17 Novembre 2023
Giulia Cecchettin e Filippo Turetta, fonte: Facebook @Luca Zaia
È ancora un mistero dove siano finiti i due ex fidanzati scomparsi in Veneto sabato scorso. Filippo Turetta è intanto stato iscritto nel registro degli indagati. Un procedimento necessario per effettuare gli accertamenti che riguardano l'analisi del Dna dei campioni ritrovati, che non riguardano più solo le nove chiazze di sangue ma anche dei capelli sull'asfalto, sempre a Fossò. In quel parcheggio il giovane avrebbe compiuto l'aggressione ai danni di Giulia, come documentato da un video finito nelle mani degli inquirenti. Nel giallo spuntano due buchi temporali, di cui uno di un'ora che non torna. Si tratta di 60 minuti nei quali la Fiat Grande Punto nera del giovane fa perdere le tracce la notte tra sabato 11 e domenica 12 novembre. L'ultimo avvistamento sarebbe stato invece a San Candido: è possibile che la vettura possa aver superato i confini per dirigersi verso l'Austria.
Filippo Turetta è stato indagato per tentato omicidio. Nessuna traccia dei due ex fidanzati scomparsi, ma nelle ultime ore, complice il ritrovamento di alcuni dettagli, tutti i punti sembrano unirsi. L'iscrizione nel registro degli indagati di Turetta è un “primo esito” delle indagini, come scrive in un comunicato la procura guidata da Bruno Cherchi ed è stato fatto "anche a sua garanzia al fine di consentire le necessarie attività".
Tra le attività di cui parla la procura c'entra il ritrovamento di capelli nella zona delle tracce di sangue a Fossò, non distante da Vigonovo, dove abita la ragazza. Elementi su cui si sta lavorando per accertarne la compatibilità con i due ragazzi. La casa di Turetta a Torreglia, in provincia di Padova, verrà intanto perquisita per cercare di trovare ulteriori tracce. Il padre del 22enne sembra convinto quando sostiene che il figlio "non ha mai torto un capello a Giulia. Non è uno stalker". Possibile che venga perquisita anche la casa della ragazza.
Un ulteriore mistero è rappresentato dal buco di un'ora nell'itinerario della Punto nera di lui. Il primo è nella zona di Cidel Miranese, quando l'auto avrebbe percorso la strada che va da una telecamera in zona industriale a Fossò (ore 23:30) a un varco "Targasystem" a Scorzé. La vettura ha impiegato più dei venti minuti necessari. E poi le due ore tra la diga del Vajont e Pecol, tempo di percorrenza massima 80 minuti. Cosa è successo in quei 120 minuti, 40 di troppo?
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