07 Novembre 2023
Fonte: Facebook Ciro Grillo
In giornata odierna la ragazza italo-norvegese vittima del presunto stupro perpetrato da Ciro Grillo ed i suoi amici nell’estate del 2019, dovrà raccontare sotto giuramento ciò che accadde quella notte. Per il figlio del comico e per i suoi amici, tra oggi e domani, si gioca la partita decisiva del processo che li vede imputati.
Di origini italo-norvegesi, la ragazza è la studentessa ventenne che ha denunciato nel 2019 Ciro Grillo ed i suoi amici dando il via all’inchiesta giudiziaria per stupro di gruppo che ancora oggi li vede coinvolti. In giornata odierna la ragazza, che accusa di violenza sessuale il figlio del fondatore del M5S e altri tre ragazzi, dovrà ripercorrere quanto sostiene sia accaduto nella villetta a schiera di Porto Cervo di proprietà della famiglia Grillo nella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019.
Sarà un'audizione a porte chiuse ma non protetta, come invece aveva riportato ai giornalisti la sua avvocata, Giulia Bongiorno, motivando questa scelta con la necessità di tutelare la propria assistita, ancora estremamente turbata dai fatti che sarebbero avvenuti quella notte. Quest’istanza formale, però, non è mai stata ufficialmente presentata.
“Non riuscivo a muovermi, (...) non riuscivo a tirarmi su con le braccia o a fare altro, ero terrorizzata, non sapevo cosa stesse succedendo, cioè, non te l'aspetti una cosa del genere (...) io lì non avevo voce, mi è venuto in mente di urlare, non è che non mi è venuto in mente, ma non riuscivo”. Queste le prime parole pronunciate sotto giuramento dalla giovane, durante l’udienza che si sta svolgendo in queste ore nel tribunale sardo di Tempio Pausania.
Il 22 e il 23 settembre scorsi aveva testimoniato invece l’amica della studentessa italo-norvegese, anche lei presunta vittima di violenza. La seconda ragazza, infatti, sarebbe stata ripresa con un cellulare mentre dormiva su un divano con intorno Ciro Grillo ed i suoi amici, in atteggiamenti offensivi e dal chiaro riferimento sessuale. Lei, però, non sarebbe stata violata sessualmente, pur affermando di aver riportato comunque pesanti traumi dovuti alla violenza psicologica che avrebbe subito.
"Per loro non ero una persona in quel momento, ero un oggetto. Non era rilevante che avessi un nome, ero semplicemente il loro divertimento e questo atto dimostra che loro sentissero di avere il potere". Così aveva deposto sotto giuramento a fine Settembre. “Chi commette questi atti sente di avere il potere sulla vittima – aveva aggiunto la ragazza- Il potere che è dato dal loro essere maschi, ragazzi di vent'anni, magari anche con i soldi. È qualcosa a cui penso spesso. Cioè, penso che vorrei uscire con un ragazzo. Mi interessa qualcuno, ma ho sempre quel pensiero in testa: come fai a sapere che non è uno che farebbe una cosa così?".
La giovane aveva anche parlato dello sconvolgimento della sua vita nel momento in cui la notizia della presunta violenza aveva cominciato a circolare: "All'inizio, nonostante avessi saputo delle fotografie che mi avevano scattato, nella mia testa ho fatto finta che non esistessero. Poi, andando avanti la vicenda giudiziaria mi sono dovuta fare forza e ho dovuto ammettere che era tutto vero. Sono stati momenti difficili".
Oggi, invece, tocca alla 23enne parlare di fronte ai giudici. Sarà la prima di quattro udienze fissate esclusivamente per la sua deposizione in aula, accanto ai suoi avvocati, Giulia Bongiorno e Dario Romano.
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