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"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Draghi e il “governo dei migliori”, “felici dei risultati raggiunti”. Ma quali? La più grave crisi sociale, economica ed energetica dal 1945, povertà, inflazione, debito, guerra e instabilità geopolitica. Siamo alla canna del gas, ma senza gas

Il tutto in 2 frasi cult: “se non ti vaccini muori e fai morire” e “volete la pace o i condizionatori?”. Un danno incomparabile, che ha impattato drammaticamente anche sui nostri figli e su una crescita del debito pubblico record (circa 200 mld in meno di 2 anni). In bocca al lupo Giorgia. Ma attenzione a tutelare a tutti i costi i diritti naturali e fondamentali i valori umani, sociali, e le libertà, delle quali sei sempre stata paladina. Senza indugi. Senza Draghi, Conte e i “migliori"

22 Ottobre 2022

Mario Draghi, 2022

Mario Draghi, 2022 (fonte: Lapresse)

Eh sì. Brutto dirlo. Mai avremmo voluto farlo. Ma è andata purtroppo così. Lo scrivemmo sulle colonne di questo giornale il 25 febbraio 2021, qualche giorno dopo l’insediamento di Draghi, in tempi assolutamente non sospetti (e sperando di sbagliare), gli unici nel panorama dell’informazione.

Molti, se non tutti pensavano al “salvatore”: il nemico del debito pubblico che per anni ci aveva giustamente bacchettato dagli scranni di Bruxelles e della BCE, auspicando riforme strutturali, rimaste al palo dalla notte dei tempi (se non per un piccolo e incompiuto tentativo di Matteo Renzi), colui che avrebbe potuto / dovuto finalmente dare la giusta rotta all’Italia e risolvere la sua ormai più che ventennale “decrescita felice”.

Chi meglio di lui avrebbe potuto superare e risolvere i problemi dell’Italia: lui, il promotore dell’impresa, della crescita, del lavoro, delle riforme. Contro il debito (che per i teutonici significa “peccato”), la burocrazia, gli interessi personali e quant’altro di più bieco si possa immaginare.

E invece no. Come abbiamo recentemente scritto, il periodo di Draghi e del “Governo dei migliori”, in carica per 20 mesi (da febbraio 2021 ad ottobre 2022), ma con “long tail” purtroppo ancora per molto tempo, ha determinato la maggior crescita del debito pubblico per unità di tempo (200 miliardi), ma sarà ricordato, a modesto avviso dello scrivente, come il peggior capitolo dal secondo dopoguerra ad oggi, battendo addirittura Conte, Monti, Berlusconi & Co.

La sintesi in 2 frasi “cult”; “se non ti vaccini muori e fai morire” e “volete la pace o i condizionatori?”. Posizioni che hanno creato un danno economico e sociale incomparabile, impattando drammaticamente come mai anche sui nostri figli, facendo quasi dimenticare tutto il resto.

  1. Vediamo la prima: “Se non ti vaccini muori e fai morire” e “con i vaccini si potrà stare insieme agli altri, andare al ristorante e avere la garanzia di non contagiarsi”.
    Questa frase, pronunciata il 22 luglio 2021 dal soggetto più autorevole e stimato d’Italia, e forse d’Europa, con massima convinzione, ufficialità ed intento attuativo in conferenza stampa, ha provocato una serie di conseguenze per le quali molti invocano un processo di Norimberga 2. Neanche Conte era arrivato a tanto con i suoi inutili lockdown, decreti e decretucci accompagnati da ristori a pioggia che pagheranno forse i nostri pronipoti, senza parlare di spese pazze per banchi a rotelle, vaccini e varie.

    Cicerone avrebbe dedicato il ”Mala tempora currunt”
    a Conte e ai grillini in maggioranza, ma chi avrebbe pensato al “sed peiora parantur” da lì a poco.

    Draghi, con i vari green pass, super green pass e obblighi vaccinali, è riuscito a spaccare e distruggere le famiglie, ha messo le mani sui nostri figli, ha tolto il lavoro
    . È entrato nei meandri più intimi e privati dell’essere umano, decretando dal suo scranno chi poteva lavorare e chi no, chi aveva diritto di avere una vita civile e chi doveva essere ghettizzato, mettendo gli uni contro gli altri. Moglie contro marito, genitori contro figli, imprese ed organizzazioni contro i lavoratori.

