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Ramonda (Herambiente): “Investiamo per dare nuova vita agli scarti industriali, con i nuovi impianti li trasformiamo in valore circolare”

Amministratore Delegato di Herambiente, nell'intervista rilasciata a Il Giornale d'Italia, in occasio di Ecomondo 2025, ha parlato dei nuovi progetti del Gruppo

04 Novembre 2025

Andrea Ramonda, Amministratore Delegato di Herambiente, nell'intervista rilasciata a Il Giornale d'Italia, in occasio di Ecomondo 2025, ha parlato dei nuovi progetti del Gruppo.

Dalla plastica alle fibre di carbonio: su quali fronti state investendo per trasformare gli scarti industriali in nuove risorse?

Allora i nostri progetti nascono dalla domanda dei nostri clienti industriali. Ovviamente questi producono scarti che sono l'uno diverso dall'altro, ma noi cerchiamo di concentrare su quelle abilità, quelle tecnologie che abbiamo sviluppato nel passato.
In particolare, la prima è il settore delle plastiche, dove abbiamo stiamo finalizzando la costruzione di un 
impianto a Modena di rigenerazione delle cosiddette plastiche rigide HDPE e polipropilene ABS, utilizzando anche fondi del PNRR.
Questo impianto sarà pronto per giugno dell'anno prossimo. Peraltro, costruito su un'area dove abbiamo a fianco il termovalorizzatore di Modena che darà energia all'impianto, quindi energia verde, e utilizzerà lo stesso depuratore limitrofo per il lavaggio e l'utilizzo di acque che poi saranno impiegate nello stesso impianto. Perciò è veramente un comparto di economia circolare e poi l'altro grande progetto su cui abbiamo investito, e dove abbiamo già i primi risultati, è l'impianto di riciclo delle fibre di carbonio di Imola. È un impianto su cui stiamo costruendo la seconda linea e che rigenera fibre di carbonio da materiale di scarto in particolare del settore dell'automotive

Negli ultimi tempi si sta parlando di rallentamento della transizione green: voi continuate a credere nell’economia circolare come direzione strategica per il futuro?

Assolutamente quello che ci dà tanto entusiasmo perché recentemente a livello non solo europeo, ma anche internazionale negli Stati Uniti, non si è messo in discussione ma si è creata un po di incertezza su quello che è il futuro dell'economia circolare, dello sviluppo sostenibile. Noi invece siamo convintissimi che la direzione è quella giusta perché i giovani vogliono questo. Ma l'altra cosa che ci tengo a dire è che per noi economia circolare si deve coniugare con economia punto e basta. Cioè dobbiamo consentire alle aziende di fare economia circolare ma spendendo come prima o meno di prima

C'è un'idea in un futuro di ampliare sempre di più questa proposta tra ambiente e società del lusso?

Sì ovviamente è un settore su cui il lusso che vuol dire automotive, nautica e anche abbigliamento sta investendo tanto nella parte di gestione dei loro processi nel modo più circolare possibile, nel modo più sostenibile. Anche loro sono attenti ai costi e anche con loro stiamo costruendo delle soluzioni che gli consentono di coniugare il raggiungimento di obiettivi di economia circolare col contenimento dei costi nel settore delle plastiche in particolare con la rigenerazione del PET. Ormai da tanti anni lavoriamo in settori del lusso con grandissimo successo e questo ci dà la fiducia per il futuro

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