29 Ottobre 2025
Valter Quercioli, Presidente nazionale di Federmanager, in occasione dell'Assemblea Nazionale della Federazione, è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.
"Presenteremo sul fronte delle politiche industriali, del lavoro, del fisco e delle pensioni. Sul fronte della politica industriale faremo una proposta: con un investimento contenuto in dieci anni, un programma di managerializzazione del 5% di imprese che non sono mai manegerializzate. Solo il 5% del tessuto industriale italiano ha dei manager al proprio interno, troppo poco: quella percentuale è la bandiera dell'Italia nel mondo. Vogliamo raddoppiare in dieci anni il numero di imprese che hanno dei manager al loro interno e far ricrescere il peso della manifattura nel PIL italiano e anche nel mondo.
Sul fronte del lavoro faremo delle proposte sostanzialmente legate al rapporti con le associazioni datoriali, Confindustria, Confapi e Confservizi in primis, utilizzando il nostro contratto collettivo nazionale di lavoro come strumento di innovazione sociale, come d'altronde è sempre stato.
Sul fronte delle pensioni farò presente chiaro e forte che i nostri pensionati non hanno tutela sul contratto: le istituzioni devono garantire il rispetto della loro dignità e del loro potere d'acquisto. Parole come pensionati d'oro applicato a persone della nostra categoria che hanno versato per più di 40 anni copiosi contributi è una cosa che non si può sentire e in questo ambito chiederemo rispetto".
Quali azioni concrete potrebbero rafforzare il dialogo tra istituzioni, mondo delle imprese, dirigenti per sostenere lo sviluppo economico e sociale del Paese?
"Siamo sempre molto inseriti nei processi legislativi e nei processi di proposta nelle audizioni; portiamo continuamente avanti le nostre proposte. Abbiamo creato 18 commissioni sia sul fronte delle politiche industriali che sul fronte della salute e della sicurezza sul lavoro, del welfare, proprio per mettere a fattor comune le esperienze che vengono dal management delle 20.000 imprese in cui noi siamo, e sintetizzarle in proposte di innovazione alle istituzioni che offriamo come il nostro contributo. È un lavoro faticoso, ma ci sta dando già oggi molte soddisfazioni: continueremo.
Il tema salute e sicurezza sul lavoro è molto complesso. Dobbiamo lavorare molto di più sulla prevenzione, e su diversi aspetti: la formazione, ma ancor più importante è la cultura della salute e della sicurezza sul lavoro; qui noi abbiamo molto da dire, perché c'è una correlazione diretta fra la dimensione molto piccola delle imprese e il tasso di sinistrosità. Il contributo del manager che opera in imprese molto strutturate è proprio quello di trasmettere alle filiere best practices, lezioni apprese su come gestire in maniera positiva la salute e sicurezza sul lavoro, senza farlo sembrare un gravoso obbligo normativo, ma come parte del lavorare, del fare industria; è una competenza fondamentale di base di tutti i lavoratori e lavoratrici. Non si possono più vedere tre morti al giorno, non è degno di un paese del G7.
Con la Schlien ci siamo incontrati. Abbiamo parlato esattamente di questi temi. Sono sicuro che tutto l'arco parlamentare sia molto sensibile ai temi dell'industria che noi come management portiamo avanti, e che la manifestazione di oggi farà scattare quel qualcosa in più, farà comprendere in maggior misura l'importanza dei contributi che la nostra categoria può portare per il beneficio di tutte le cittadine e cittadini. Abbiamo parlato della visione che ci deve accomunare e del Bilancio europeo 2028-2034 che ha stanziato 500 miliardi: noi come Italia ce ne dobbiamo appropriare una buona parte per far crescere di rilevanza l'industria italiana e tramite essa il peso dell'Italia nel mondo.
Abbiamo visto che finalmente si stanno facendo dei timidi passi per venire incontro alle nostre istanze, ma c'è ancora molto da fare. Facciamo parte di quel 5% dei contribuenti che pagano il 43% dell'Irpef che vale 264 miliardi: è oggettivamente troppo. Dichiarerò oggi che la progressività fiscale è giusta ma arriviamo a una esponenzialità fiscale: è un sistema eccessivamente sbilanciato e va corretto".
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