24 Settembre 2025
Centinaia di persone sono scese in molte piazze della Cisgiordania nella giornata di martedì 23 settembre per festeggiare il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di molti Paesi appartenenti alle Nazioni Unite. A Ramallah, i rappresentanti dell'Autorità Nazionale Palestinese hanno dichiarato: "È un primo passo storico, il frutto della resistenza del nostro popolo".
Centinaia di persone si sono radunate martedì a Ramallah e in altre città della Cisgiordania per celebrare l’ondata di riconoscimenti dello Stato di Palestina da parte di numerosi Paesi occidentali, tra cui Francia, Belgio, Lussemburgo e Malta. La piazza centrale di Ramallah si è riempita di bandiere palestinesi ed europee, cartelli con scritto “Fermiamo il genocidio” e slogan nazionalisti diffusi dagli altoparlanti.
A guidare la folla, i leader dell’Autorità Nazionale Palestinese e del movimento Fatah, che hanno stretto mani e sorriso davanti alle telecamere. “Questo riconoscimento è un primo passo in un processo che speriamo possa continuare”, ha dichiarato Jibril Rajoub, segretario generale di Fatah. “È il frutto di oltre un secolo di resistenza e determinazione del nostro popolo”.
Tra i presenti anche Maysoon Mahmoud, dirigente di Fatah, che ha ringraziato i Paesi europei: “Siamo qui per esprimere gratitudine, ma anche per chiedere loro di continuare a sostenerci per fermare la guerra. È tempo che il mondo si assuma le proprie responsabilità”.
A Tulkarem e in altri centri minori, decine di persone hanno sventolato le bandiere degli Stati che hanno riconosciuto ufficialmente la Palestina, mentre molti cittadini hanno espresso sentimenti contrastanti: gioia per il sostegno internazionale, ma anche amarezza per la realtà del genocidio ancora in corso a Gaza e in Cisgiordania.
“Non vogliamo solo parole, ma azioni concrete”, ha detto Roula Ghaneb, madre di un giovane detenuto. Un messaggio chiaro che accompagna le celebrazioni: la legittimità simbolica deve tradursi in passi politici capaci di fermare il conflitto.
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