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Edoardo, il tifoso della Roma "malato terminale" è un fake, la confessione: "Non sto morendo, nessuna eutanasia, era uno scherzo" - VIDEO

La sua storia aveva colpito ed emozionato tutto il mondo del calcio, si era anche mossa l'As Roma, che per bocca del suo allenatore Daniele De Rossi, aveva chiesto aiuto per poterlo rintracciare, ma già durante il suo intervento teatrale a "Te la do io Tokio" erano emerse delle falle sospette

19 Aprile 2024

Edoardo esiste, anche il nome è lo stesso. Ciò che invece è tutto o quasi, inventato, è gran parte del suo intervento in radio durante la diretta di "Te la do io Tokio", una delle radiotrasmissioni di calcio più ascoltate nella capitale, sponda giallorossa. Edoardo è uno dei tanti tifosi romanisti che decide di chiamare Tele Radio Stereo per parlare con Marione e raccontare lo sua storia. Sostiene di essere malato terminale molto sofferente e per questo avrebbe deciso di procedere con l'eutanasia presso una clinica Svizzera il 22 maggio. Una storia che ha immediatamente fatto il giro del web commuovendo tutti. Ancor di più, in quanto proprio quel giorno si disputa la finale di Europa League. Edoardo, tra qualche finta lacrima e toni da "gladiatore", chiede un ultimo regalo, prima di staccare la spina, alla sua squadra del cuore: vincere la coppa. 

Edoardo, il tifoso "malato terminale" è un fake, la confessione: "Non sto morendo, nessuna eutanasia"

Era partito tutto come uno scherzo, ma la grande risonanza mediatica ha fatto sfuggire di mano la vicenda costringendo il tifoso ad una veloce "errata corrige" immediata. Anche perché nel frattempo si era anche mobilitata la Roma con DDR in prima persona a metterci la faccia promettendo a Edoardo il massimo impegno con la speranza di poterlo anche rintracciare. Dopo qualche ora, il giallo: l'AdnKronos fa sapere che la persona in questione non ha nessuna malattia e sta bene sotto tutti i punti di vista, in più risulta anche essere sposato con una donna che è erede di una ricca e famosissima famiglia. Il suo racconto, però, non è stato del tutto lineare, spesso si è contraddetto. In particolare quando sosteneva di avere  "una malattia terminale, tale che non mi fa morì, ma la qualità di vita è quella che è". Una smentita su ciò che aveva appena detto. La versione pasticciata proseguiva subito dopo quando affermava di avere "preso accordi con una clinica in Svizzera, che mi ha mandato le date, quelli gli svizzeri so' strani, è come se fa ‘a spa, e una data era il 22 maggio". Insomma, vuole morire ma non anche no. C'è la data me è tutto in alto mare. 

Il 22 maggio data non casuale, si disputa la finale di Europa League

"E nella mia testa ho detto: il 22 maggio ho qualcosa da fare e mi so' ricordato che era la finale di Dublino. E c'è una cosa che vorrei… – e qui Edoardo scoppia in un pianto dirompente, riuscendo appena a continuare – è ‘sta cazzo di coppa del cazzo" Durante la telefonata Edoardo aveva anche detto: "Per fortuna non ho figli, ma c'ho i cani, che per me so' come i figli". Cosa risultata vera in quanto ha veramente dei cani, insieme a tutto il resto.

Crollato il castello, le precisazioni: "Sono malato cronico, non terminale"

"La mia non è una malattia terminale, ma cronica. Ma niente eutanasia", ha precisato Edoardo una volta scoperto. Nessuna malattia terminale, né alcuna voglia di farla finita: "Viviamo in una società in cui se stai male devi piangere e piangerti addosso. Se agli altri appari come uno che ride, che scherza, allora non può essere vero che soffri. Se uno sbaglio l'ho fatto è che ho definito ‘terminale' la mia malattia, anche se poi mi sono corretto, per fortuna. La mia non è una malattia terminale ma comunque è cronica e incurabile. Ci convivo da anni e ho iniziato una cura sperimentale che mi costringe ad andare fuori Italia. Però in Svizzera al momento non vado…".

"Io scherzo sempre, la leggerezza mi aiuta a vivere meglio"

"Il fine vita? E' un pensiero per me estremamente rilassante, per questo l'ho citato. Io tengo duro per i miei affetti, per mia moglie, ma con questa malattia cronica che mi distrugge la vita quotidiana, con il medico che mi ha sempre assistito e operato e mi ha detto che non c'è nulla da fare… ecco, viene da pensarci. Per me la riservatezza è una dote essenziale. Quello che ho lo sanno i miei genitori, due dei miei amici più cari e mia moglie, che perfino l'anno scorso, quando ci siamo sposati, mi ha curato amorevolmente al bagno all'oscuro degli invitati, naturalmente ignari di tutto. Quella telefonata alla radio, che mai avrei pensato avrebbe suscitato tanto scalpore, l'ho fatta perché mi faceva ridere che, pur in una situazione dolorosissima, il mio pensiero fosse sempre alla Roma, come pure oggi. Io scherzo sempre, la leggerezza mi aiuta. Per questo tanti amici che hanno sentito il mio intervento in diretta alla radio mi hanno preso per pazzo, riconoscendo la mia voce. Mi hanno chiamato in tanti, increduli di cosa nascondo".

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