    Ghettizzando chi, liberamente scegliendo o avendo il diritto di scegliere che cosa fare, veniva additato come “untore” ed emarginato dalla società e dal lavoro. In barba alla Costituzione Italiana
    , fondata sul lavoro (art. 1)
    Benedetto Croce, esimio editorialista de Il Giornale d’Italia, per il quale “La libertà al singolare esiste solo nelle libertà al plurale”, e "La libertà innanzi tutto e sopra tutto" («Il Giornale d'Italia» 10 agosto 1943), tra i vari, è vissuto invano.

    Draghi e il suo governo, con il braccio armato di Speranza & Co. ha spaccato la società e creato fazioni opposte e cruente, oltre i guelfi e i ghibellini, gli orazi e i curiazi, i romani e i sabini, Romolo e Remo, Atene e Sparta, La Grecia e Troia. Per non andare oltre.

    Alberto Bergamini, primo direttore de Il Giornale d’Italia, amava scrivere: “Lavoreremo alla conciliazione degli animi, a ravvivare i sentimenti di solidarietà fra tutti gli ordini cittadini, a rialzare le condizioni morali ed economiche delle classi più disagiate, da cui dipende per tanta parte l'avvenire d'Italia”. Alberto Bergamini, direttore, Anno I, n° 1, 16-17 novembre 1901.

    Ma Draghi non si è fermato. È andato oltre. Ha messo le mani sui bambini. Sui nostri figli. Li ha suddivisi tra bambini buoni e bravi e bambini cattivi.

    I bambini buoni e bravi possono andare da McDonald’s. I bambini cattivi stanno fuori. Peraltro con l’autunno poi l’inverno alle porte, sotto la pioggia e al freddo. Poi neanche fuori. Neanche all’aperto, distanziati. Ghettizzati. C’è chi ricorda il ghetto di Varsavia nel 1942. Del resto il parallelismo non è peregrino, attualizzando luoghi, strumenti e cause.

    Ma come diceva Mago Merlino nel magico film “Excalibur”, “la maledizione degli uomini è che essi dimenticano”. La stessa Segre, nel discorso di insediamento del nuovo Parlamento, ha dimenticato.

    Basti ricordare, tra i vari, la diciottenne Camilla Canepa, vaccinata il 25 maggio 2021 con AstaZeneca e morta 15 giorni dopo, il 10 giugno 2021. Il nesso causale è stato dimostrato inequivocabilmente, con la conseguenza di ritirare il vaccino dal mercato.

    E immaginatevi un genitore, spesso un padre, a combattere contro il proprio coniuge o ex coniuge, spaccando inesorabilmente il rapporto tra gli stessi, con i minori in mezzo, sulla decisione di somministrare loro il vaccino, questo vaccino (non altri), che non è neanche un vaccino.

    Per poi delegare la lite e relativa decisione al giudice di turno, strutturalmente e religiosamente vaccinista, orientato a dare la patria potestà al genitore favorevole a discapito di quello “pagano” e “perdente”. Genitore 1 + 2 vs genitore zero. Fino a dover temere poi per la vita dei propri figli (soprattutto se femmine). Una situazione che non si augura a nessuno e che potrebbe scatenare gli istinti più umani e primitivi che si possano immaginare.

    Per poi scoprire, come già sapevamo, dei mancati test su questi vaccini e delle reazioni avverse, fino all’acquisto nella UE di 4,5 miliardi di dosi di vaccino per 450 milioni di persone, 10 per ciascuno anche considerando i neonati e i “reticenti”, prodotti peraltro con scadenza e all’avvio dell’inchiesta della Commissione contro tali acquisti e i BIG Pharma.

    Una vergogna per l’umanità, appiattita al main stream e al politically correct, che ha accettato in gran parte di piegarsi al totale rinnegamento dei più basilari diritti di libertà, diritti umani e civili, buttando letteralmente nel secchio 2.500 anni di storia, cultura e principi nati nell’antica Grecia e poi ripresi, evoluti dagli Antichi Romani, in primis da Cesare Augusto, che promulgò nell’11 ac la sua Pax Augustea.

    Solo Draghi è riuscito in questo. Nessuno come lui.

  2. La seconda; “vogliamo la pace o i condizionatori?

    Anche questa frase, pronunciata il 6 aprile 2022, sempre in conferenza stampa e sempre dal soggetto più autorevole e stimato d’Italia e forse d’Europa, con massima convinzione, ufficialità ed intento attuativo, ha rappresentato la linea definitiva di demarcazione tra Occidente e Oriente, oltre la Guerra Fredda, con la fine dell’Italia, dell’Europa e di tutto quanto ereditato dalla nostra storia.

