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La Uonpia - IRCCS di Milano dispone medicalizzazione di un minore senza informare il padre e i Servizi Sociali, l'avvocato invia diffida: "Interrompere somministrazione ATARAX ", e il Policlinico si arrocca: "Terapia appropriata e sicura, lesa nostra immagine"

"Illecita somministrazione dell’ATARAX al minorenne: la pratica della Medicina farmacologica Repressiva dovrebbe essere un rimedio estremo per i giovani dopo aver cercato di comprendere le cause dei loro disagi e sperimentato soluzioni alternative senza cercare di reprimere i sintomi con farmaci sedanti, preludio agli psicofarmaci"; tutto questo dopo l'incubo del vaccino Covid ed il perenne terrore di effetti avversi ai propri figli

21 Marzo 2025

La Uonpia - IRCCS di Milano dispone medicalizzazione di un minore senza informare il padre e i Servizi Sociali, l'avvocato invia diffida: "Interrompere somministrazione ATARAX ", e il Policlinico si a

La Uonpia del Policlinico di Milano - IRCCS - dispone la medicalizzazione di un minore di 16 anni senza informare il padre e i Servizi Sociali, l'avvocato invia la diffida: "Interrompere somministrazione ATARAX ", e l'IRCCS si arrocca: "Terapia appropriata e sicura, lesa nostra immagine". E minaccia una vertenza.

La premessa: una storia di più o meno ordinaria separazione tra 2 persone, con gli strascichi nel periodo del lockdown e del famigerato Green Pass, con 2 minori in mezzo ai fuochi, lei di 15 anni (a breve 16) e lui di 12 (a breve 13), poi la lite per la vaccinazione per il Covid, il padre contrario, la madre invasata di una "Scienzah" che aveva "testato" il famigerato siero per 2 mesi (invece dei 20 anni canonici per un vaccino "appropriato e sicuro"), come tanti soggetti coinvolti in questa storia demenziale.

La madre aveva sottoposto i figli minori alle prime 2 dosi senza il consenso del padre, e, noncurante dei gravi effetti avversi per la minore (nessuna informazione invece su di lui), nonostante la diffida dell'ex, per la terza dose si era rivolta al giudice, come un vero e proprio caterpillar.

Il Tribunale di Milano, sezione V famiglia, presidente giudice Beatrice Secchi, insieme a Piera Gasparini e Rosa Muscio, con il supporto dei Servizi Sociali di Milano, in assenza di consulti medici specialistici, anamnesi e comprensione del quadro clinico, toglie l'affido dei minori al padre in quanto contrario alla vaccinazione per il Covid, ovvero "incapace no - vax" (sebbene non lo fosse mai stato per i vaccini veri) e dispone la terza dose

L'inopinata decisione del giudice aveva devastato la vita dei ragazzini, senza più punti di riferimento.
"Chi ha ragione? La madre che crede alla 'Scienzah' o il padre che è un ex consulente aziendale con grande spirito critico e capacità analitica? E se il padre ha torto, a questo punto che padre è che non "cura" i figli? E se ha torto su questo, avrà torto su tante altre cose! Quindi non fidiamoci del padre, solo della madre. E magari facciamo come ci pare approfittando della situazione!".

Questo è quello che viene causato da questi scellerati interventi a gamba tesa. Il ragazzino si sottopone alla terza dose accompagnato dalla madre a Marzo 2022, a Green Pass terminato, per la ragazza la decisione del giudice arriva a maggio 2022, a Covid archiviato. Il padre è costretto a "minacciarla" per non farle fare la terza dose (e, a detta di molti, per salvarle la vita), e lei alla fine, fortunatamente, lo ascolta.

Dopo l'inopinato intervento del giudice, la situazione del ragazzino, ormai tredicenne, senza alcun punto di riferimento, peggiora ancora di più a scuola, passa la terza media per miracolo, con voti scarsi e dopo un bel 6 in condotta.

La madre e i Servizi Sociali fanno di tutto per non far vedere più il minore al padre, parlando male di lui e delegittimandolo di continuodissuadendo il ragazzino dal fare gli sport che avevano deciso insieme e arrivando anche ad impedirgli di partire con il papà in vacanza insieme alla sorella!

La vergogna delle vergogne. L'utilizzo di un minore come mezzo di vendetta verso il padre che era andato via di casa. 

