05 Dicembre 2024
La procura di Genova ha aperto un’inchiesta sulla morte di Amir Dhouiou, il detenuto di 21 anni di origini tunisine, che si è ucciso nel carcere di Marassi. E' l’85esimo caso in Italia dall’inizio dell’anno. Gli inquirenti hanno acquisito le immagini di videosorveglianza per capire cosa sia successo con esattezza e la pm di turno Gabriella Dotto ha disposto l’autopsia, anche se in base alle prime informazioni le telecamere non coprirebbero quella zona. Il giovane si è infatti impiccato nel bagno della cella. Dhouiou era accusato di furto e resistenza ed era stato messo al centro clinico, la sezione speciale nella quale sono ospitati reclusi con particolari problemi di salute, e monitorati tutto il giorno.
Il ragazzo aveva già tentato di uccidersi. Aveva appena preso la terapia dall’infermiera ringraziandola. Poi invece evidentemente è andato in bagno e ha scelto di compiere il gesto estremo in una zona non coperta dalla videosorveglianza. La procura ha disposto l’autopsia. Gli inquirenti vogliono anche capire se la sorveglianza a cui doveva essere sottoposta sia stata svolta correttamente e se ci fosse modo per impedire il gesto anticonservativo.
“A nulla sono valsi i soccorsi di operatori e sanitari – spiega Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria –. Con 85 detenuti che si sono tolti la vita nel 2024, cui bisogna aggiungere 7 appartenenti alla polizia penitenziaria, quando mancano ancora 27 giorni alla fine dell’anno, è stato già superato il numero monstre del 2022, anno più tragico di sempre, in cui i suicidi furono 84. A Marassi, peraltro, è il quarto, l’ultimo solo il 15 novembre scorso”. E ancora, aggiunge il segretario dell'Uilpa: “La situazione complessiva nelle prigioni è da tempo fuori controllo e, ciò che è peggio, si aggrava giorno per giorno. Sono ormai sedicimila i detenuti oltre la capienza massima, mentre mancano oltre diciottomila unità alla polizia penitenziaria. Anche a Marassi, su 535 posti, sono ammassati 696 reclusi che vengono gestiti da appena 330 agenti, quando ne sarebbero necessari almeno 551. Ribadiamo che necessitano interventi immediati per deflazionare la densità detentiva, adeguare concretamente gli organici della polizia penitenziaria, assicurare l’assistenza sanitaria e riorganizzare, riformandolo, l’intero apparato”.
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