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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Cortei in tutta Italia per lo sciopero della Cgil contro la manovra

Manifestazioni da Roma a Firenze, stop di scuola, trasporti, sanità

12 Dicembre 2025

Roma, 12 dic. (askanews) - Manifestazioni e presidi in tutta Italia. Un altro venerdì di sciopero generale indetto dalla Cgil che ha riguardato scuole, trasporti, sanità, con cortei e disagi. La protesta è stata indetta contro la manovra finanziaria. Il segretario generale Maurizio Landini, intervenuto a Firenze, ha rivendicato "le piazze piene", sostenendo che "il governo non rappresenta la maggioranza del Paese" e che "la grande partecipazione dimostra che si chiede un cambio di rotta".

Alla manifestazione di Roma, striscioni con scritto "Tre cose devono scendere: le bollette, il costo della vita e gli over 60 dalle impalcature" e in riferimento alle parole del ministro dei Trasporti per un altro sciopero di venerdì, il cartello: "Salvini, 897 morti sul lavoro: questo non è un weekend lungo, ma una responsabilità".

Natale Di Cola, segretario Cgil di Roma e Lazio: "Il governo continua a raccontare bugie ma la realtà è diversa: le persone non riescono ad arrivare a fine mese. Questa manovra non aumenta i salari, non permette di andare in pensione e non rafforza i servizi pubblici. È una manovra che umilia gli enti locali e colpisce la Capitale. Siamo in piazza insieme ai lavoratori e alle lavoratrici per chiedere al governo di fermarsi e cambiare l'economia di guerra, perché non solo non si risolvono i problemi del Paese, ma si alimentano le guerre".

In piazza rappresentanti di diverse categorie che contestano le misure previste nella manovra. Valentino Bergamaschi, ricercatore precario nel settore agroalimentare: "Lavoriamo stabilmente per portare avanti la ricerca in un settore che il nostro governo considera prioritario, ma purtroppo il futuro, che è strettamente legato all'attività di ricerca, non viene ricompensato come dovrebbe".

Maena Divona, della rete dei caregiver: "Quello che ci offrono è una miseria, non lo accettiamo. Vogliamo essere riconosciuti come lavoratori perché forniamo assistenza continua a persone con disabilità, persone allettate. Non riceviamo alcun sostegno, non abbiamo nulla".

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