La ragazzina va all'estero smarrita, con il rischio di perdere l'anno (il 4° del classico), dove viene aiutata dal padre, poi torna e si trasferisce a casa del padre, dove ritrova equilibrio, famiglia, supporto, direzione. E adesso è iscritta all'Università, con impegno e ottimi risultati.

Il padre agisce in 2° grado alla Corte d'appello di Milano, sezione V, giudice Paola Tanara, chiedendo l'affido esclusivo "riparatorio" di suo figlio e dopo oltre 1 anno, perizie e contro perizie, visti i problemi causati dalla sentenza di 1° grado, ma non potendola stravolgere con una virata di 180°, viene tolto l'affido del minore, ormai sedicenne, anche alla madre, assegnandolo ai servizi sociali, ma, purtroppo, con collocazione sempre presso la casa della stessa.

Il minore è sballottato, non ha più punti di riferimento, ha iniziato da tempo a bere, a fumare, non solo sigarette -anche la cannabis - e non si sa se altro, passa le giornate alla playstation e a guardare le serie di Netflix, bighellonando in giro, zero sport e zero interessi.

La minore, ormai diciannovenne, che vive a casa del padre, insieme al fratello del padre (suo zio) di anni venti, è un treno: 3 esami all'università con la media del 28, compone musica al pianoforte, fa viaggi in giro per il mondo sempre con il padre e lo zio, frequenta gli amici in modo sano, è serena e concentrata sul crescere al meglio, in una casa ordinata e pulita, dove vive una vera e propria famiglia.

Ma torniamo al ragazzino: in quella situazione, va a dormire tardi, non si addormenta e si sveglia tardi. A metà marzo 2025 ha già superato il 25% di assenze (arrivato a 25 assenze e 47 ritardi), con il rischio di bocciatura automatica. Oltre a voti raramente positivi.

E a quel punto che succede...? I limiti della decenza sono sempre superabili...! La madre porta il minore dallo psichiatra della Uonpia, presso la IRCSS del Policlinico di Milano. Una dottoressa che aveva già avuto modo di conoscere anche il padre circa 8 anni prima, un'esperienza non piacevole nella quale egli venne aggredito dalla psichiatra dopo pochi minuti dopo aver sentito le istanze della signora, ovviamente contro l'ex, senza neanche ascoltare il "convenuto".

La psichiatra, senza neanche sentire, condividere o quanto meno informare preventivamente il padre della possibile opzione, in totale autonomia decisionale insieme alla madre del minore, non più detentrice della potestà genitoriale, e senza neanche aver sentito i Servizi Sociali, assegnatari del minore stesso, ha deciso di medicalizzare il ragazzino.

La terapia medica come "cura" di problemi familiari e sociali, il peggio al peggio. Il preludio per ulteriori medicine, antidepressivi e droghe. Preludio agli psicofarmaci, in una situazione di un ragazzino provato e debole.

Il padre, informato ex post dell'avvio della terapia con una mail letta a tarda sera di un giovedi di 3 settimane fa, va in tilt. Il figlio medicalizzato. Il danno sul danno. Con una medicina pesante e con numerosi effetti collaterali e con durata di 96 ore. E poi chi lo sveglia la mattina che già non si sveglia? E poi deve fare 3 km a piedi per andare a scuola.

Chiama gli assistenti sociali, ma alle 20 di giovedi non rispondono. Il venerdì sono in ferie, poi il week end.
Un'urgenza, 4 giorni di "buco". Ma non sono affidatari di un minore? Chiama la dottoressa Cristiana Benetti Alessandrini, Direttore Area Territorialità e Sistema Integrato di Accesso ai Servizi Sociali del Comune Milano, ma al cellulare non risponde, e la mattina dopo l'assistente comunica che la dottoressa non può concedere udienza in quanto "ad un corso".

Il padre inizia quindi a mandare mail, che si perdono nel vuoto, in un silenzio assordante dentro un muro di gomma.

Partono due nuovi ricorsi, questa volta al giudice tutelare, il primo da parte dei Servizi Sociali e il secondo da parte dal padre.

Nel frattempo, dalla data di somministrazione del medicinale, il minore fa 3 giorni di assenza a scuola la prima settimana e altri 3 giorni di assenza e 1 ritardo la settimana successiva. Questa settimana 2 assenze e 3 ritardi.
Mai cosi tante di fila. Arrivando ad un totale di 25 assenze e 47 ritardi.

Le mail del padre si perdono nel vuoto. L'avvocato invia la diffida.

La diffida dell'avocato contro l'inopinata medicalizzazione del figlio 

Oggetto: DIFFIDA DAL PROSEGUIMENTO DELLA SOMMINISTRAZIONE DELL'ATRAX - TERAPIA NON AUTORIZZATA R: R: R: Certificato aggiornato insonnia xxx

Buon giorno dott.ssa xxx,

            In nome e per conto del dott. xxx La diffido unitamente alla sig.ra xxx prima di tutti ed anche ai delegati dei Servizi Sociali di Milano dal proseguire la somministrazione al minorenne *** del medicinale ATARAX  il quale ha i seguenti effetti collaterali dei quali nessuno è stato edotto : “AGGRESSIONE, DEPRESSIONE, tic, alterazione del tono muscolare o nervoso, alterazione della sensibilità, Sonnolenza, Affaticamento, Mal di testa,Sedazione, Nausea,Astenia,Malessere, febbre,Capogiro, INSONNIA,TREMORE, AGITAZIONE, CONFUSIONE,DISTURBO DELL'ATTENZIONE, Vertigini, TACHICARDIA,CONVULSIONI, NERVOSISMO, disorientamento, ALLUCINAZIONI, Difficoltà a coordinare i movimenti, Ipotensione,Shock anafilattico,Broncospasmo, Edema angioneurotico,Sincope,Necrolisi epidermica tossica, PROBLEMI DEL RITMO DEL CUOREEPATITE, Peso aumentato.”

            Poiché né i Servizi Sociali né il padre del ragazzo minorenne hanno mai espresso alcun consenso informato per l’esecuzione di tale terapia , nell’eventualità *** dovesse avere gli effetti collaterali sopra descritti verrà denunciata  per Lesioni personali colpose (art. 590 c.p.), se il paziente ha subito danni evitabili; Violenza privata (art. 610 c.p.), se il medico ha agito senza consenso consapevole.

            Risulta piuttosto  azzardato somministrare un farmaco che possa avere come effetti collaterali DISTURBO DELL'ATTENZIONE- AGGRESSIONE, DEPRESSIONE- INSONNIA, NERVOSISMO ad un ragazzo come xxx al quale è stata diagnosticata la sindrome dell’ADHD la quale potrebbe essere aggravata da tale farmaco.

            Ove poi gli ultimi 4 giorni di assenza alla frequentazione delle lezioni scolastiche siano riconducibili alla assunzione dell’Atarax da parte di xxx si potrebbe configurare un ulteriore danno alla persona di xxx.

            La pratica della Medicina farmacologica Repressiva - preludio agli psicofarmaci - dovrebbe essere un rimedio estremo per i giovani dopo aver cercato di comprendere le cause dei loro disagi e sperimentato soluzioni alternative senza cercare di reprimere i sintomi con farmaci sedanti.   

            Sicuro che possa comprendere l’illecita’ della somministrazione dell’ATARAX al minorenne *** senza aver acquisito il consenso scritto dei Servizi Sociale affidatari e del padre dott. xxxx La invito nuovamente a sospendere la somministrazione di tale farmaco al fine di evitare di dover procedere, mio malgrado, nel mandato ricevuto di agire giudizialmente nei Suoi confronti.

            Cordiali saluti 

Avv. Giuseppe Filippo Geraci

E il tutto cade nel vuoto. Informiamo la responsabile della Uonpia, e arriva la pronta replica del loro legale, che si arrocca sulla difensiva: "La terapia risulta appropriata, sicura ed in ogni caso verrà costantemente monitorata dagli operatori di riferimento" e poi minaccia "composizione bonaria della vertenza".

Ma chi decide se la terapia è giusta? Gli stessi medici che hanno applicato lo strumento nazista del Green Pass e obbligo vaccinale? Gli stessi medici che hanno curato Purgatori? Dimenticandosi di Camilla Cenepa, morta a 18 anni dopo la prima dose di vaccino Covid AstraZeneca?

Tutto questo a seguito della demenziale instaurazione del neo regime para nazista del "se non ti vaccini ti ammali e muori, lui, lei muore" di Mario Draghi.

Chi decide cosa sia giusto o sbagliato? Chi decide quale sia e dove finisca il ruolo di un padre? Ma dove si è spinta questa società? E poi ci meravigliamo del disagio che sfocia a volte in aggressioni al personale medico e paramedico, ovviamente da condannare? Certo, le aggressioni non devono accadere, ma tant'è che si è generata questa situazione diffusa, originata dalle follie attuate tra il 2020 e il 2023, tra lockdown e obblighi del vaccino Covid, situazione della quale paghiamo ancora le conseguenze psicologiche, fisiche, sociali ed economiche.

