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Gattei (Eni): "Idrocarburi e decarbonizzazione cardini della nostra transizione sostenibile: Plenitude ed Enilive business da €22 mld"

L'intervento di Francesco Gattei, CFO di Eni, al Meeting di Rimini 2024: "Neutralità tecnologica rende concreta la nostra strategia"

23 Agosto 2024

Francesco Gattei, CFO di Eni, in occasione del Meeting di Rimini 2024, ha dichiarato: 

"La nostra strategia è definita sulla base di quello che noi intendiamo sulla transizione e su questa bisogna togliere tutta una serie di concezioni sbagliate. Di transizioni nella storia umana ne abbiamo viste tante: la prima è stata il fuoco, la seconda è stata la domesticazione degli animali che hanno trasformato l'uso del muscolo animale come supporto al lavoro fisico e al trasporto. Poi abbiamo avuto la grande transizione legata ai combustibili fossili. Tutte queste transizioni hanno una caratteristiche in comune: hanno tempi lunghi e sono additive, cioè noi non abbiamo mai sostituito né gli animali né il fuoco. Ci sono ancora buona parte di usi che prevedono animali e il fuoco; abbiamo espanso l'umanità abbiamo espanso i nostri bisogni e quindi abbiamo aggiunto, come anche l'intelligenza artificiale dimostra, nuove cose e nuovi oggetti. Se vi guardate intorno, in questa stanza non c'è nulla che non è legata agli idrocarburi. Se pensate queste sedie sono fatte di alluminio e con processi chimici che richiede questo tipo di materiale, di tessuti non naturali. Le piante in fondo alla stanza probabilmente sono cresciute con dei fertilizzanti artificiali o sono finte. E quindi il nostro mondo è un mondo fatto di oggetti e di fisicità che non può essere completamente trasformata o transitata attraverso un percorso di immaterialità che invece è la percezione della transizione.

Il consumo elettrico copre un quinto del consumo finale di energia. I beni, gli usi, gli oggetti che costruiamo in buona parte non possono essere elettrificati. Se voi avete bisogno di una medicina, avete bisogno di un processo chimico. Non si può usare l'elettrone come medicina. Avere questa trasformazione è una esigenza che noi dobbiamo mantenere anche nella prospettiva di una transizione.

Transizione vuol dire nuovi oggetti, nuovi server, nuove connessioni, nuove rotte di trasporto dell'energia, nuove macchine. La transizione non è il cambiamento dell’ offerta di energia ma il cambiamento dell'offerta del trasporto, dello stoccaggio e della domanda di energia. Se non cambiamo uno solo di questi oggetti, il sistema in realtà va in disequilibrio, la transizione si ferma, i costi schizzano e quindi il sistema sostanzialmente perde la sua capacità di trasformazione.

Quindi quando noi parliamo di strategia in Eni, noi teniamo conto di tutti questi elementi. Se volete trasformare in sistema industriale, questo deve funzionare in maniera economica, ambientalmente sostenibile e competitiva. Altrimenti la transizione è un disegno sulla carta che si interrompe.

È per questo che Eni continua a produrre idrocarburi ma non allo stesso modo di come si producevano 15 o 20 anni fa. Li produciamo con l'obiettivo di ridurne il carbonio. Come? Sostanzialmente consentendo e aumentando la produzione di gas rispetto al petrolio quindi creando una disponibilità di energia densa e a basso costo nei Paesi o nelle aree dove c'è questa esigenza, dove si brucia carbon. Continuiamo a sostituire e a produrre eventualmente petrolio in aree con minor costo minor impatto in termini di emissioni. Abbiamo annullato il clerico e osserviamo la componente residua. Questo è il mondo che ci serve per tenere in piedi la trasformazione nel suo processo industriale di base.

E poi c'è un mondo nuovo in cui ci interessa innanzitutto offrire ai nostri consumatori prodotti decarbonizzati, a livello domestico e che funzionano sia nelle automobili leggeri ma più significativa è la rilevanza che potranno avere per i trasporti pesanti come l’aereo, su cui non è possibile avere l'alternativa.

Plentidude ed Enilive sono business che valgono 22 miliardi di euro: stiamo parlando di business veri che hanno una sostanza economica e che non richiedono sussidi, che crescono con la loro capacità di cassa e che sostanzialmente perseguono una strategia di diversificazione e di transizione concrete.

Siamo tra i primi in Europa per una nuova catena di chimica basata ancora su componenti di stock bio e potenzialmente nel lungo termine il nucleare e la fusione elettromagnetica.

Questa è la nostra strategia e la concretezza di una transizione che ha un elemento comune: la neutralità tecnologica. L'evoluzione tecnologica può sorprendere con dei prezzi molto bassi e con dei rallentamenti inaspettati. Noi dobbiamo essere pronti di avere in mano tutte queste carte e questa opportunità per cogliere le opportunità migliori anche in funzione di geografie e di usi che richiedono tecnologie proprietarie

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