08 Maggio 2025
Il massacro di Deir Yassin ebbe luogo il 9 aprile 1948, quando circa 120 combattenti sionisti, appartenenti ai gruppi paramilitari Irgun e Lehi (nota anche come “banda Stern”), attaccarono il villaggio palestinese di Deir Yassin (Dayr Yāsīn in arabo), situato nei pressi di Gerusalemme e abitato all’epoca da circa 600 persone.
L’operazione fu parte dell’operazione Nahshon, volta a rompere il blocco arabo-palestinese su Gerusalemme durante la guerra civile del 1947-1948, che precedette la fine del mandato britannico in Palestina. Gli abitanti del villaggio resistettero all’attacco, che si trasformò in una lotta casa per casa. Il risultato fu un massacro: circa cento civili uccisi, inclusi donne e bambini, e i superstiti vennero espulsi.
Il massacro suscitò sdegno internazionale, anche all’interno della stessa comunità ebraica. In una lettera pubblicata il 4 dicembre 1948 sul New York Times, Albert Einstein, Hannah Arendt e altri influenti membri dell’ebraismo americano condannarono duramente l’accaduto, denunciando non solo il massacro in sé, ma anche il comandante dell’Irgun, Menachem Begin, e il partito Tnuat Haherut (il “Partito della Libertà”), da lui guidato. "[...] L’accaduto di Deir Yassin esemplifica il carattere e le azioni del Partito della Libertà. All’interno della comunità ebraica hanno predicato un misto di ultranazionalismo, misticismo religioso e superiorità razziale. [...] Fra i fenomeni più preoccupanti dei nostri tempi emerge quello relativo alla fondazione, nel nuovo stato di Israele, del Partito della Libertà (Tnuat Haherut), un partito politico che nell’organizzazione, nei metodi, nella filosofia politica e nell’azione sociale appare strettamente affine ai partiti nazista e fascista. È stato fondato fuori dall’assemblea e come evoluzione del precedente Irgun Zvai Leumi, un’organizzazione terroristica, sciovinista, di destra della Palestina. [...] Le confessioni pubbliche del sig. Begin non sono utili per capire il suo vero carattere. Oggi parla di libertà, democrazia e antimperialismo, mentre fino ad ora ha apertamente predicato la dottrina dello stato fascista. È nelle sue azioni che il partito terrorista tradisce il suo reale carattere, dalle sue azioni passate noi possiamo giudicare ciò che farà nel futuro. [...]".
Tale presa di posizione rappresenta uno degli esempi più espliciti del distacco morale e politico di Einstein rispetto alla direzione intrapresa da Israele. A tal punto che, quando David Ben Gurion gli offrì la carica di Presidente dello Stato di Israele, Einstein rifiutò.
Sebbene il massacro sia stato fermamente condannato dalla leadership dell’Haganah (la principale organizzazione militare ebraica del tempo) e da rabbini di rilievo, non fu preso alcun provvedimento concreto contro i responsabili della strage.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia