24 Gennaio 2023
Fonte: Pixabay
“Con riferimento alle affermazioni riportate dai giornali, probabilmente dettate dalla condizione emotiva dei familiari, che le madri non siano seguite adeguatamente”, la Direzione dell’Asl Roma 2 nega che vi siano “carenze di personale in servizio”.
Il riferimento è al caso del neonato morto l’8 gennaio scorso all’ospedale Pertini di Roma. Il bimbo è stato trovato senza vita nel letto della madre che si era addormentata dopo averlo allattato.
Le indagini proseguono per capire se la causa del decesso sia per soffocamento o se ci siano altre patologie che non erano emerse prima. Nel frattempo, la procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo mentre l’Asl Roma 2, il distretto sanitario di cui fa parte il Pertini, ha avviato un’indagine interna, anche se in una nota respinge che le madri non siano adeguatamente seguite.
In attesa dei risultati delle indagini, vengono però alla mente altri casi di malasanità che hanno avuto come scenario sempre proprio la struttura ospedaliera in via dei Monti Tiburtini.
Nella lista delle morti “sospette” al Pertini c’è anche Maria Denisse Margherita, una ragazza di 14 anni deceduta per un aneurisma cerebrale che i medici avevano classificato come stress. In passato, anche uno scambio di embrioni in un trattamento di procreazione assistita.
Ciò che è stato detto sull’ospedale Pertini di Roma in merito al neonato morto, pare soffocato dal corpo della madre che si era addormentata esausta, non è una “corretta rappresentazione della realtà” poiché non vi sono “carenze di personale in servizio”.
Alle pazienti ricoverate nel reparti di ginecologia e ostetricia, quindi, sarebbe assicurata un’adeguata assistenza, provata da “un alto livello di soddisfazione da parte dell’utenza così come testimoniato dall’incremento dei volumi di attività".
Nonostante ciò, l’Asl 2 di Roma fa sapere che “come da prassi, ha attivato immediatamente un Audit clinico per verificare la correttezza e l’aderenza alle best practice e l’appropriatezza delle procedure, ed ha consegnato alla magistratura tutta la documentazione in possesso al fine di consentire uno svolgimento delle indagini che conduca, il più rapidamente possibile, a ricostruire la dinamica degli avvenimenti e ad accertare eventuali responsabilità”.
È il 6 novembre 2017 il giorno in cui muore Maria Denisse Margherita, la studentessa di 14 anni del liceo Orazio di Roma che viene trasportata al Pertini dopo aver accusato un forte malore alla testa. Al pronto soccorso le diagnosticano stress, dovuto forse al ciclo mestruale appena finito. Dopo due ore dall’accesso in ospedale le fanno una tac che certifica un’emorragia cerebrale, ma è solo dopo altre due ore che la ragazza viene trasferita al Bambino Gesù, dove morirà due giorni dopo il suo arrivo e dopo un lungo intervento chirurgico.
Un altro caso dalle pesanti conseguenze morali è stato lo scambio di embrioni avvenuto al Pertini nell’ambito delle procedure di inseminazione artificiale. Nel dicembre 2013, alla donna di una coppia che si era rivolta all’ospedale per sottoporsi al trattamento erano stati impiantati gli embrioni di un’altra donna. Dopo il quarto mese di gravidanza avviene la scoperta dell’errore grazie a un esame genetico che rileva l’incompatibilità genetica tra la coppia di genitori e i feti in grembo.
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