28 Marzo 2025
Matteo Laterza, Amministratore Delegato di Unipol, in occasione della presentazione del Piano Strategico Unipol 2025-2027 “Stronger / Faster / Better”, è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.
Quali sono i principali target che il gruppo Unipol si è posto per i prossimi tre anni? E come intende Unipol misurare il successo, in particolare riguardo a profitti e raccolta assicurativa?
"Sono target molto importanti e molto sfidanti che riguardano prevalentemente la crescita e lo sviluppo del business assicurativo, dove vogliamo rafforzare ulteriormente la nostra leadership. Vogliamo nel contempo migliorare anche la nostra redditività industriale. L'obiettivo è molto sfidante e vogliamo migliorare il nostro combined ration di più di un punto e mezzo che è molto difficile e complicato, e conseguentemente raggiungere quelli che sono i nostri target economico finanziari che sono di 3 mld e 800 mln di utili cumulati e il pagamento di 2 mld e 200 mln di dividendi che è anche questo un obiettivo molto sfidante."
Parlando di intelligenza artificiale, in questi momenti qual è l'orizzonte?
"L'orizzonte di Unipol riguarda la possibilità di trasformare un'azienda basata sulla presenza fisica sul territorio, quindi quella che viene definita una compagnia tradizionale, in una compagnia che sfrutta quelle che sono le innovazioni tecnologiche per migliorarsi, diventare più efficace sia nel modello operativo che nella sua proposizione commerciale. In tal senso l'intelligenza artificiale generativa è la nuova frontiera. E quindi è nostro dovere e compito sfruttarla, ma considerandola come un elemento che potenzia la capacità dell'uomo di realizzare e fare il suo mestiere, non che si sostituisce all'uomo. Per far questo hai bisogno non soltanto di tecnologia, ma anche di competenze, di persone che sono e hanno competenze adeguate per poter utilizzare questo tipo di tecnologie."
Quanto investire e quanto assumere?
"Noi abbiamo in animo di investire più di mezzo miliardo di euro in tecnologia accumulata nei prossimi tre anni, soprattutto sull'architettura informatica, sull'intelligenza artificiale e nello specifico caso di competenze di data scientist di persone esperte nell'intelligenza artificiale e vorremmo arricchire di altre 400 persone nell'arco piano. Questo è l'obiettivo."
Quindi si parla di molta umanità al centro del business?
"Assolutamente sì. Un'azienda che si basa sulla presenza fisica sul territorio lavora sulle persone, sugli uomini. Noi siamo una grande comunità di 30.000 persone tra compagnia e agenzie e il nostro compito è fare in modo che queste persone possano interpretare il loro ruolo di consulenti assicurativi in chiave evoluta e moderna. E per far questo bisogna utilizzare appieno quelle che sono le innovazioni tecnologiche di oggi."
Prima avete detto che voi avete uno sconto rispetto chi ha una presenza internazionale, facendo l'esempio di Generali, è possibile magari ipotizzare un'operazione cross-border nell'arco piano?
"Noi non l'abbiamo fattorizzata, nel senso che le opportunità nel momento in cui arrivano, si studiano, si valutano e poi si comunicano. Ad oggi non ne abbiamo e quindi abbiamo fatto un piano in continuità basato sulla presenza sul territorio italiano, però noi guardiamo sempre tutte le possibilità di sviluppo in Italia e fuori dall'Italia e nel momento in cui dovessero dovessero capitare noi sicuramente le guardiamo."
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