20 Febbraio 2025
Paolo di Cesare, Co-founder di NATIVA, in occasione dell'evento “Un’ondata di innovazione” durante il quale sono stati presentati i risultati della Ricerca Nazionale sulle Società Benefit 2025, è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.
Oggi verrà presentata la ricerca nazionale sulle Società Benefit. Cosa emerge da questi dati?
"Emerge sicuramente un fenomeno in forte crescita nel nostro Paese, con risultati sorprendenti. Questi dati dimostrano l'espansione esponenziale del fenomeno. La legge sulle Società Benefit è entrata in vigore in Italia nel gennaio 2016 e, nei primi quattro anni, circa 400 aziende italiane, tra cui grandi realtà, hanno deciso di evolversi trasformandosi in Società Benefit. Nei successivi quattro anni, altre 4.000 aziende si sono aggiunte, e oggi sfioriamo le 5.000 unità, con una crescita notevole. Un altro aspetto fondamentale riguarda i risultati emersi da un'analisi quantitativa, che ha preso in considerazione la performance ambientale e sociale, ma ancor più importante, l'impatto economico che queste aziende stanno realizzando. Da un’analisi su oltre 30 indicatori economico-finanziari, emerge che le Società Benefit performano meglio rispetto alle aziende tradizionali, non-benefit, dimostrando una crescita più profonda e sostenibile."
Cosa sta favorendo l’aumento delle Società Benefit in Italia?
"In una fase iniziale, molte aziende si sono riconosciute nelle caratteristiche delle Società Benefit, già operando con un forte impegno verso l’impatto sociale e ambientale. Queste aziende erano, in un certo senso, "Società Benefit ante litteram". Con i risultati positivi che queste aziende stanno ottenendo, molte altre si stanno ora avvicinando a questo modello per replicare il successo e migliorare i propri risultati."
Come riescono le Società Benefit a bilanciare profitti e responsabilità sociale?
"Questo è il punto chiave. La legge stessa prevede che le Società Benefit, con lo stesso rigore con cui perseguono la finalità di profitto e la distribuzione dei dividendi, debbano perseguire anche finalità di impatto sociale e ambientale. Non esiste una ricetta unica. Ogni imprenditore o manager troverà la giusta "alchimia" per la propria azienda. Siamo in un vero e proprio laboratorio. Dopo 200 anni di aziende che si sono concentrate esclusivamente sulla distribuzione dei dividendi, oggi possiamo espandere il campo di gioco verso un’altra dimensione, cercando allo stesso tempo un impatto positivo sul sociale e sull'ambiente. È un processo che richiede esperimenti, e sì, anche errori, ma è fondamentale imparare da questi e perfezionare il modello per portare valore distribuito."
In questo panorama qual è il ruolo di NATIVA?
"NATIVA è stata la prima Società Benefit in Italia. Tutto è iniziato con la lettura di un articolo della rivista di Harvard che parlava di un piccolo Stato americano che aveva introdotto la legge sulle Benefit Corporation. Abbiamo trovato quell’articolo così interessante che abbiamo deciso di modificare il nostro statuto, ispirandoci alle linee guida della legge americana. La Camera di Commercio di Milano ci ha bocciato lo statuto quattro volte di seguito, perché all'epoca non si poteva fare. Da quel momento, il nostro ruolo è stato quello di creare un movimento culturale appassionato, supportato da moltissime persone, che ha contribuito a fare in modo che l'Italia diventasse il primo Paese al mondo, dopo alcuni Stati degli Stati Uniti, a riconoscere ufficialmente la legge. In seguito, abbiamo continuato a supportare molte aziende che hanno intrapreso questo percorso. Come Società Benefit, la nostra missione è diffondere questo concetto e fare in modo che l'Italia rappresenti un laboratorio mondiale su questo modello."
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