06 Ottobre 2023
Marco Beccaria, Galleria BPER Banca, ci racconta due parti fondamentali della mostra “Alla scoperta del caveau Bper Banca e dei suoi tesori”: il portale del caveau stesso che, dal 1966, ospita i preziosi dei genovesi, e la sezione dedicata alla numismatica, divisa in due aree tematiche. Ecco che Il Giornale d’Italia entra in questa preziosissima realtà in anteprima proprio della sopracitata esposizione.
Marco Beccaria: “Allora, questo è il portale del caveau Bper Banca della sede di Via Cassa del Risparmio, ha il diametro di 3 metri e uno spessore di 1 metro, pesa 350 quintali.
Fu calato direttamente nelle fondamenta, poiché sia il battente sia il portale derivano da un'unica fusione di metallo, di acciaio e manganese.
Fu un vero e proprio evento, era il 10 aprile del 1964 e la banca doveva essere ancora costruita, quindi fu calato direttamente nelle fondamenta, perché altrimenti non sarebbe potuto entrare. È caratterizzato da venti pistoni che chiudono ermeticamente la sala blindata, proteggendola non solo da esplosioni ma anche da eventi naturali come alluvioni o terremoti, per esempio negli anni 70 un’alluvione è entrata fino a dentro l’atrio del caveau ma, essendo chiuso ermeticamente, all'interno della sala blindata non è entrata una sola goccia d’acqua.
Abbiamo arricchito l'ingresso del caveau di Via Cassa di Risparmio con una mostra contenente un’esposizione numismatica il cui progetto è a cura della dottoressa Monica Baldassarri secondo due tematiche.
Il primo tema è costituito dai “Sistemi e Valori monetari a Genova, nella Liguria dal Medioevo al periodo Sabaudo”, quindi si parte dal denaro, moneta d'argento, perché all'inizio non circolava molto oro e si eredita il sistema monetario carolingio di Carlo Magno, quindi decimale e duodecimale.
Partiamo quindi con il denaro in argento e i suoi multipli, il grosso da sei denari, il grosso da dodici denari, fino ad arrivare nel XIII secolo con il Genovino d'oro che è la prima moneta aurea in Italia, è riuscita a battere il fiorino di sei mesi, quindi è la più vecchia.
Con il passare del tempo, poi, vediamo che la città aumenta i suoi commerci, quindi maggiore presenza dell'oro fino a esplodere perché, dopo la scoperta dell'America nel 1492, dalla Spagna, che aveva rapporti economici intensi con Genova, arrivano oro e argento appunto dalle Americhe e quindi vediamo un maggior utilizzo di questa valuta. Si proseguirà fino poi al 700-800 con l'arrivo dei francesi, quindi Napoleone, che andrà a imporre la decimalizzazione delle valute Liguri, sistema che poi sarà adottato e mantenuto in epoca sabauda.
La seconda parte dell'esposizione, invece, parla delle iconografie delle monete di Genova, quindi si parte con il famoso Castello o Porta Urbica, nato ispirandosi a una moneta lucchese che era già diffusa nel Mediterraneo, Castello che poi diventerà simbolo delle monete genovesi e della buona moneta, appunto, del capoluogo Ligure.
Si proseguirà con questo vero e proprio logo fino al 1637 quando la Repubblica di Genova elesse la Madonna come regina della città e quindi sulla moneta compare la vergine con il bambino. Da questo periodo in poi compariranno diversi santi, si parla per esempio di San Giorgio, il quale era il nome-simbolo dell’importante istituzione economica della città, ma anche San Giovanni Battista.
Si passa poi anche ad altre Zecche, come per esempio Savona, nel cui simbolo troviamo l'Aquila Ghibellina, perché la città era, appunto, fedele all'imperatore; oppure le Zecche nelle isole del Mediterraneo orientale, quindi Zecca di Chio, Zecca di Caffa, Zecca di Pera, dove i genovesi furono abili ad adattare la propria monetazione, le proprie monete che erano già esistenti.
Per esempio, troviamo questa moneta che riprende la mandorla con dentro il Santo, tipica delle valute veneziane, oppure nella Zecca di Caffa troviamo delle incisioni che riprendevano il linguaggio che era parlato, appunto, proprio in quelle zone del Mediterraneo".
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