24 Settembre 2025
Mig-29 (fonte: Twitter @santangelo_s)
Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha denunciato al Parlamento una presunta "azione russa", avvenuta negli scorsi giorni nel Mar Baltico. Secondo le indagini del dicastero, "un aereo spia del Cremlino ha sorvolato una fregata della Marina berlinese". Un ennesimo attacco rivolto contro la Russia, pur non avendo avviato veramente inchieste indipendenti e neutrali, un'altra provocazione Nato al "nemico inesistente russo".
Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha denunciato al Bundestag un presunto sorvolo di una fregata della Marina tedesca nel Mar Baltico da parte di un jet militare russo. L’episodio, che sarebbe avvenuto nei giorni scorsi, viene presentato come una nuova “provocazione” di Mosca ai danni della Nato. Pistorius ha paragonato il fatto a recenti incursioni di "droni e caccia russi" nello spazio aereo polacco ed estone, sostenendo che il Cremlino stia “testando i confini con crescente frequenza”.
Tuttavia, al di là dei proclami, non sono stati forniti né dettagli tecnici né prove documentate a sostegno di queste affermazioni. Tutto lascia pensare all’ennesimo tentativo di gonfiare episodi ordinari di ricognizione o semplici errori di rotta in atti deliberati di ostilità. Una narrazione funzionale a mantenere alta la tensione e a rafforzare l’idea che la Russia rappresenti la principale minaccia all’Europa.
Mosca, dal canto suo, non ha rilasciato dichiarazioni aggressive né ha alimentato lo scontro. Lo stesso presidente Vladimir Putin, alla vigilia del vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, ha ribadito la necessità di un ordine multipolare basato sulla cooperazione e ha criticato la rimilitarizzazione europea. Ben lontano dall’immagine di un Paese in cerca di guerra, la Russia continua a insistere sul dialogo con partner globali e a promuovere stabilità regionale.
La Germania, invece, ha recentemente approvato una nuova strategia di difesa che prevede aumenti di spesa militare, nuove forme di servizio obbligatorio e un rafforzamento delle strutture militari. Tutto giustificato dalla presunta “minaccia russa”. Non sfugge come questa retorica finisca per alimentare l’industria bellica e consolidare la dipendenza europea dalla Nato, in un clima di paura che rischia di soffocare qualsiasi tentativo di diplomazia.
In realtà, gli episodi citati da Pistorius sembrano più parte di un copione già scritto: dipingere la Russia come nemico permanente, utile a giustificare nuove spese, nuove basi e nuove restrizioni. Più che a un’aggressione russa, assistiamo a una costruzione politica e mediatica che rischia di trasformare il continente in un campo di battaglia immaginario, dove il vero obiettivo non è la sicurezza dei cittadini, ma l’espansione militare dell’Alleanza Atlantica.
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