05 Agosto 2021
Fonte: lapresse.it
Ipotesi uno, molto improbabile: non succede niente e gli hacker che hanno attaccato il sistema sanitario della Regione Lazio spariscono nel nulla. Ipotesi due, meno utopistica: i pirati prendono altro tempo e cercano di allacciare una trattativa con le autorità (che per ora si sono negate per non creare un precedente) e rilanciano un nuovo conto alla rovescia. Ipotesi tre, la più inquietante: tutti i dati sottratti ai sistemi della Regione Lazio vengono bruciati e pubblicati sul dark web.
Qualcosa, in ogni caso, succederà, visto che nella giornata di mercoledì qualcuno ha cliccato sul link che i criminali informatici hanno fornito alla Regione Lazio dopo l’attacco al centro di elaborazione dati. Non si sa ancora chi, perlomeno nessuno lo ammette, ma quel che è certo è che in corso un conto alla rovescia che finirà sabato pomeriggio. Un tempo che, nell’intenzione degli attaccanti, dovrebbe servire agli inquirenti per prendere contatti con gli hacker e avviare una trattativa. Ma la posizione di chi indaga, spiega l'Agi, al momento è inamovibile: non si tratta, anche perché cedere una volta vuol dire prestare il fianco a nuovi attacchi.
Mentre le autorità italiane lavorano con quelle internazionali, Fbi compreso, per cercare di capire qualcosa su chi ha sferrato l'attacco, proseguono le fughe di notizie. Sul web sono circolate le immagini del messaggio degli hacker con l’invito a inserire su Tor (un motore di ricerca utilizzato per navigare nel dark web) un link. E in alcune delle immagini circolate il link era ben visibile. Una ragione in più per far credere difficile, se non impossibile, capire chi ha materialmente scritto quel link su Tor e avviato il countdown.
Ma d'altronde, gli attacchi informatici sono una realtà con la quale dovremo imparare a convivere. La Nato li ha ormai equiparati agli attacchi militari via aria, via terra o via acqua. Insomma, quella cibernetica è una guerra che va combattuta attrezzati a dovere. Cosa che, almeno per il momento, l'Italia non è. "Il rischio zero non esiste. Ma un Paese moderno deve dotarsi di tutte le misure per contrastare gli attacchi informatici sapendo che gli hacker possono essere un passo avanti. È come un orizzonte che si allontana, ma non dobbiamo smettere mai di tallonarlo", ha detto al Corriere della Sera Nunzia Ciardi, direttrice della Polizia postale.
"I soli attacchi rilevati di tipo ransomware verso sistemi informatici nazionali hanno segnato nell'anno in corso un aumento del 400%. I numeri sono eloquenti: 36 quelli rilevati nel 2020, ben 186 invece nel 2021", svela Ciardi. Ma c'è di più: nel 2020 il Cnaipic (Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche) ha diramato 83.416 alert di sicurezza, nel 2021 sono già più di 66 mila, nel primo caso 24 mila riferibili proprio a campagne di ransomware, che però quest'anno sono già 14 mila".
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