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Tel Aviv, 350mila contro Netanyahu per chiedere rilascio ostaggi e fine guerra, ma il premier tira dritto: “Avanti con occupazione di Gaza City” - VIDEO

Le proteste, organizzate dall'Hostages and Missing Families Forum, sono iniziate alle 6,29 del mattino proseguendo in tutto il Paese

27 Agosto 2025

Un fiume di genteoltre 350mila israeliani, sono scesi in piazza ieri, 26 agosto, con la ferma volontà di opporsi alla politica bellica di Netanyahu al grido di "Cittadini d'Israele, voi siete la speranza". La maxi protesta, promossa e organizzata dall'Hostages and Missing Families Forum, ovvero il Forum delle famiglie degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, ha messo sul tavolo due richieste precise mentre centinaia di manifestanti marciavano verso l'ufficio del Primo Ministro israeliano: il rilascio completo degli ostaggi e un accordo di cessate il fuoco. Il fiume umano è sceso in strada provocando blocco del traffico sull'autostrada Ayalon di Tel Aviv, direzione sud. Una giornata di fuoco: la mobilitazione popolare è scattata intorno alle 6,29 del mattino, l'ora esatta in cui il 7 ottobre di due anni fa Hamas ha lanciato il suo attacco, quando i manifestanti si sono riuniti davanti all'ambasciata statunitense di Tel Aviv. Poi, alle 7, le proteste di resistenza hanno coinvolto i principali incroci stradali del Paese. Gli slogan parlano chiaro: "Siamo a un passo da un siluramento completo" recita lo striscione dei membri del movimento giovanile socialista Hashomer Hatzair in testa al corteo. La paura è che il governo di Netanyahu non porti a buon fine alcun accordo sulla liberazione degli ostaggi. Oltre alle principali arterie stradali bloccate, pneumatici in fiamme per fermare il traffico e grida contro il governo, specie contro i membri dell'ultradestra. I familiari di Itay Chen, un soldato israeliano ucciso il 7 ottobre e il cui corpo è ancora trattenuto a Gaza, hanno affermato che il primo ministro israeliano Netanyahu sta "sacrificando 50 ostaggi per esigenze politiche“ perché "dà priorità alla distruzione di Hamas rispetto al rilascio degli ostaggi”.

"Un intero popolo chiede l'immediato ritorno dei rapiti - recita un comunicato diramato dal Forum - "i morti per una degna sepoltura e i vivi per la riabilitazione in seno alle loro famiglie. Oggi, il popolo d'Israele si mobilita per affrontare il compito più alto e morale". In Piazza degli Ostaggi, i manifestanti si sono riuniti per gridare alla stampa con durezza la necessità del rilascio degli ostaggi. Altri si sono radunati davanti alle case di vari ministri - tra cui il Ministro degli Esteri Gideon Sa'ar - per rivendicare l'urgenza di un accordo tra le parti.

Il cordone umano che a Gerusalemme ha sfilato verso l'ufficio di Netanyahu "scortato" da agenti in tenuta antisommossa, ha atteso la fine della riunione del gabinetto di Sicurezza in quelle ore in corso. Una riunione durata tre ore e risoltasi "senza alcuna discussione sull'ultima proposta di tregua di Hamas" e senza un voto formale su eventuali provvedimenti. In tutta risposta alle manifestazioni, Netanyahu ha anzi mostrato ferma volontà alla prosecuzione del conflitto e alla conquista di Gaza City. Oltre il danno la beffa perché il gabinetto sarebbe stato anticipato e sbrigativamente concluso da Netanyahu entro le ore 19 locali (le 18 italiane) per riuscire ad andare, con altri ministri, ad una cena privata organizzata da Israel Gantzpresidente del Consiglio Regionale di Binyamin al Vista Restaurant di Mishkenot Sha’ananim, a Gerusalemme. Lo stesso Gantz che rappresenta gli interessi dei coloni in Cisgiordania e che aveva spalleggiato Trump nell'idea di trasformare la Striscia di Gaza nella "Riviera del Medio Oriente". "Celebrate mentre gli ostaggi muoiono di fame” hanno urlato i manifestanti ai ministri, raccolti in pompa magna attorno al tavolo di gala.

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