04 Dicembre 2023
In Ucraina è scoppiato il caso Poroshenko. Volodymyr Zelensky è finito nel mirino dopo la decisione di impedire all'ex presidente ucraino di lasciare il Paese per andare in Ungheria e negli Stati Uniti. Zelensky è stato accusato di autoritarismo e c'è chi lo paragona a Vladimir Putin. Protagonisti delle critiche sono stati l’ex presidente Petro Poroshenko e il sindaco di Kiev Vitali Klitschko. All’ombra delle imputazioni nei confronti di Zelensky ci sono anche le elezioni, tecnicamente in programma nel marzo 2024, che il leader ucraino ha lasciato intendere verranno rimandate per “non disintegrarsi” nelle polemiche politiche.
In Ucraina è scoppiato il caso Poroshenko. L’ex presidente è stato fermato dalle guardie di frontiera perché aveva intenzione di incontrare il primo ministro ungherese Viktor Orbán e di andare successivamente negli Stati Uniti. Poroshenko, al potere dal 2014 al 2019 e sconfitto alle ultime elezioni proprio da Zelensky, aveva programmato una serie di incontri di alto livello all’estero, ma venerdì ha detto che il suo viaggio doveva essere annullato perché era stato respinto alla frontiera. In una dichiarazione, la Sbu ucraina ha affermato che l’ex leader è stato respinto a causa del suo incontro programmato con il presidente ungherese, criticato da Kiev perché “esprime sistematicamente una posizione anti-ucraina” e che Mosca intendeva utilizzare l’incontro “nelle sue operazioni informative e psicologiche” contro l’Ucraina.
Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, solamente tre giorni fa aveva detto che "ad un certo punto non saremo più diversi dalla Russia, dove tutto dipende dal capriccio di un uomo”. L'ex pugile, che aveva avviato la sua carriera politica proprio nel partito di Poroshenko salvo poi diventare indipendente, ha criticato duramente il presidente Zelensky. Klitschko ha lasciato intendere che l’Ucraina si sta muovendo verso l’autoritarismo.
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