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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Vaccino Covid, famiglie annientate, minori allo sbaraglio, decisioni irresponsabili della burocrazia repressiva: al potere va benissimo, pur che lo si tema

La democrazia autoritaria in funzione della finanza totale usa la sua polizia del pensiero per distruggere e spaventare la cittadinanza plebe

19 Marzo 2025

Brain police

Quando sostengo che nella involuzione da democrazia garantista a democrazia negativa i dissidenti rischiano di finire deportati, di ritrovarsi a tso, non sto facendo una boutade ad uso dei lettori suggestionabili, esprimo una convinzione radicata e supportata dai fatti.

I precedenti non mancano, le circostanze che indicano analogie ed inquietanti analogie neppure e ai distratti, a quelli ancora convinti che manifestare dissenso si può, che la nostra democrazia formale bene o male tiene, che consente le opinioni eretiche basta far leggere la cronaca, uscita su questa testata, di una vicenda per la quale l'unico aggettivo che si può spendere è: allucinante. Letteralmente, senza ulteriori considerazioni.

Una storia orrenda ma fin troppo consueta in tempi di psicosi pandemica: il rapporto coniugale che si sfalda tra chi è fanaticamente in favore del vaccino Covid e chi invece li teme, non vuole infliggerli ai figli, da cui scaturisce una frattura insanabile che culmina nel distacco, nella separazione dove sprofonda la prole minorenne. Regolarmente i giudici propendono per la parte fanatica, per il genitore acritico e sanitariamente ortodosso, meglio ancora se trasformato in propagandista violento anche e soprattutto contro l'ex condannato a perdere tutto: la tutela dei figli, la dignità umana e civile, la salute.

A distanza di anni le smentite e le conferme della divina scienza, smentite sulla portata salvifica dei vaccini, conferme quanto a loro pericolosità specie sui più giovani, non cambiano le cose, non suggeriscono resipiscenza ma ostinazione, i giudici come le altre istituzioni coinvolte tendono a proteggere le loro code di paglia; al limite può scapparci una correzione parziale che lascia tutto come sta ma peggiorando ulteriormente le cose, aggravando la sciagura: potestà tolta anche alla parte provax, nel caso specifico la madre, cui però nella latitanza o scaricabarile dei servizi sociali resta la tutela di fatto dei figli, almeno di quelli tuttora minorenni.

I figli a loro volta escono distrutti sia dalle conseguenze dei vaccini, i famigerati effetti avversi che nessuno provvisto di decenza osa ancora negare, sia dalle conseguenze psicologiche della violenza burocratica: in questi ragazzini ancora adolescenti sballottati tra affidamenti interlocutori e terapie farmacologiche devastanti, che intontiscono e degradano a vegetale una gioventù in fioritura, cosa di diverso da un tso reale e continuato

Tra i vari, il caso del professionista al quale la Sezione quinta - famiglia - del Tribunale di Milano ha tolto l'affido dei figli minori per la sua opposizione alla vaccinazione per il Covid, dove si ricorda la storia di Camilla Canepa, morta a 18 anni dopo la prima dose di vaccino Covid AstraZeneca, per poi toglierlo anche alla madre "si vax" in sede di appello, assegnandolo ai Servizi Sociali. Per arrivare poi alla terapia con medicinali fatta prescrivere dalla madre al minore dalla Uonpia, l'IRCCS Policlinico di Milano, senza preventivo confronto e assenso del padre e dei Servizi Sociali, nemmeno informati.

Forse la sola circostanza per cui a subirlo sono non le parti in causa ma loro, i figli in ruolo di vittime sacrificali, del tutto estranee alle dinamiche familiari e se si vuole politiche. Essendo la questione vaccinale questione eminentemente politica assai più che sanitaria. Un approccio criminalmente sbagliato all'epoca, oggi come tale ribadito nel segno della irresponsabilità burocratica del potere. E lo è, irresponsabilità, lo deve essere se si considera che di storie come questa se ne contano a migliaia, con la conseguenza di un totale rigetto, di un completo rifiuto a riesaminarsi da tutte le componenti decisionali del potere: giudiziaria, amministrativa, scientifica, sociale, mediatica. Ancora ieri venivo bersagliato da telefonate scandalizzate di amici, di lettori che mi raccontavano un notiziario revisionista e negazionista di Radio 24 secondo il quale i vaccini avevano salvato l'umanità senza colpo ferire. Ancora con questa fandonia gigantesca? Si, ancora, tentavo di spiegare, perché quanto più una menzogna di regime viene sbugiardata, tanto più il regime la ribadisce, la difende a sua propria tutela.

Voglio dire che dal cerchio perverso delle false verità non si esce, che la consapevolezza raggiunta di per sé non risolve niente, che resta profondo l'abisso tra la cittadinanza più smaliziata di prima e il potere più corrotto di prima nella malafede; le commissioni poi lasciano il tempo che trovano, sono veli, foglie di fico per la ricomposizione annunciata degli interessi e delle attitudini repressive globalmente condivise. Ci sono varie forme di tortura e di trattamento sanitario obbligatorio, ma tutte sul medesimo presupposto: la verità ufficiale non si discute, la Narrazione non è sindacabile e lo schema si ripete identico, il falso vero dei vaccini innocui e ricostituenti si specchia nell'ossimoro del riarmo pacifista che serve a convertire l'industria tedesca da automobilistica a militare e a mantenere la fame predatoria della UE che si fonda sulla bugia perenne, sulla corruzione perenne e sulla repressione continua. E se qualcuno non si adegua e pure in modo entusiastico, sovietico, se non sciama alle adunate degli umoristi zdanoviani, se addirittura li contesta o ci ironizza sopra, sappia che sarà lui ad essere schedato, monitorato e stroncato alla prima occasione.

Storie come queste, di famiglie frantumate, di adolescenti all'olocausto vanno bene al potere autoritario perché ne confermano l'attitudine repressiva e preoccupante, lo lasciano temere come un'entità misteriosa, capricciosa, i cui abusi possono imperversare, possono raggiungere chiunque con conseguenze imprevedibili ma sicuramente allarmanti; quanto a dire che la transizione da democrazia positiva a repressione positiva, da regime garantista ad autoritario è compiuta e irreversibile, che i diritti di cui disponiamo, sempre di meno e sempre più fragili, dopo 80 anni di battaglie civili, di conquiste civili appaiono arbitrari, ottriati per dire concessi dai nuovi tiranni assoluti che sono i banchieri e i satrapi filantropi della finanza totale per i quali lavora la politica in ruolo degradato di sbirraglia, la brain police di zappiana memoria, oggi potere subalterno con la sola facoltà di applicare, dietro corruttela sistematica, la violenza legale, legittimata sulla cittadinanza plebe. 

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