23 Febbraio 2023
Mario Cardoni, Direttore Generale di Federmanager, in occasione della presentazione dello studio di Federmanager-Aiee a Roma, ha rilasciato a Il Giornale d'Italia:
"È una giornata importante per noi questa, ma penso anche per il paese, perché su un dibattito che si è riacceso in maniera molto spinta dopo la delibera del parlamento europeo che ha reso difatti definitiva le indicazioni di questa transizione verso l’elettrico del nostro settore, che è un settore molto importante come quello dell’automotive, le perplessità che in qualche modo vengano spesso alla luce, noi abbiamo cercato di studiare e approfondire per vedere se in qualche modo hanno un loro fondamento.
Noi non vogliamo demonizzare la transizione verso l’elettrico, ma tenendo conto delle caratteristiche del nostro sistema produttivo e gli impatti che questo può generare, noi pensiamo che la via elettrica non sia la sola da perseguire: le soluzioni devono essere adottate secondo un principio di neutralità tecnologica per arrivare al medesimo obbiettivo che è quello della decarbonizzazione.
Teniamo conto che non esiste alcuna forma di produzione di energia a emissioni zero, anche la strada dell’elettrico non ci esime da questo, anche perché se guardiamo il fenomeno dal punto di vista mondiale ci saranno dei paesi in cui il tasso di inquinamento diminuisce e degli altri in cui aumenterà, perché poi anche per fare le batterie bisogna estrarre dei minerali.
L’altro tema è: tutta questa energia, come verrà prodotta? Sentiamo fare delle ipotesi piuttosto azzardate su crescite di energie rinnovabili che sembrano insomma molto lontane da quella che è l’attuale realtà, quindi, davvero riusciremo a farlo? Ma l’altro tema è che i tempi previsti per arrivare a questo totale passaggio all’elettrico sono molto brevi e impattato sul nostro tessuto che è fatto di piccole imprese che non hanno le competenze giuste per accompagnare in tempi così brevi il processo di transizione di cui si chiede e, quindi, c’è la possibilità che si perdano più posti di lavoro piuttosto che si creino nuovi posti di lavoro e, infine, per i nuovi posti di lavoro dobbiamo vedere se ci sono le competenze, da questo punto di vista il nostro paese è molto indietro."
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