30 Settembre 2022
85 giorni di assedio raccontati in brevissimi video: due minuto che sono uno squarcio che mostrano la quotidianità mostruosa dei difensori dell'Azovstal, l'impianto siderurgico in cui i soldati del battaglione Azov, truppa nazionalista di estrema destra, si sono arroccati assieme ad altri elementi dell'esercito ucraino nel corso della battaglia per Mariupol, resistendo tenacemente per più di due mesi. Video che non sarebbero mai emersi, se non per il recente scambio di ostaggi, che ha consentito ad alcuni guerrieri dell'Azovstal di tornare alla libertà; tra di essi mr. Frostovic, detto Frost, autore del video.
Questo documento è interessante nella misura in cui racconta non tanto gli eventi bellici, quando il modo in cui loro hanno vissuto l'assedio. Attraverso le fotocamere, li vediamo focalizzarsi inorriditi sui corpi dei compagni; li vediamo appostarsi (forse per ore) dentro abitazioni desolate, pronti a una imboscata. Li vediamo nel corso di scontri ferocissimi, scambiando raffiche di mitragliatrice o bersagliando tank nemici con missili anticarro.
In altri momenti, emerge di più l'aspetto umano. I tentativi disperati di dare soccorso ai feriti, gli sforzi di disseppellire compagni travolti dalle maceria o la bella sequenza in cui, quasi a volersi isolare dalla violenza della guerra, il soldato-reporter inquadra rapito dei bellissimi papaveri rossi, appena sbocciati nella primavera.
Al di là delle posizioni politiche, è quasi impossibile non provare ammirazione per il coraggio e la fermezza di questi soldati, che circondati e senza speranza di salvezza, hanno comunque scelto di fare il loro dovere. Ed è difficile, guardando queste immagini, non immaginare a cosa hanno vissuto nei giorni dell'assedio, come erano le loro giornate, cosa avremmo fatto al loro posto.
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