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Pirelli, Antonio Calabrò: "La relazione di Milano con il mondo è un'identità di città che sa inglobare e accogliere"

Il Responsabile Affari Istituzionali Pirelli a Il Giornale d'Italia: "Il coraggio di investire, cioè di continuare a puntare risorse, materiali e immateriali, soldi, intelligenza, passione, sulle caratteristiche di fondo di Milano"

13 Settembre 2021

Le parole di Antonio Calabrò, Responsabile Affari Istituzionali Pirelli, a Il Giornale d'Italia in occasione de I discorsi del coraggio: "Il coraggio di investire, cioè di continuare a puntare risorse, materiali e immateriali, soldi, intelligenza, passione, sulle caratteristiche di fondo di Milano. Milano città inclusiva, accogliente, capace di sperimentare, ambiziosa. Milano, città che nel corso della sua storia ha avuto attitudine ad attrarre intelligenze e progetti. Città di fabbriche, città di banche, città di cultura, università e commercio. Non una monocultura economica, ma più culture che diventano una grande risorsa collettiva. Milano città centrale, Europea, lungo l'asse dall'Europa al Mediterraneo, dall'ovest dell'antico triangolo industriale che si sta rilanciando verso est di quelle che una volta erano le vie che portavano in oriente e che oggi si rinnovano. Questa relazione di Milano con il mondo è un'identità di città che sa inglobare e accogliere sono i punti di forza su cui investire.

Io credo che ci siano due dimensioni che si incrociano, quella della sostenibilità ambientale e sociale e la dimensione dell'innovazione tecnologica. Sono i due punti su cui Milano, città italiana ed europea, ha delle ottime risorse. Sempre nella storia di Milano c'è una capacità di tenere insieme le risorse pubbliche, l'intelligenza di industria e finanza e una lunga e prolungata attitudine al buon governo. Abbiamo ricordato Carlo Tognoli come esempio di guida consapevole e lungimirante della città anche in momenti difficili. Io credo che questa cultura del buon governo e il dialogo di reciproche autonomie con l'impresa sia uno dei punti distintivi sui cui continuare ad investire.

Le imprese non devono ripartire, sono già ripartite. Le imprese devono continuare a lavorare sul loro essere imprese dentro i grandi flussi rinnovati dei commerci e delle produzioni internazionali", conclude.

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