorni, € 83 entro i 60 giorni e 5 punti di patente. Per non avere avuto le cinture nel parcheggio.

In totale, 11 punti di patente e oltre 250 Euro per aver parcheggiato per portare una pianta di limone dal fioraio all’angolo dietro al semaforo senza passare col rosso ed essendomi slacciato le cinture per scendere dall’auto.

Dopo € 58,10 di multa se pagata entro 5 giorni, € 83 entro i 60 giorni e 5 punti di patente anche al malcapitato prima di me per aver aspettato fermo nella piccola auto elettrica senza cintura che i vigili si spostassero dal passo carraio per poter entrare in casa propria.

Chiediamo una replica al comandante della Polizia Locale di Milano Gianluca Mirabelli e al Sindaco Beppe Sala, auspicando in un riscontro coerente e fattivo, che preveda l’annullamento dei verbali e la sanzione all’agente “disturbato”.

Riservandoci di ricorrere nelle sedi opportune.

La pianta di limone accanto alle multe

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