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Morti per caldo estremo, Roy De Vita contro studio dell’Imperial College: “Una supercazzola, decessi uguali a quelli di sempre” - VIDEO

Il cuore della contestazione sta nei numeri che lo studio attribuisce ai decessi legati al caldo estremo, in particolare tra fine giugno e inizio luglio

14 Luglio 2025

Un’ondata di caldo e un’ondata di allarmismo. È quanto denuncia Roy De Vita, chirurgo primario all’Istituto Nazionale dei Tumori “Regina Elena” di Roma, che ha smontato punto per punto lo studio dell’Imperial College di Londra, su cui si sono fiondati giornali e siti d’informazione per lanciare l’allarme: “Aumento della mortalità per il caldo torrido una supercazzola, stessi decessi di sempre”.

Morti per caldo estremo, Roy De Vita contro studio dell’Imperial College: “Una supercazzola, decessi uguali a quelli di sempre”

Questa è la notizia che tutte le più importanti testate giornalistiche, nessuna esclusa e logicamente anche i siti web di informazione, ci hanno dato basandola su uno studio inglese dell'Imperial College. Uno studio che però i giornalisti, chiamiamoli affettuosamente così, non hanno nemmeno perso tempo a leggere o se lo hanno fatto non ci hanno davvero capito nulla”. Secondo Roy De Vita, il documento in questione sarebbe costruito su assunti errati e proiezioni volutamente allarmistiche: “Lo studio, oltre ad essere basato su assunzioni non vere, presume, secondo modelli da supercazzola prematurata, costruiti però, attenzione, in maniera complessa, così da aumentarne la credibilità per dimostrare una tesi precostituita”.

Il cuore della contestazione sta nei numeri che lo studio attribuisce ai decessi legati al caldo estremo, in particolare tra fine giugno e inizio luglio. “Lo studio presume, dicevo, che, secondo calcoli probabilistici, tra il 23 giugno e il 2 luglio siano morte, a causa del caldo torrido, causato, beninteso dall'uomo, è opportuno sottolinearlo, ben 3200 persone e i dati peggiori tra le 12 città europee esaminate verrebbero attribuiti a Milano e a Roma, che avrebbero addirittura triplicato il numero dei decessi. Bene, questi numeri sono falsi e lo studio è una enorme bufala”.

La smentita, sostiene De Vita, è arrivata con una semplice verifica presso le anagrafi comunali. “I numeri riportati sono frutto di pura fantasia e non hanno nessun riscontro reale nei fatti, ma è bastata fare una ricerca basica, chiamando l’anagrafe comunale, per sapere che i decessi giornalieri di Roma e Milano sono stati assolutamente in media con i decessi che avvengono durante tutto l'anno. Non c'è nemmeno un mezzo morto in più e i fact-checkers direte voi dove sono? Probabilmente al mare”.

Ma perché, si chiede De Vita, alimentare una narrazione catastrofista? “La cialtroneria della classe media giornalistica è solo parte della spiegazione”.

L’altra parte, quella più insidiosa, secondo De Vita, risponde a logiche precise: “Quella più nascosta non è comunque difficile da comprendere. Il racconto deve essere sempre funzionale allo scopo finale, che è quello di fare accettare all'opinione pubblica decisioni e provvedimenti che si vogliono prendere ma che non sarebbero mai accettati se imposti da un bled. Si chiama finestra di Overton e è un sistema scientifico di manipolazione delle masse. L'importante è che sappiate che non stiamo vivendo nessuna ondata eccezionale di caldo e che non c'è nessuna mortalità in eccesso per il caldo”.

Chiusura indirizzata al mondo della comunicazione e della medicina che continua a dispensare raccomandazioni estive. “Infine, una cortesia che chiedo soprattutto ai media televisivi e agli esperti coinvolti. Per favore, smettetela di consigliarci di non uscire nelle ore più calde, di bere più del soldo, di mangiare meno polente e più frutta e di bagnarci la testa. Cretini sì, ma sempre entro certi limiti”.

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