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Alex Pompa, i giudici: "Uccise il padre con 34 colpi e sei coltelli, troppi per legittima difesa, fu condotta aggressiva"

Trentaquattro coltellate sferrate con sei coltelli diversi. Per i giudici della Corte d'Assise di Torino per il caso di Alex Pompa non si può parlare di legittima difesa

12 Marzo 2024

Alex Pompa condannato a 6 anni e 2 mesi, uccise il padre a coltellate per difendere la madre, lei: "Potevo essere l'ennesima vittima"

Mamma Maria, Alex Pompa, e il fratello maggiore Loris. Fonte: X (ex Twitter) @SocialeDestra

Trentaquattro coltellate sferrate con sei coltelli diversi. Per i giudici della Corte d'Assise di Torino per il caso di Alex Pompa non si può parlare di legittima difesa. Come si legge nelle motivazioni della condanna in Appello del ragazzo a sei anni due mesi e due giorni per avere ucciso il padre Giuseppe Pompa, i colpi furono indirizzati soprattutto alla "regione dorsale" e "ci fu una reiterazione" e ciò, sottolineano i giudici, depone "univocamente nel senso di una condotta francamente aggressiva". L'omicidio avvenne nel 2020 alla fine dell'ennesima lite tra il padre e la madre di Alex. Ora il ragazzo, originario di Collegno (Torino), porta il cognome della madre, Cotoia. 

Alex Pompa, i giudici: "Uccise il padre con 34 colpi e sei coltelli, troppi per legittima difesa, fu condotta aggressiva"

Per la Corte d'Assise di Torino quella di Alex Pompa (oggi Cotoia, come la madre) non fu legittima difesa. I 34 colpi con sei coltelli diversi utilizzati per uccidere il padre nel 2020 portano il caso giudiziario su un altra strada. Quella di Alex fu condotta aggressiva. Pompa si appellò alla protezione della mamma durante la lite, sostenendo che si era trattato di legittima difesa. Tuttavia, sostiene la Corte d'Assise d'Appello, "presupposti essenziali della legittima difesa sono un'aggressione ingiusta e una reazione legittima e mentre la prima deve concretarsi nel pericolo attuale di un'offesa, la seconda deve inerire alla necessità di difendersi, alla inevitabilità del pericolo e alla proporzione tra difesa e offesa". Tutti elementi che le trentaquattro coltellate e i sei coltelli diversi usati per "un'azione aggressiva" escludono.

I giudici: "Poteva difendersi con un'azione meno grave di quella arrecata"

Per i giudici la dinamica degli eventi di quella sera mostra che Alex, la madre Maria Cotoia e il fratello Loris avrebbero potuto sottrarsi al pericolo o "difendersi con un'azione meno grave di quella arrecata". Pompa, si legge nelle motivazioni della sentenza, diventa la vittima "di un'azione unilateralmente aggressiva del figlio". Perdono valore probatorio per la Corte i ricordi della mamma e di Loris, testimoni oculari del delitto: vengono messe in luce le "rilevantissime contraddizioni" tra quanto dichiarato la notte dell'omicidio. I togati parlano di "giustificazioni illogiche" e "mistificatorie", oltre che di "strategiche e selettive amnesie inequivocabilmente finalizzate a mitigare la responsabilità" di Alex.

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