13 Gennaio 2025
Mamma Maria, Alex Pompa, e il fratello maggiore Loris. Fonte: X (ex Twitter) @SocialeDestra
La Corte d’assise d’appello di Torino ha assolto Alex Cotoia dall’accusa di aver ucciso il padre con 34 coltellate durante una lite che l’uomo di 50 anni stava avendo con la madre.
Il ventiduenne era stato già assolto nel 2021, così come era stato richiesto dalla difesa. I giudici infatti avevano accolto l’istanza degli avvocati del giovane confermando che Cotoia avrebbe agito per legittima difesa, difendendo il fratello e la madre dalle violenze del padre. Abitavano a Collegno, in provincia di Torino.
Successivamente era stato condannato dalla Corte di Assise di appello di Torino che ribaltò la sentenza di primo grado condannando il giovane a sei anni e sei mesi di carcere per omicidio volontario. Le azioni di Cotoia infatti, secondo i giudici, avrebbero portato alla morte del padre, colpito con decine di coltellate, andando ben oltre il concetto di legittima difesa.
Lo scorso luglio tuttavia la Corte di Cassazione aveva annullato la condanna di Cotoia e aveva disposto un nuovo processo d’appello, durante il quale è stata confermata la sentenza di primo grado, stabilendo che il ragazzo avrebbe ucciso il padre per legittima difesa. I giudici infatti hanno rivalutato la vicenda prendendo in esame il disagio psichico del giovane e il contesto familiare in cui sono avvenuti i fatti.
Il caso quindi è virtualmente finito nel caso in cui la procura decida di non fare ricorso alla Corte di Cassazione.
“Alex ora deve essere lasciato in pace, non ha praticamente ancora vissuto. Siamo contenti che sia finito un calvario giudiziario”, ha affermato l’avvocato Claudio Strata, difensore di Alex Cotoia. “Siamo davvero contenti. Quando in aula è stata letta la sentenza è esplosa la gioia di Alex e dei suoi familiari”, ha continuato.
“Sono ancora frastornato. Quando i giudici hanno letto la sentenza mi sono voltato verso i miei avvocati perché non sempre capisco cosa viene detto in queste aule. Ora devo metabolizzare, io metabolizzo sempre dopo. Festeggerò con Zoe, la mia cagnolina", ha affermato Alex Cotoia a margine del processo che l’ha assolto.
"Non avevo aspettative, mia mamma e mio fratello erano super agitati. Adesso saranno felicissimi, immagino. Spero solo di tornare alla normale quotidianità, niente di speciale. Il proseguimento degli studi e trovare il mio posto nel mondo, che sia in Italia o all'estero", ha aggiunto il giovane che all’epoca dei fatti aveva 18 anni.
Nel giudizio dei giudici di Cassazione che avevano già annullato la condanna a 6 anni e due mesi di Cotoia si era puntato il dito contro il contesto ambientale di "estrema drammaticità" e "oggettivamente angoscioso" che il giovane si trovava a vivere a causa delle violenze del padre.
Un ruolo cruciale è stato ricoperto proprio dalle testimonianze della madre dell’imputato, Maria, e da quella del fratello Loris, unici testimoni oculari dei fatti all’interno dell’abitazione, che, avevano scritto i giudici, "avrebbero dovuto essere valutati alla luce delle condotte vessatorie di Pompa nei confronti dei familiari".
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