13 Settembre 2023
Sono passati tre giorni dal passaggio del ciclone Adrian (ora derubricato a tempesta tropicale) in Cirenaica, Libia. A risultare più colpita, in particolare, è la città affacciata sul Mediterraneo di Derna, all'epoca di Gheddafi contante circa 120mila persone e, dopo le violenze della guerra civile (non ancora del tutto sopite), scesa drasticamente a circa 60 mila. Qui alle intense precipitazioni ed ai forti venti, infatti, si sono uniti i danni, al momento incalcolabili, causati dal crollo di due dighe e, conseguentemente, dal letterale allagamento di tutta la città.
Derna è oggi una città fantasma. Circa il 25% degli edifici che la componevano sono stati distrutti dal riversarsi di 33 milioni di metri cubi d'acqua fuoriusciti dalle due dighe che, secondo il vicesindaco della città Ahmed Madroud, non subivano alcun tipo di manutenzione almeno dal 2002, più di vent'anni fa. "Sono tornato da Derna. È un disastro. Corpi giacciono ovunque: nel mare, nelle valli, sotto gli edifici": con queste parole il Ministro dell'aviazione civile del Governo di Bengasi, Hichem Chkiouat, ha descritto a Reuters lo stato della città.
"Uno tsunami al contrario", così qualcuno definisce la furia delle acque che, dall'entroterra della Cirenaica, si sono abbattute sulla città e, quindi, hanno raggiunto il mare. Particolarissimo fenomeno, che rende anche la ricerca di sopravvissuti e dispersi particolarmente complessa. In questo momento, riportano fonti delle forze armate di Bengasi, numerose unità della marina militare stanno battendo palmo a palmo il tratto di mare su cui affaccia Derna. Sarebbero centinaia i cadaveri già recuperati dalle acque salate.
Nel frattempo, in città, continuano i lavori di ricerca e rimozione di fango e macerie. Non ancora certi i numeri dei morti, ma le stime propendono per oltre i 10 mila. Per quanto riguarda i dispersi, ad oggi si parla di almeno 30 mila persone. Altro grande problema, in particolare con l'avvicinarsi della stagione fredda, il numero degli sfollati. Quello degli sfollati è un dramma che da anni (dalla guerra civile presumibilmente finanziata contro Gheddafi) attanaglia questa regione del Paese nord africano. Fino a pochi giorni fa le stime dell'Unhcr parlavano di circa 47mila persone in tale condizione: oggi, invece, sarebbero 60mila. Con numeri tristemente condannati ad aumentare proporzionalmente al passare delle ore.
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