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Gaza, Israele colpisce clinica Onu usata come rifugio da sfollati palestinesi, evacuata prima del raid, oltre 20 morti dall'alba - VIDEO

In Cisgiordania, nel villaggio di Beit Askaria, a sud di Betlemme, le forze israeliane hanno emesso ordini di sfollamento forzato

06 Agosto 2025

Un attacco devastante ha colpito una delle principali cliniche gestite dalle Nazioni Unite nel centro di Gaza City, già bersaglio di numerosi raid fin dall’inizio della guerra, nell’ottobre 2023. La struttura, che nel corso del conflitto era diventata un centro di evacuazione per sfollati e famiglie in cerca di rifugio, è stata colpita più volte, l’ultima in queste ore.

Secondo fonti locali, l’esercito israeliano aveva diramato avvisi di evacuazione prima dell’attacco, ma non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale sull'obiettivo preciso del raid contro la clinica. In precedenza, Israele aveva giustificato simili attacchi contro infrastrutture umanitarie, rifugi e strutture ONU affermando che si trattava di centri operativi di Hamas, definiti "centri di comando e controllo". Tuttavia, non sono state fornite prove concrete a sostegno di queste affermazioni.

La clinica colpita si trovava in una delle aree più densamente popolate dell'estremità occidentale di Gaza City, vicino alla costa, dove migliaia di famiglie palestinesi sfollate si erano rifugiate, ritenendola una delle ultime “zone sicure”. Una sicurezza, però, sempre più illusoria: Israele continua infatti a ridurre drasticamente gli spazi dove i civili possono trovare riparo, mentre la campagna militare nella Striscia di Gaza prosegue senza tregua.

Dall’alba, gli attacchi israeliani su Gaza hanno provocato oltre 20 morti, secondo quanto riportato da fonti mediche ad Al Jazeera. In uno degli episodi più gravi, un raid aereo ha colpito un’abitazione a nord del campo profughi di Nuseirat, uccidendo cinque persone, tra cui una donna e due bambini. La notizia è stata confermata da una fonte dell’ospedale al-Awda.

Ma la pressione militare non si limita alla Striscia di Gaza. In Cisgiordania, nel villaggio di Beit Askaria, a sud di Betlemme, le forze israeliane hanno emesso ordini di sfollamento forzato nel quadro di un’iniziativa finalizzata all'espansione del blocco di insediamenti di Gush Etzion, una strategia che da tempo punta all’annessione progressiva di terre palestinesi.

Muhammad Ibrahim Atallah, capo del consiglio del villaggio, ha dichiarato all'agenzia di stampa Wafa che i soldati israeliani hanno fatto irruzione a Beit Askaria, ordinandogli verbalmente di evacuare un appezzamento di terreno coltivato a vigneti, di proprietà sua e dei suoi fratelli. Secondo quanto riferito, le autorità israeliane gli avrebbero concesso solo dieci giorni per lasciare l’area, senza fornire alcun documento ufficiale.

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