26 Novembre 2024
Nella Striscia di Gaza oltre 10mila tende di palestinesi sfollati sono state spazzate via dalle inondazioni degli ultimi giorni, che hanno colpito in particolare la zona di Muwasi, vicino a Khan Younis, dove erano stati allestiti dei campi di fortuna.
A lanciare la notizia sono stati i funzionari di Hamas, i quali hanno parlato di quasi 10mila tende sono state spazzate via dalle inondazioni negli ultimi due giorni. Il forte vento e le forti piogge improvvise hanno causato alte onde marine che hanno allagato le tende trascinandole poi via, aumentando le difficoltà di tutte le persone che cercano di trovare un rifugio nei campi profughi scappando dalle bombe israeliane.
I funzionari palestinesi hanno fatto sapere che l’81% delle 135.000 tende è inadatto a ospitare un riparo e hanno accusato Israele di aver impedito l’ingresso di altre tende necessarie. L’ONU stima che circa il 90% della popolazione di 2,3 milioni di persone sia stata sfollata, spesso più volte, e centinaia di migliaia di persone vivono in campi tendati in difficilissime condizioni, con poco cibo, acqua o servizi di base. Gli ordini di evacuazione israeliani ora coprono circa il 90% del territorio.
Nessuno si aspettava inondazioni così forti, tale da spazzare via le tende che gli sfollati avevano posizionato per rifugiarsi dopo aver abbandonato le proprie abitazioni colpite dalle bombe israeliane. Quando si è diffusa la notizia, in molti hanno iniziato a pensare che la causa possa essere il cloud seeding, ossia l'inseminazione artificiale delle nuvole. Pratica talvolta utilizzata proprio come arma di guerra.
Sono subito tornate alla mente le numerose inondazioni degli ultimi tempi, sempre più violente. In alcuni casi sono stati i governi stessi ad ammettere l'uso della pratica del cloud seeding, come accaduto in Marocco e ad Abu Dhabi.
Il 31 ottobre a Valencia in sole otto ore erano caduti 400 millimetri di acqua, ossia l'equivalente di ciò che in quelle zone si registra solitamente in un anno intero. Già nel mese di agosto di quest'anno, l'agenzia meteorologica spagnola El Tiempo aveva lanciato un'allerta riguardo ai rischi connessi al cloud seeding, ossia all'inseminazione artificiale delle nuvole, sottolineando che il Marocco stava sviluppando 20 progetti di cloud seeding nell'ambito del suo piano nazionale per combattere la scarsità idrica. Proprio il Marocco è stato protagonista di nubifragi e inondazioni che hanno allagato grandi aree del deserto trascinando via tutto ciò che incontravano, dalle piante ai cammelli. In quel caso si era registrata la pioggia più abbondante degli ultimi 75 anni.
Anche negli Emirati Arabi le partiche di inseminazione artificiale delle nuvole nell'ultimo anno sono sfuggite al controllo umano, provocando alluvioni intense e inondazioni in molte aree. L'utilizzo del cloud seeding era stato ammesse dal governo stesso.
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