28 Novembre 2022
Andrea Orcel, AD di UniCredit, in occasione di "Lombardia 2030", ha dichiarato durante il suo intervento:
"Essere qui con voi oggi è un privilegio per me. Vorrei ringraziare innanzitutto il Presidente della Regione Lombardia per aver riunito un platea di tale prestigio, che rappresenta la forza economica, la diversità culturale, la creatività, l'innovazione e l'imprenditorialità di questo territorio. Grazie quindi alle autorità locali qui presenti e ai miei "colleghi", manager e imprenditori di grandi realtà.
Questa è la regione che noi di UniCredit chiamiamo con orgoglio “casa”. Pur essendo un'istituzione marcatamente paneuropea, il nostro raggio d’azione si basa sulla solidità delle nostre radici in Italia e delle nostre fondamenta qui in Lombardia. E oggi vorrei brevemente parlarvi della fiducia che nutro in queste fondamenta, che aiuteranno sia la nostra Banca sia il nostro Paese a prosperare anche in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo. Vorrei parlarvi oggi di come la visione che ho per UniCredit, ovvero di motore centrale per lo sviluppo e la crescita europea, non sia poi così diversa da quella che ho per l’Italia, in generale.
Quando sono diventato Amministratore Delegato di UniCredit 18 mesi fa, il mio compito era molto chiaro. Dovevo prendere in mano un gruppo finanziario con caratteristiche distintive – 13 banche leader di settore, indipendenti, che ci consentono di avere una presenza paneuropea unica, 15 milioni di clienti e 80.000 persone talentuose e appassionate per questo gruppo – che per troppo tempo aveva performato al di sotto delle aspettative, e metterlo nelle condizioni di liberare il suo enorme potenziale. Oggi, posso dire con orgoglio che siamo già una Banca molto diversada 18 mesi fa, non più concentrata solo su se stessa, ma sul crescere in maniera sostenibile e redditizia in un contesto paneuropeo.
La visione giusta, che bilancia le esigenze di clienti, investitori e dipendenti. E la strategia adeguata. Un impegno costante nel realizzarla. Un chiaro orientamento ai risultati.
Per me, le similitudini con l'Italia sono evidenti. Sia la nostra Banca sia il nostro Paese hanno sempre avuto tutte le carte in regola per prosperare, per essere leader nei settori di riferimento e sulla scena europea. Non dimentichiamoci che l’Italia è stata uno dei membri fondatori dell’Unione Europea: è stata tra le poche nazioni a portare un’agenda forte, in grado di influenzare il futuro del continente. Negli anni poi questa forza si è persa... Abbiamo ancora tutti gli elementi per avere successo, ma non siamo stati in grado di sfruttare davvero tutto il potenziale latente e raccontare al mondo la storia del nostro successo. E con un parallelismo, vi dico che la stessa cosa è successa a UniCredit.
Quindi, come ci ha insegnato Churchill...: "Non lasciare mai che una buona crisi vada sprecata”, l'Italia dovrebbe cogliere questo momento, questa opportunità, con un nuovo governo, per dimostrare che sbaglia chi giudica il nostro Paese attraverso la lente del passato. Per unirci davvero come una sola squadra, un solo Paese con una visione e uno scopo condivisi, per essere d’esempio per l'Europa e andare avanti. Se riusciremo a guidare la crescita di una Next Generation europea, beh allora saremo anche in grado di riguadagnarci il nostro posto tra coloro in grado di influenzare le agende di questo continente.
Siamo un Paese che ha molte risorse e tutto ciò che occorre per avere successo – dovremmo esserne più consapevoli. Abbiamo un'economia diversificata e ad alto valore aggiunto, abbiamo un numero di imprenditori e innovatori in costante crescita e un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che ha già iniziato a dare i suoi frutti. Basti pensare alle esportazioni e ai piani di investimento e crescita che stiamo sostenendo come Paese.
Quindi, anche se le prospettive globali possono sembrare difficili, sono fiducioso che concentrandoci costantemente su questi elementi chiave, la nostra Banca e il nostro Paese non solo se la caveranno, ma avranno un futuro radioso.
Certo, non sono tempi facili. Si prevede che la crescita globale scenderà dal 3,2% di quest'anno al 2,7% nel 2023 e che l'anno prossimo il PIL subirà un calo del 1,9%. Come alcuni di voi in questa sala sanno fin troppo bene, il settore manifatturiero è sotto pressione, la fiducia dei consumatori continua a essere debole e la pressione sulle famiglie sempre più elevata. L'indebolimento dell’economia riflette l'inasprimento della politica monetaria da parte della Fed e della BCE, l'aumento delle bollette energetiche in Europa e la riduzione della crescita economica negli Stati Uniti, in Europa e in Cina.
Anche le tensioni geopolitiche continuano a intensificarsi. Il mondo si sta dividendo sempre di più in due blocchi incentrati sugli Stati Uniti e sulla Cina, che potrebbero avere un impatto sostanziale sugli interessi europei e qindi sull’Italia.
