17 Gennaio 2025
Camilla Canepa (fonte Facebook @camillacanepa)
Nuovi risvolti in merito alla vicenda di Camilla Canepa, la 18enne morta dopo una trombosi cerebrale in seguito al vaccino Covid di AstraZeneca. L'udienza preliminare è stata rinviata al 25 febbraio perché i legali della difesa hanno sollevato delle questioni preliminari: "I medici dovevano essere indagati prima", è la tesi degli avvocati. Sono 5 i medici indagati in merito al caso della studentessa di Sestri Levante.
Il 25 febbraio è attesa la decisione sul rinvio a giudizio dei cinque medici indagati per la morte di Camilla Canepa, morta dopo la prima dose di vaccino Covid AstraZeneca. Una vicenda che dura ormai da quasi 4 anni. Era il 25 maggio quando la giovane si era recata all'open day AstraZeneca per farsi somministrare il siero. Il 5 giugno venne ricoverata ed il 10 giugno morì all'ospedale San Martino di Genova in seguito ad una trombosi cerebrale scatenata dal vaccino Covid, la cosiddetta Vitt. Camilla si era sentita male una settimana dopo la dose.
Adesso, bisognerà attendere ancora un po' prima di capire se i medici coinvolti nel caso verranno rinviati a giudizio. Gli avvocati difensori dei cinque medici indagati hanno sollevato un'eccezione dovuta alla tardività nell'iscrizione nel registro degli indagati. "Gli indagati sono stati sentiti come testimoni – ha spiegato al termine dell’udienza l’avvocato Stefano Savi – e le domande che gli sono state fatte riguardavano già una polarizzazione delle indagini. Il fatto che siano stati iscritti successivamente, comporterebbe degli effetti processuali a cascata per tutto quello che è stato fatto dopo".
Per l'accusa, i medici avrebbero agito con negligenza e imprudenza, omettendo esami essenziali per diagnosticare la patologia che ha portato al decesso della paziente. I medici non avrebbero condotto esami specifici come il dosaggio del D-Dimero e gli anticorpi anti-eparina/PF4, nonostante la ragazza soffrisse di un forte mal di testa e nonostante una vaccinazione avvenuta a distanza di poco tempo.
Oltre all'omicidio colposo, viene contestato anche il reato di falso in atto pubblico per la mancata indicazione del vaccino Covid nella cartella clinica della paziente.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia