25 Luglio 2022
Giuseppe Di Franco, Ceo di Atos Italia, a Il Giornale d’Italia:
“Atos ha appena siglato con la NATO un’importante partnership che attiene al mondo della sicurezza delle reti, in particolare di quella attiva e reattiva a protezione delle informazioni che vi fluiscono.
Si tratta di un fenomeno di fondamentale importanza per un’organizzazione come la NATO, tanto che l’investimento avrà un impatto sui 22 paesi in cui è presente, superando complessivamente 1 milione di euro.
L’obiettivo, come detto, è quello di preservare il flusso delle informazioni gestite, ma l’operazione fa parte di un sistema più ampio di protezione dei dati: sappiamo che va protetta l’intera infrastruttura. Su questo Atos è un leader mondiale: siamo i primi fornitori di Managed Security Services al mondo.
Oltre alla NATO, ad esempio, abbiamo protetto la sicurezza delle Olimpiadi di Tokyo, le quali hanno avuto ben circa 4 miliardi di attacchi hacker: sono un’enormità anche se confrontati con la precedente edizione a Buenos Aires, durante la quale se ne erano contati circa 500 milioni.
Si sta verificando una crescita esponenziale del fenomeno sicurezza che attiene alle infrastrutture critiche militari del Paese e di ogni tipo di organizzazione.”
Che ruolo assume la cybersecurity alla luce del contesto geopolitico odierno?
“Alla luce dello scenario geopolitico attuale, l’aspetto della sicurezza del dato diventa un elemento determinante. Basti pensare che la cybersecurity sta diventando quasi una forza armata in diverse organizzazioni e paesi. Recentemente, abbiamo ricevuto dai nostri clienti parecchi allarmi attinenti all’odierna crisi e, nello specifico, a potenziali attacchi da parte dei paesi esteri su infrastrutture e aziende italiane. Come Atos lavoriamo per proteggere i nostri clienti da questa eventualità.
Possiamo dire con fermezza che l’Europa è a rischio e soggetta a continui attacchi nell’ordine di miliardi: si tratta di un fenomeno certo, che sta avvenendo su diverse scale e con diverse criticità. Anche aziende molto grandi hanno subito attacchi significativi che hanno bloccato la loro operatività.”
Qual è il ruolo di iniziative europee come Gaia-X?
“Il tema Gaia-X si inserisce in un concetto di sovranità tecnologica europea, espresso molto bene dalla Commissione Europea: considerando il peso che il digitale sta assumendo nel sistema economico, la sovranità politica attualmente è subordinata a quella tecnologica. Non si può avere autonomia politica e trasparenza nella gestione di un paese, se non si ha un controllo della tecnologia.
Le istituzioni europee e italiane devono riflettere sull’importanza di concentrare investimenti sia nella protezione delle infrastrutture, che nello sviluppo di skill e competenze nell’ambito digitale. Quest’ultime diventeranno sempre più determinanti per lo sviluppo economico e per la protezione degli interessi nazionali ed europei.”
Quali sono le esigenze e le richieste del mercato?
“Oggi stiamo assistendo a una fase di boom sulla tematica della sicurezza, sia per la numerosità degli attacchi, sia per gli investimenti, che nel digitale stanno diventando sempre più significativi. In parallelo allo sviluppo nel digitale nasce la necessità di proteggere le infrastrutture digitali da accessi non autorizzati o dall’utilizzo fraudolento delle informazioni che vi fluiscono.
Durante il periodo pandemico, per esempio, abbiamo assistito al problema che ha avuto la Regione Lazio: l’episodio ha rappresentato la punta dell’iceberg degli innumerevoli casi di cybersecurity gestiti con poca attenzione.”
Qual è il rapporto che lega la cybersecurity con le altre tecnologie su cui ha investito Atos, quali l’High Performance Computing e il Digital Twin?
“La cybersecurity ha un punto di ingresso molto importante sulla performance delle macchine informatiche, perché con l’evoluzione della tecnologia si amplificano anche le possibilità di avere attacchi informatici.
Diversi apparati tecnologici stanno subendo grandi evoluzioni, basti pensare al passaggio dai normali computer agli High Performance Computing, fino ad arrivare al Quantum. L’introduzione di una tecnologia quantistica che potrebbe portare a diversi ordini di grandezza di capacità elaborativa introdurrebbe anche una grande vulnerabilità di tutte le attuali infrastrutture digitali. Consentirebbe, infatti, di fare miliardi di simulazioni in pochissimo tempo e quindi trovare password di accesso di qualunque organizzazione. È molto importante che l’evoluzione della tecnologia sia accompagnata anche da un’attenta evoluzione delle tecniche di sicurezza.”
Quali sono i vostri obiettivi futuri in termini di innovazione?
“Atos in Italia sta cercando di dare il massimo contributo a istituzioni e grandi aziende nella protezione dei propri dati e nello sviluppo della propria tecnologia digitale. In quanto azienda europea, siamo impegnati a stabilire una crescita di Know-How tecnologico e sicurezza a livello europeo.
Per quanto riguarda gli investimenti sul digitale, in Europa scontiamo un gap molto significativo rispetto a Stati Uniti e Cina: è molto importante ristabilire un equilibrio e supportare questo disegno di Sovranità digitale - anche a livello di investimenti - per ridurre il gap. Il fine è creare aziende e istituzioni più competitive e protette.
Il nostro obiettivo per il futuro è continuare il percorso di crescita: nell’ultimo anno Atos in Italia è cresciuta del 15%, abbiamo assunto 300 persone e continueremo con questo percorso di rafforzamento. Vediamo che il mercato è molto demanding e si aspetta importanti progetti trasformativi sulla tecnologia digitale. Tutto ciò può essere uno stimolo a fare meglio e di più, contribuendo allo sviluppo economico del Paese”.
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