L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia sta mettendo in discussione la nostra concezione comune degli accordi sulla sovranità nazionale, portando l'Occidente a mettere in campo il suo potere finanziario e commerciale in una misura mai vista prima. Ben 12 Stati membri dell'UE hanno subito un'interruzione totale o parziale delle forniture di gas dalla Russia e stiamo sentendo tutti l'impatto economico della strategia energetica della Russia.
La situazione tra Stati Uniti e Cina rimane preoccupante, come dimostra il sentimento anti-cinese emerso alla riunione del FMI a Washington in questo mese di novembre. Genera preoccupazione soprattutto il fatto che le autorità fiscali e monetarie europee sembrino faticare a progettare – e coordinare – un approccio comune nel dare risposte politiche adeguate a queste sfide globali.
Ma non sono venuto qui oggi per darvi un messaggio di sfiducia e pessimismo, anzi: ho molta speranza. Le economie possono andare su e giù. Di sicuro, metteranno alla prova la nostra determinazione e la nostra forza, ma la storia ci dice che si sono sempre riprese. La geopolitica è sempre stata dalla nostra parte. Ce l’abbiamo fatta in passato e ce la faremo ancora una volta.
Dobbiamo solo riuscire a ignorare il rumore di fondo, guardare oltre le nuvole e concentrarci sui fondamentali, su quello che conta davvero, su quello che controlliamo. Quando sono arrivato in UniCredit, la nostra Banca non aveva né una visione né una strategia chiare, e non era affatto ottimizzata o strutturata per avere successo. Ma abbiamo affrontato la situazione con determinazione e preso decisioni chiave che ci hanno permesso di realizzare 7 trimestri di crescita costante.
Ma non si tratta solo di successo finanziario. Siamo una banca migliore rispetto a due anni fa. La potenziale crisi economica è già stata avvertita dalla società, dalle famiglie e dalle comunità che compongono questo grande Paese e che, per noi di UniCredit, sono e restano una priorità assoluta.
Per questo motivo, è più importante che mai essere una banca migliore per tutti i nostri stakeholder: azionisti e investitori, ma anche le nostre Persone e, cosa fondamentale, i nostri clienti e le comunità in cui operiamo. Sì, sarà dura, ma ora è il momento di fare un passo avanti come Banca e come Paese. Dobbiamo trovare soluzioni per mitigare l'impatto di questa crisi e venirne fuori più forti, o sicuramente più uniti. E sono certo che riusciremo in questo intento.
Per la Lombardia, in particolare, significa dare a voi presenti in questa sala le risorse e le condizioni per avere successo, cosicché possiate offrirle ai vostri clienti, ai vostri dipendenti, e alle vostre stesse famiglie.
Conosciamo bene il potenziale di questa smart region, che conta oltre 35.000 esportatori, e oggi vogliamo investire sempre più in questo potenziale.
La nostra Banca ha erogato ben oltre 2 miliardi di euro in prestiti alle imprese e ha collaborato con diverse iniziative, come il Digital Innovation Hub, per aiutare l'industria a rimanere al passo con i tempi.
Abbiamo investito attivamente nell'istruzione e nei nostri giovani, e abbiamo sostenuto i nostri dipendenti a livello finanziario e personale.
Perché è proprio quando si fanno cose del genere – quando si investe nelle imprese, nella società, nell'istruzione e nelle proprie persone, concentrandosi sui fondamentali e sulla giusta strategia, e lavorando insieme – che si può trarre vantaggio da una crisi e coglierne le vere opportunità, per emergere ancora più forti.
So che l'Italia e la Lombardia, così come UniCredit, hanno tutta la volontà e la capacità di mettere in pratica questi principi e vincere le sfide del presente e del futuro.
Per fare un esempio, non abbiamo ancora messo a frutto tutti i vantaggi intrinseci della nostra posizione geografica. La regione del Mediterraneo Allargato oggi ci offre la possibilità di ridurre la dipendenza dell’Italia – e dell'intera Europa – dal gas russo. Come centro nevralgico di quest’area, possiamo diventare un ponte strategico che negli anni a venire sarà sempre più cruciale. Dobbiamo riflettere sul nostro potenziale e sul fatto che la crisi energetica offre al nostro Paese l’opportunità di investire in modo proattivo nelle infrastrutture necessarie a sostenere questo possibile cambiamento.
In un periodo di grandi sfide e cambiamenti macroeconomici, dobbiamo ripartire dalle nostre fondamenta e cogliere le occasioni che ci si presentano. Dobbiamo collaborare con i nostri partner europei e abbandonare la sfiducia per costruire e raccontare una storia di successo e di crescita. Come ha detto il nostro Presidente del Consiglio, è il momento di far sentire la voce dell'Italia in Europa. E la Lombardia, uno dei poli economici più importanti al mondo, può e deve essere parte integrante di questa voce e di questa storia di successo.
Quando il gioco si fa duro, per chi ha basi solide e la giusta mentalità, ci sono sempre nuove occasioni e possibilità. Sono convinto che l'Italia abbia tutte le risorse, il talento e l'innovazione di cui ha bisogno per superare con successo questo momento di crisi.
È arrivato il momento di far leva sui punti di forza del nostro Paese e affrontare il futuro con fiducia e ottimismo, per poter cogliere insieme le opportunità che ci attendono".
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