08 Gennaio 2024
Facebook, @Davide Pioggia
Le Forze dell'Ordine hanno individuato il terzo complice di Alex Baiocco, il giovane di 24 anni responsabile dell'incidente avvenuto il 5 gennaio scorso in viale Toscana. Il nuovo coinvolto è un minore di 17 anni, noto con lo pseudonimo "Ema", attualmente ricoverato nel reparto di Psichiatria del Niguarda, in cui si trova dalla sera della "bravata", portato in condizioni critiche e precarie. È stato il giovane stesso a confessare la sua complicità ai genitori, che hanno prontamente informato i carabinieri. Al momento, non sono stati presi provvedimenti nei suoi confronti.
Il cerchio si stringe così attorno ai tre amici: Baiocco è stato arrestato immediatamente dopo l'incidente, mentre Michele Di Rosa, 18 anni, si è consegnato volontariamente sabato sera a Monza ed è stato successivamente sottoposto a fermo. Il primo è attualmente in custodia per l'accusa di blocco stradale, ma non per strage o attentato alla sicurezza dei trasporti.
La vicenda è stata definita "assurda" dal gip Domenico Santoro, che ha convalidato l'arresto di Baiocco e l'applicazione della misura cautelare. Nel suo provvedimento, il giudice ha sottolineato la "modalità e circostanze dei fatti particolarmente allarmanti", denunciando l'atteggiamento insensibile dei tre giovani nei confronti dei valori della convivenza sociale.
Durante l'interrogatorio, Baiocco ha provato a difendersi, spiegando che "era un gioco senza regole, non c'era un'altezza prestabilita alla quale intendevamo mettere il cavo, in generale non c'è stata una programmazione della cosa, ma solo 'prendi il cavo e tiralo' (...), non mi rendevo conto dell'effettivo pericolo. Non doveva essere una trappola, era il nostro gioco che non doveva coinvolgere altri. "In cella - ha aggiunto - ho riflettuto e capito che qualcuno poteva morire".
Come riporta il provvedimento del giudice, Baiocco ha affermato più volte che non era loro intenzione fare "danni" e di non essersi subito reso conto "dell'effettivo pericolo". Tuttavia, le autorità ritengono che la loro condotta imprudente abbia messo in pericolo la sicurezza pubblica e abbiano mostrato "insensibilità rispetto ai valori del vivere in comunità".
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