20 Settembre 2022
Fonte: Tgcom24
E così Mario Draghi è lo statista dell’anno. L’ex segretario di Stato degli Stati Uniti, Henry Kissinger, l’ha lodato “per la sua capacità di analisi e il suo coraggio”. E in effetti, per guidare un governo con Luigi Di Maio agli Esteri, ce ne vuole parecchio. Il premier uscente, a New York, durante la cerimonia dell’Appeal of Conscience, ha ricevuto elogi e ha ringraziato “il rabbino Schneier, l’eminenza cardinale Parolin, l’eminenza cardinale Dolan, l’eminenza monsignor Elpidophoros, il dottor Kissinger e il signor Schwarzman…”, tutti normali cittadini alle prese col caro bollette. Ma poi, che cos’è il World statesman award? E soprattutto: chi ha ricevuto il premio fatto a forma di corna di caprone prima di Draghi? Nell’elenco, tra gli altri, ci sono David Cameron e François Hollande, due per i quali il World statesman award ha rappresentato una sorta di pre-pensionamento politico, dato che nessuno ha più sentito parlare di loro.
Cameron, in qualità di primo ministro dell’Uk, vinse il premio del 2015. Un anno dopo, in seguito ai risultati del referendum sulla Brexit, annunciò le sue dimissioni, dichiarando che il Paese aveva bisogno di una “nuova leadership”. L’11 luglio del 2016 lasciò la guida del Partito conservatore e il 13 luglio venne sostituito da Theresa May a Downing Street. Da allora non si hanno più sue notizie. Il suo nome è comparso tra gli ex premier britannici presenti ai funerali della regina Elisabetta, mentre per trovare tracce di un’azione politica di un certo spessore occorre leggere il New York Times, che proprio oggi, martedì 20 settembre, ha pubblicato una sua intervista in cui rivela che ha ricordato il successo di “Titanic” ai dirigenti della 20th Century Fox, che consideravano “Avatar” un film troppo lungo. Ah no. Quello è James Cameron.
Hollande, da presidente francese, venne insignito del World statesman eccetera l’anno dopo, nel 2016. Stessa storia: la maledizione del premio colpì anche lui. Esattamente dodici mesi dopo consegnò i suoi poteri di capo dell’Eliseo a Emmanuel Macron (che il riconoscimento non l’ha mai ottenuto, e infatti è ancora lì). Hollande, nel settembre del 2017, è diventato presidente della France s’engage, una fondazione creata per lavorare nel settore dell’innovazione sociale. Nulla a che fare con la politica. Tra i vincitori del premio figurano anche Lee Hsien Loong, Enrique Peña Nieto, Stephen Harper e Susilo Yudhoyono. Come? Non vi dicono niente?
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