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Frattasi, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale: “Aumento reati informatici correlato all’aumento della superficie digitale post pandemia”

Bruno Frattasi, Direttore Generale Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale: “Trasformazione digitale del Paese, rivoluzione che deve avvenire in sicurezza“

20 Luglio 2023

In occasione della presentazione al Senato del Rapporto CENSIS-IISFA “Il valore della Cybersecurity in Italia, le a sicurezza informatica garanzia di benessere e libertà”, Bruno Frattasi, Direttore Generale Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, ha dichiarato al Giornale d’Italia:

“Emergono delle conferme che si conoscevano già da un po’ di tempo, perché abbiamo da poco pubblicato la relazione annuale, come Agenzia, dove abbiamo dato conferma dell’incremento di eventi informatici avversi, anche di reati informatici, che si sono registrati nell’anno precedente, il 2022.

Si tratta di un dato che è correlato sempre all’aumento della superficie digitale, che è stata un po’ il risultato della pandemia.

Noi abbiamo utilizzato da due anni, tre anni a questa parte, sempre di più mezzi digitali.

Lo stiamo facendo sempre di più, anche in relazione a quella che è la trasformazione digitale del Paese, che è un bene che avvenga.

È un processo che non si deve fermare sicuramente, non dobbiamo ritenere che questo processo debba essere fermato, bloccato, perché aumentano gli incidenti informatici, è come dire che non si deve più usare gli aerei o i treni, o non bisogna più usare le autostrade, perché ci sono gli incidenti.

Bisogna invece farlo in sicurezza. Quindi, la missione dell’agenzia è quella di far capire un po’ a tutti, alle amministrazioni pubbliche, a tutti gli stakeholder del sistema digitale, che la trasformazione digitale, cioè l’incremento dei mezzi digitali, che è veramente una rivoluzione, deve avvenire in sicurezza.

In sicurezza significa che deve avvenire attraverso adeguati continui e costanti investimenti nel campo della sicurezza informatica.

È come quando dobbiamo rafforzare una casa, e dobbiamo mettere le porte blindate, dobbiamo mettere magari qualche avvisatore, telecamera a circuito chiuso, che  ci avverte dell’ingresso dei ladri.

Trasponiamo queste piccole, grandi esigenze e necessità, che noi possiamo prendere dai modelli fisici, cinetici, e trasportiamole nell’ambiente cibernetico.

Questo è quello che dobbiamo fare, sapendo che abbiamo un lungo percorso ancora davanti a noi, perché la rivoluzione digitale, in quanto rivoluzione, va avanti con speditezza, con velocità.

Noi dobbiamo avere, tentare di avere, lo stesso passo con cui questo processo così invasivo, così pervasivo, così incalzante sta andando avanti in questi ultimi anni, in questi ultimi lustri.

Questo è il compito che abbiamo davanti.

Il settore sanitario molto spesso è vittima di attacchi cibernetici. In Italia questo è vero, perché è uno dei settori più presi di mira dai  criminali.

È un discorso molto delicato, perché naturalmente l’esfiltrazione di dati in ambito sanitario comporta la possibilità e il rischio che questi dati vengano, come è accaduto, anche messi in pasto all’opinione pubblica. Quindi con non solo il danno dal punto di vista informatico del soggetto, Asl che viene colpita.

Ma anche i poveri cittadini, che vedono pubblicati magari dati che si riferiscono alle loro cartelle cliniche.

Questo non deve mai accadere, perché il dato sensibile per eccellenza è appunto quello sanitario, quello più invasivo della privacy.

Devono fare molto di più le Regioni, investire, ma lo sanno.

C’è un’azione, che sta portando avanti egregiamente il collega Borrelli, del Dipartimento della trasformazione digitale, ed il Sottosegretario Butti, per far sì che la transizione al cloud, che loro stanno curando per tutti i soggetti pubblici, Regioni comprese, sistema sanitario compreso, faccia in modo di minimizzare i danni ed i rischi di questi attacchi informatici, che subisce questo settore, cosiddetto delicato per il Paese.“

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