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Alex Pompa condannato a 6 anni e 2 mesi, uccise il padre a coltellate per difendere la madre, lei: "Potevo essere l'ennesima vittima"

Dopo una prima assoluzione in Primo Grado per legittima difesa, il 21enne Alex Pompa è stato condannato con una nuova sentenza per aver compiuto l'omicidio afferrato contro il papà Giuseppe. Il PM aveva chiesto per lui 14 anni, ma ha ricevuto qualche attenuante

13 Dicembre 2023

Alex Pompa condannato a 6 anni e 2 mesi, uccise il padre a coltellate per difendere la madre, lei: "Potevo essere l'ennesima vittima"

Mamma Maria, Alex Pompa, e il fratello maggiore Loris. Fonte: X (ex Twitter) @SocialeDestra

Alex Pompa è stato condannato a 6 anni, 2 mesi e venti giorni di reclusione per aver ucciso a coltellate il padre Giuseppe, nel 2020 a Collegno (TO), per difendere la madre durante l'ennesima lite in famiglia.

Alex Pompa, la sentenza lo condanna a 6 anni, 2 mesi e 20 giorni per aver ucciso suo padre Giuseppe

La sentenza è stata pronunciata dalla Corte di Assise di Appello di Torino, dopo la richiesta del PM Alessandro Aghemo. In Primo Grado, il giovane era stato assolto per legittima difesa. I giudici hanno trasferito gli atti in Procura, affinché si valutino le testimonianze del fratello e della mamma dell'imputato. Il processo è ripreso dopo una pronuncia della Corte Costituzionale, che ha permesso di applicare alcune attenuanti, rispetto alle aggravanti. La richiesta iniziale del PM era stata infatti, di 14 anni.

Le testimonianze del fratello Loris e di mamma Maria

"Alex deve essere assolto perché ci ha salvato la vita. Se vogliamo che qualcosa cambi, se vogliamo evitare che le donne continuino a morire e che non ci siano più casi come quello di Giulia (Cecchettin, ndr), la sentenza non può essere questa. Non siamo assolutamente d'accordo e andremo avanti", ha detto il fratello Loris.

La mamma Maria ha poi aggiunto: "Alex non è un assassino. A questo punto mi chiedo se a qualcuno sarebbe importato davvero qualcosa se fossi stata l'ennesima donna uccisa".

L'avvocato difensore, Claudio Strata, ha giudicato la sentenza "incomprensibile" e "difficile da accettare". Con queste parole si riferisce in particolare alla trasmissione degli atti in procura perché si valutino anche le testimonianze della mamma e del fratello dell'imputato. "I due erano già stati ascoltati separatamente la notte stessa del fatto. Per i giudici di Primo Grado erano stati considerati affidabili. I giudici d'Appello sono stati di diverso avviso. E questo è difficile da accettare".

La triste storia di Alex Pompa

Il 30 aprile 2020, Alex Pompa ammazzò suo padre Giuseppe Pompa, durante l'ulteriore aggressione alla madre. "Ho ucciso mio padre", aveva riferito in una chiamata ai Carabinieri. L'uomo è stato colpito 34 volte, usando sei diversi coltelli

Il ragazzo all'epoca 18enne, ha a lungo vissuto con un padre violento, pronto ad andare su tutte le furie anche senza motivo, tanto da portare la madre a raccontare in aula: "A mio marito ha sempre dato fastidio il mio sorriso. Non sopportava che sorridessi a qualcuno, perché secondo lui celava chissà che cosa. Per lui era tutto sbagliato. A volte gli chiedevo: "Posso respirare?". Maria, la donna che lavorava in un supermercato veniva addirittura spiata da Giuseppe, 52 anni, e quando rientrava in casa, lui l'aggrediva verbalmente.

Il clima di violenza che si respirava in casa è registrato e documentato dal fratello maggiore Loris in dei file che sono stati poi fatti ascoltare ai giudici: "Lui era ossessivo, lo registravamo perché se mai fosse successo qualcosa si sarebbe saputo quello che accadeva".

La sera del delitto non era tanto diversa dalle altre, ricorda il fratello maggiore di Alex, Loris: "Giocava con il coltello, lo batteva sul tavolo". Dopo essersi chiuso in camera e aver telefonato il fratello non senza rabbia, riappare in soggiorno: "Era indemoniato. Diceva 'Vi ammazzo, venite sotto, vi faccio a pezzettini', racconterà Alex. Loris scrive un messaggio allo zio: "Cosa aspetti a intervenire? Ascolta solo te. Qui rischiamo tutti la vita". Nel mentre della serata, testimonierà il protagonista, "ho visto mio padre andare verso la cucina. E allora l'ho anticipato, ho preso un coltello. Poi non ricordo più nulla". Il 21enne ha sferrato il primo colpo alla schiena con un'arma dalla punta arrotondata, poi userà altri cinque coltelli per colpire il padre e ucciderlo. In quei momenti la madre è in bagno a struccarsi, mentre il fratello, pur essendo presente non interviene, e per lo choc dirà di non ricordare nulla.

"Non ho mai avuto un rapporto padre e figlio, non ho mai fatto attività piacevoli con lui. Mi è sempre mancato un punto di riferimento, non ho mai avuto un esempio positivo nella mia crescita. Ho passato la vita a mediare, fin da quando ero piccolo. Da anni subivamo gli atteggiamenti vessatori di mio padre. Era un uomo possessivo, geloso e violento, ci odiava". Parlando della sera dell'omicidio dice: "Mio padre aveva gli occhi fuori dalle orbite, continuava a ripetere 'Vi ammazzo'. Quando l'ho visto andare verso la cucina, ho capito che lo avrebbe fatto, che ci avrebbe ammazzato. Il mio istinto di sopravvivenza ha pensato solo di anticiparlo".

Non è d'accordo con tutto questo il PM Aghemo, che aveva chiesto in Appello la condanna di 14 anni, evidenziando le discrasie e le contraddizioni nei racconti dei protagonisti: "È un caso che smuove le coscienze, ma ci vuole il coraggio di condannare. Alex ha agito d'anticipo, ha afferrato i coltelli e aggredito il padre disarmato".

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