08 Ottobre 2025
Andrea Ceccherini, Presidente dell'Osservatorio for Independent Thinking, in occasione del convegno “L’evoluzione dei media d’informazione. Sfide e strategie tra presente e futuro”, è stato intervistato da Il Giornale d’Italia.
Come pensa sia cambiato il modo in cui i giovani si informano oggi e quali sono le loro sfide principali nel riconoscere fonti affidabili in un ambiente mediatico sempre più frammentato?
"Credo che sia fondamentale, prima di tutto, che le nuove generazioni capiscano la differenza fra il giornalismo di qualità, certificato da brand autorevoli rispetto al resto dell'informazione disponibile (che non è lo stesso). Questa è la prima distinzione importante da fare. Devono inoltre aprirsi all'idea del diritto di ognuno di avere le proprie opinioni, ma nessuno i propri fatti; è molto importante distinguere i fatti dalle opinioni. E ancora, conta aprirsi a diversi punti di vista, avere a disposizione i media orientati diversamente che sullo stesso tema, ti danno una lettura diversa da quella che hai appena avuto. È così che si sviluppa un pensiero critico nell'era dell'intelligenza artificiale".
In che modo l'Osservatorio sta adattando i suoi programmi per insegnare ai giovani a discernere tra informazione attendibile e disinformazione in un ecosistema mediatico dominato dall'intelligenza artificiale e dai social media?
"Ritengo sia fondamentale che la scuola, il mondo dell'education, sia il terreno privilegiato dove i ragazzi possono, in laboratori specifici come i nostri stessi progetti, lavorare a iniziative di media literacy in modo da capire il funzionamento dell'ecosistema informativo. Oggi viviamo in un tempo in cui c'è una sovra informazione e difficile non è sapere, ma saper far uso di ciò che si sa. È necessario un filtro critico che permetta di guardare il mondo con i propri occhi e di ragionare con la propria testa".
Come si può garantire che l'immediatezza non vada a scapito della profondità dell'analisi e della verifica?
"Una persona attenta con una coscienza presente è una garanzia, perché il libero arbitrio si sviluppa nella consapevolezza e la consapevolezza richiede una costante attenzione rispetto ai fatti con cui ci si misura".
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