    Nessuno vuole la guerra, ma anzi la condanniamo fermamente. Ho apprezzato Trump per il solo fatto che non ha fatto guerre, differentemente dal dem Obama, che insieme ai francesi e ad altri ha bombardato Libia, Siria ed altri luoghi.

    Sull’imperialismo americano si potrebbe scrivere un’enciclopedia.  Basta ricordare che cosa accadde quando Mosca voleva mettere i missili a Cuba, nel pieno della Guerra Fredda, con il rischio di un conflitto mondiale. Basta immaginare semplicemente che cosa potrebbe accadere al Messico se questo decidesse di aderire all’ex Patto di Varsavia o similare.

    Putin ha sbagliato ad avviare la guerra contro l’Ucraina. Scelta assolutamente da condannare. Ma sono 8 anni, dal 2014, che sapevamo sarebbe potuto accadere e che Putin avvisava in tutti i modi. La stessa Giorgia Meloni intervenne in Parlamento nel suo discorso del 2014 a favore di Putin e contro l’Ucraina che sembra come mai di attualità. Ed è accaduto. E noi siamo entrati in guerra contro la Russia. Abbiamo fatto la stessa cosa, in modi diversi. Ma la stessa cosa. Siamo entrati in guerra e forniamo armi, in barba alla Costituzione italiana. Solo perché ce lo hanno detto gli americani.

    Ma, sempre a modesto avviso dello scrivente, solo un emerito pirla può fare la guerra a chi ci fornisce, tra i vari, il gas, il petrolio e il grano. A chi ci ha aiutati contro il nazismo. A chi è comunque vicino a noi e al quale siamo geograficamente, economicamente e culturalmente legati. Certo, si potrà obiettare che anche gli americani ci hanno aiutato al termine della seconda guerra mondiale, ma a quale prezzo? Al prezzo di rafforzare la mafia e di farci diventare una colonia americana.

    Poi che logica è? Rinunciamo ai condizionatori, dunque all’energia russa (rinunciando quindi anche al riscaldamento invernale, con i caminetti peraltro vietati, in particolare al nord, dove servirebbero di più), per avere una fantomatica pace, per la quale dobbiamo entrare in guerra. E adesso non abbiamo né la pace né i condizionatori. Neanche Machiavelli avrebbe compreso.

    Inoltre la scelta di piegarsi agli USA, con i quali dobbiamo e vogliamo comunque essere amici e partner, ha comportato la perdita di ruolo e potere dell’Europa e soprattutto dell’Italia, spingendo poi la Russia nelle braccia della Cina, con una situazione di progressiva escalation che non sappiamo dove ci porterà. Nel breve, sicuramente ad una crisi economica ancor più forte, con un costo dell’energia a livelli altissimi che qualche pirla pensa di risolvere spingendo sull'”energia green” e sull’acquisto del gas, a prezzi cinque volte più alti (al netto delle altre cause di rincaro), guarda caso, dagli USA oltre che da altri Stati altresì non partner (es. Algeria e Armenia), facendo decollare inflazione e tassi di interesse....

    E poi a volerla dire tutta, non abbiamo né ottenuto la pace, né i condizionatori. Anzi...

    Un vero capolavoro. Chapeau, Mr Draghi, insignito del premio statista dell’anno” o meglio “corna di caprone” dalla lobby ebraica newyorchese. Per che cosa poi non ci è chiaro. Premio che peraltro pare porti sfortuna. Crozza ci ha dato una lettura, drammatica ed esilarante al contempo.

    Nessuno avrebbe saputo fare di meglio. Questa situazione, i cui effetti e le cui conseguenze sono assai duraturi e complessi, sarà ereditata da qualcuno che difficilmente riuscirà a risolverla.

    E Draghi ci lascia con il suo “Fieri dei risultati raggiunti”. In effetti, nessuno come lui, come loro, come molti di noi.

    Caro Cicerone, I’m sorry, ma dopo esattamente 2120 anni siamo assai oltre il ”Mala tempora currunt”, e, ahinoi, anche oltre il “sed peiora parantur”.

    Chi lo avrebbe detto.

In bocca al lupo, cara Giorgia. Ma attenzione a raddrizzare la barra del timone, a tutelare a tutti i costi i diritti naturali e fondamentali, i valori umani, sociali ed economici e le libertà, delle quali sei sempre stata paladina.

Senza indugi. Senza Draghi, Conte e i “migliori”.

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