25 Marzo 2025
Il Giornale d'Italia ha intervistato Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, a Napoli per la prima tappa del roadshow di presentazione del nuovo Accordo quadriennale tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per la crescita delle imprese italiane.
"È il proseguo di ciò che è stato fatto anche negli anni passati, questo accordo di 200 miliardi con Intesa Sanpaolo che è stato siglato qualche mese fa, a Milano e comincia a costruire il suo percorso con un roadshow e la prima tappa è questa di Napoli.
Siamo ben contenti di essere a sostegno del Mezzogiorno, qui oggi, Confindustria, Confindustria Napoli e Campania, assieme ad Intesa Sanpaolo proprio per procedere nello spingere il più possibile gli investimenti, perché in un momento come questo abbiamo la necessità di reinvestire, perché purtroppo di fronte a 24 mesi di mancata produttività l'unica via è quella di rinvestire mettere a terra gli investimenti velocemente".
"Sulla redditività io credo che oggi il Mezzogiorno sia una grandissima opportunità e lo danno i dati: dal 2019 al 2023 il PIL del Mezzogiorno è cresciuto del 3,7%, il PIL del centro del Nord è cresciuto del 3,2%. Quindi la risposta è una risposta molto positiva e anche il sostegno dell'export degli ultimi anni, e soprattutto degli ultimi mesi, arriva proprio dal Mezzogiorno".
"Serve fare di tutto perché le morti sul lavoro, gli incidenti sul lavoro vengano eliminati. ICredo che sia veramente una sconfitta per il mondo dell'impresa. Credo che assieme a tutti i sindacati oggi serve trovarsi molto velocemente per fare un tavolo sugli incidenti sul lavoro. E quando si parla di incidenti sul lavoro dobbiamo mettere a tavola la prevenzione perché noi non possiamo parlare purtroppo di fatti accaduti ma dobbiamo prevenire queste tragedie soprattutto per i ragazzi, i giovani. Saremo molto vicini e siamo vicini alla famiglie in questo momento".
"Credo che le vertenze sindacali servano e debbano essere risolte. Noi abbiamo bisogno che comunque il sindacato e le imprese oggi costruiscano un percorso: sono troppi i capitoli importanti di reazione per il nostro Paese perché credo che l'Europa in un momento come questo debba dare una grande reazione e per dare una reazione abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti perché oggi serve che l'impresa sia al centro, soprattutto per dare le risposte anche a una guerra di dazi tra Cina e Stati Uniti che ci stanno penalizzando".
"Noi siamo per l'economia reale, noi siamo quelli dei fatti concreti e quindi io credo che, come dicevo prima, serve parlare di economia e serve anche fare in modo che comunque il costo del denaro sia in un momento come questo ancora minore. Serve avere coraggio come hanno avuto coraggio gli altri continenti e oggi è un tema fondamentale il fatto che il costo del denaro è ancora molto alto".
"È ovvio che non possiamo fare la media che io definisco del pollo: nel senso che noi rappresentiamo 5,5 milioni di persone. Ovvio che si può fare molto meglio. Noi su 21 milioni di lavoratori in Italia ne rappresentiamo cinque e mezzo. Diciamo che siamo più virtuosi. Si può fare meglio. Noi siamo cresciuti negli ultimi vent'anni, il 20% è cresciuta la Spagna come è cresciuta la Germania. Il vero tema è che la produttività è cresciuta per la Spagna e per la Germania del 40%. Quindi noi oggi abbiamo bisogno di mettere al centro la produttività e costruire anche un contratto insieme ai sindacati. Che si parli di produttività! Che non vuol dire far andare le persone a doppia velocità, ma vuol dire che noi dobbiamo fare i compiti a casa e fare i compiti a casa vuol dire investire, cosa che le nostre imprese stanno facendo e devono fare di più e avere anche un sistema Paese che aiuti le imprese.
Io penso alla logistica: noi oggi siamo su 27 al 19mo posto per logistica. Quindi serve un grande piano di investimenti che possa dare la possibilità alle imprese perché se le imprese guadagnano di più possono distribuire più".
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