La replica surreale della dottoressa Costantino del Policlinico a favore della medicalizzazione del minore: "Terapia appropriata e sicura" 

 

Da: antonella costantino@policlinico.mi.it

Gentile Signor xxxx, 

comprendo quanto lei esprime e mi rincresce molto per la sua più che comprensibile preoccupazione. La rassicuro sul fatto che per fortuna, nonostante  quanto descritto nel foglietto illustrativo relativamente ai possibili effetti collaterali dell’Atarax, si tratta di una terapia appropriata e sicura e che verrà monitorata con attenzione dagli operatori di riferimento.

L’appuntamento proposto dalla dssa xxx (appuntamento proposto a giochi fatti dopo la medicalizzazione del minore ndr) aveva anche il fine di poterne parlare direttamente con Lei con tranquillità e in presenza, in modo da illustrarle in dettaglio le motivazioni e confrontarsi in merito.

Per quanto a me risulta, il consenso alla terapia con Atarax è stato espresso sia dai servizi sociali sia dalla madre del ragazzo, in linea con quanto indicato per le responsabilità genitoriali per le scelte sanitarie nel Decreto della Corte di Appello di Milano del novembre 2024 che riguarda xxx.

Suggerisco inoltre che, se il suo legale ha dubbi in merito, si raccordi direttamente con l’Avvocatura di Fondazione Policlinico, alla mail avvocatura@policlinico.mi.it .

Con viva cordialità

Antonella Costantino

Direttore,

SC Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza - UONPIA

Fondazione IRCCS “Ca’ Granda” Ospedale Maggiore Policlinico

Via Pace 9, 20121 Milano

La replica surreale dell'avvocato dell'IRCCS a favore della medicalizzazione del minore: "Terapia appropriata e sicura, lesa nostra immagine" 

E arriva la replica dell'avvocato del Policlinico IRCCS di Milano.

Da: Marino Dagradi - Inviato: martedì 18 marzo 2025 18:03 A: papik geraci - Oggetto: DIFFIDA DAL PROSEGUIMENTO DELLA SOMMINISTRAZIONE DELL'ATRAX - TERAPIA NON AUTORIZZATA

Egregio Avvocato,

scrivo in nome e per conto della Fondazione IRCCS per riscontrare la Sua dell'11.03.2025, di pari oggetto, rivolta, tra l'altro, ai dirigenti medici di questo Ospedale.

In merito, l’Ente ferma la massima disponibilità al dialogo ed al confronto con le parti, non può che contestare integralmente i contenuti ed i toni di detta comunicazione, in quanto destituiti di fondamento e non in linea con le risultanze disponibili.

La NeuroPsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (UONPIA) di questa Fondazione IRCCS è una eccellenza di livello nazionale.

Tutto il personale che vi opera ha una grande professionalità riconosciuta, in primo luogo, dalla stessa Autorità Giudiziaria per la quale viene svolta, in continuità, attività clinica di consulenza.

I nostri dipendenti sono stimati professionisti che operano sempre con la massima serietà ed attenzione.

Nel caso di specie, come chiarito, la terapia risulta appropriata, sicura ed in ogni caso verrà costantemente monitorata dagli operatori di riferimento.

Il personale sanitario interessato, comprendendo le preoccupazioni e le riserve del Suo Assistito, si è già detto pronto e a disposizione ad un incontro in presenza in modo da illustrare in dettaglio le motivazioni delle scelte terapeutiche e confrontarsi in merito.

Ciò anche ai fini della composizione bonaria della vertenza.

Dobbiamo, tuttavia, osservare che i nostri professionisti riferiscono di ricevere e subire comunicazioni non consone al contesto di cura e comunque, profondamente lesive.

Quanto premesso, è doveroso, preavvisare che Fondazione IRCCS, non potrà che agire a tutela e a salvaguardia dell’immagine, della reputazione e dell’onorabilità dell’Ente e di tutti i professionisti interessati, ove questi siano lesi e in ogni caso ove reiterate condotte conducano a conseguenze lesive sul benessere psicofisico dei propri dipendenti.

Distinti saluti

Avv. Marino Osvaldo Dagradi

Avvocatura

Fondazione IRCCS Ca' Granda

Ospedale Maggiore Policlinico

Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di natura pubblica

Via Francesco Sforza, 28 - 20122 Milano P.IVA/C.F. 04724150968

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