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Crolla (AmCham): "1° obiettivo spostare produzioni da paesi non reputati più sicuri; Trump? Con lui la guerra potrebbe finire"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Simone Crolla, managing director di AmCham Italia; "Dalla guerra in Ucraina si può uscire solo per via diplomatica"

19 Settembre 2023

Simone Crolla, managing director di AmCham Italia, in occasione dell'evento "Hello Work", ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:

"Questa serata è organizzata insieme all'ammissione diplomatica a Milano, dunque il consolato, insieme ai soci dell'American Chamber of Commerce, che sono più di mille realtà americane o italiane con investimenti in America ed è un evento per fare il punto della situazione anche dopo un'estate travagliata in termini di eventi climatici ma anche di vicissitudini geopolitiche. Il mondo del business è sicuramente preoccupato ma pronto a cogliere le sfide e le opportunità che abbiamo di fronte". 

Quali sono dunque queste sfide e opportunità?

"Geopoliticamente parlando il mondo è sempre più complicato e più stretto, bisogna capire bene cosa significa anche nella terminologia americana il termine Friendshoring, dunque riportare le catene produttive del valore in paesi, contesti economici ed ecosistemi più affini anche valorialmente a noi; dunque il tema degli investimenti in Europa e nello specifico in Italia si fa sempre più pressante anche perché le loro produzioni che erano state esternalizzate in paesi che oggi sono considerati meno sicuri dobbiamo cercare di farle arrivare qui. Anche il lavoro diplomatico di rifinitura, di avvicinamento delle due sponde quindi, sia politicamente parlando che dal punto di vista economico, è più che mai necessario, e noi cerchiamo di fare questo anche in un contesto più semplice come quello di questa sera". 

A cos'altro state lavorando nello specifico in questo momento?

"Sicuramente c'è tutto il tema dell'industria dei chip, il Chips Act americano invita aziende mondiali a investire nelle infrastruttura tecnologiche americane, c'è il Chips Act europeo, ci sarà anche a livello italiano, e le aziende del mondo del digitale e del manifatturiero collegato al mondo dell'innovazione sono pronte a cogliere questa sfida; dobbiamo soltanto allineare gli interessi e sperare che un investimento come quello di Intel possa arrivare in Italia dove ci sono già stati alcuni ragionamenti che però vanno finalizzati. Dunque sicuramente c'è una moral suasion da parte italiana sui grandi investitori americani per far rientrare i loro investimenti che erano andati in paesi appunto non reputati oggi più sicuri verso l'Europa, l'Italia, e di conseguenza gli investimenti italiani che trovino accoglienza e opportunità in America". 

Altra grande sfida è sicuramente quella della crisi Russa; in questo caso quale potrebbe essere il modo di affrontarla? 

"Questa è una guerra da cui si può uscire solamente per via diplomatica. L'uso della forza, come dimostrato anche dall'attività Russa in Ucraina e dalla resistenza in Ucraina non porta da nessuna parte e anzi protrae questa situazione a tempo indeterminato; ci vuole dunque uno sforzo corale, e probabilmente in qualche maniera sia le prossime elezioni presidenziali in America che le elezioni europee da noi aiuteranno, perché una composizione anche dal punto di vista politico del conflitto è opportuna". 

Dunque se nello specifico Trump dovesse essere eletto secondo lei potrebbe finire questa guerra?

"La campagna elettorale americana sarà molto incentrata anche sulla guerra in Ucraina contro la propaganda russa, però necessariamente entrambi i candidati, soprattutto l'uscente, devono poter portare all'opinione pubblica americana un risultato di appeasement in qualche maniera, e dunque ci saranno sforzi anche in questa direzione. Se addirittura la guerra dovesse finire o si dovesse trovare una tregue diplomatica grazie anche agli sforzi degli Stati Uniti o dell'Europa sicuramente questo sarebbe un argomento molto forte per i rispettivi elettori. Con Trump la guerra probabilmente potrebbe terminare, lui ha sempre dichiarato che ci avrebbe impiegato un minuto a farlo, però vedremo, mancano ancora tanti mesi alle elezioni americane anche se i motori sono già molto caldi".

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