19 Marzo 2025
Sui social c’è chi sostiene che sia il momento di farsi giustizia privata, in risposta ai continui disordini provocati dai “maranza”. Sulla scia di vari YouTuber come Simone Cicalone e Simone Carabella, noti personaggi che combattono l’ambiente criminale nel romano, gli Articolo 52 sono un gruppo attivo nel milanese. Considerata la “rilassatezza” del sindaco Sala sulla questione criminalità, il gruppo Articolo 52, come dichiarato da uno dei fondatori “Max” a La Zanzara, si è organizzato in ronde anti-maranza per restituire “occhio per occhio, dente per dente”.
Su TikTok è diventato virale un video in cui il gruppo anti-maranza si è fatto giustizia da solo contro un ragazzo nordafricano accusato di essere un ladro e aver picchiato un ragazzo.
“Picchiato ragazzo sulla banchina della metropolitana verde in zona centrale. Un uomo, probabilmente nordafricano, viene braccato da un gruppo di quattro persone a volto scoperto. Lo accusano di essere un ladro seriale. ‘Ti ricordi? Hai picchiato un ragazzo? Ora tocca a te’, gli gridano, lo inseguono sulle scale, lo colpiscono con pugni e calci, mentre uno di loro riprende la scena con il cellulare. Il video, diventato virale, ricorda da vicino il pestaggio avvenuto alla Darsena pochi giorni prima. Anche lì un'aggressione ripresa e diffusa in rete, trasformata in una sorta di manifesto del movimento Articolo 52. Le modalità sono simili, il clima è lo stesso vendetta, giustizia privata, violenza che chiama altra violenza. È questo il nuovo scenario su cui sta indagando la Procura di Milano, cercando di capire chi si nasconda dietro questi blitz sempre più frequenti. Sul gruppo Articolo 52 è stato di recente aperto un fascicolo per associazione a delinquere. Gli accertamenti sono partiti da un filmato pubblicato sui social in cui un ragazzo accusato di aver scippato una collana, viene malmenato da due uomini vestiti di nero con cappucci e scaldacollo. Gli investigatori hanno già identificato sei uomini tra i 18 e i 30 anni. Nessun legame diretto con l'estrema destra, ma simpatie evidenti tra loro un pugile amatoriale, un buttafuori e qualcuno con precedenti per spaccio e occupazione abusiva. Il gruppo, che comunica attraverso chat private, sta cercando di strutturarsi riunioni su Zoom e divisioni in squadre, regole operative. Le conversazioni intercettate sono inquietanti: c'è chi parla di gilet tattici rinforzati da nascondere sotto la felpa e chi mostra un coltellaccio da cucina dichiarando gli spacchiamo tutti nel manifesto ideologico di uno dei leader. La legalità arriva fino a quando si può intervenire con le buone maniere, poi si passa ad altro. Gli investigatori ora stanno cercando di risalire ai volti dietro i nickname, monitorando attentamente le attività online e cercando di mettere insieme tutti i pezzi del puzzle.”
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia