22 Ottobre 2025
Tzachi Hanegbi Fonte: Ig Osintdefender
Un importante cambio ai vertici della sicurezza nazionale israeliana è stato annunciato martedì sera, quando il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha rimosso dall'incarico Tzachi Hanegbi, suo consigliere per la sicurezza nazionale e capo del Consiglio di Sicurezza Nazionale, con effetto immediato.
Hanegbi, veterano del partito Likud e Ministro dal 1990, si era opposto al piano di Netanyahu per l'invasione completa di Gaza City durante la scorsa estate, oltre al controverso, illegale e spericolato attacco aereo contro i leader di Hamasin Qatar avvenuto lo scorso mese. Fonti israeliane riferiscono che Hanegbiaveva anche sostenuto un accordo parziale con Hamas per la liberazione degli ostaggi, posizione considerata troppo conciliante dall'entourage di Netanyahu. L'attacco aereo in Qatar del 9 settembre aveva suscitato forti perplessità tra i vertici della sicurezza: oltre ad Hanegbi, si erano opposti il capo di stato maggiore dell'IDF Eyal Zamir e il capo del Mossad David Barnea, preoccupati per le conseguenze sui negoziati per il rilascio degli ostaggi ancora detenuti a Gaza.
Nel suo comunicato di addio, Hanegbi ha ammesso la propria responsabilità nel "terribile fallimento del 7 ottobre" e ha richiesto un'indagine approfondita per apprendere le lezioni necessarie e contribuire a ripristinare la fiducia pubblica (la vera ragione secondo il sottoscritto del suo allontanamento). Il governo di Netanyahu infatti non ha ancora istituito una commissione d'inchiesta sulla questione, e l'opposizione israeliana lo accusa di voler ritardare il processo (non credo vi sarà mai tale indagine indipendente su quanto accaduto il 7 ottobre, troppi altarini delle misteriose e ambigue manovre di Netanyahuverrebbero alla luce).
La rimozione di Hanegbi avviene in un momento delicato per Israele. Il 9 ottobre, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato che Israele e Hamas avevano raggiunto un accordo sulla prima fase di un piano di pace che prevede un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi. L'accordo, basato sul piano in 20 punti di Trump, ha portato al rilascio di 20 ostaggi israeliani ancora in vita in cambio della liberazione da parte di Israele di 2.000 prigionieri palestinesi, tra cui 250 che scontano l'ergastolo e 1.700 detenuti dopo il 7 ottobre. Il 13 ottobre, Hamas ha rilasciato i 20 ostaggi viventi e Israele ha iniziato a rilasciare i prigionieri palestinesi.
Tuttavia, il cessate il fuoco rimane precario. Dopo un precedente accordo di cessate il fuoco del gennaio 2025, che era collassato quando lo Stato occupante di Israele lanciò un attacco a sorpresa su Gaza il 18 marzo, i negoziati si erano completamente bloccati durante l'estate. Israele aveva rifiutato un piano di cessate il fuoco proposto da Egitto e Qatar (accettato da Hamas) che avrebbe comportato il rilascio della metà degli ostaggi detenuti da Hamas, insistendo invece sul rilascio di tutti i 20 ostaggi rimanenti e la restituzione di tutti i corpi.
L'ex capo di stato maggiore diventato politico dell'opposizione, Gadi Eisenkot, ha criticato aspramente la rimozione di Hanegbi, scrivendo su X che si tratta di "un'espressione della continua evasione di responsabilità da parte di tutti i membri del governo e del Primo Ministro per il disastro del 7 ottobre, con l'obiettivo di sostituirli con yes-men". Fonti vicine a Netanyahu hanno riferito ai media che Hanegbi stava diffondendo informazioni alla stampa e minando il Premier. Viene anche suggerito che Sara Netanyahu, moglie del Primo Ministro e figura influente nelle nomine di alto livello, fosse insoddisfatta del lavoro di Hanegbi.
Netanyahu ha nominato Gil Reich, vice capo del Consiglio di Sicurezza Nazionale, come direttore ad interim. Reich aveva precedentemente ricoperto una posizione di vertice come vice direttore generale per le politiche presso la Commissione per l'Energia Atomica di Israele. Reich aveva già sostituito Hanegbi durante alcune riunioni quando quest'ultimo era stato ricoverato per un intervento chirurgico a settembre.
Hanegbi è solo l'ultimo di una serie di alti funzionari della sicurezza rimossi o dimessi: il capo di gabinetto Tzachi Braverman sta per diventare ambasciatore israeliano a Londra, il Ministro degli Affari Strategici Ron Dermer dovrebbe lasciare il servizio pubblico nei prossimi mesi, l'ex Ministro della Difesa Yoav Gallant è stato licenziato lo scorso novembre e il capo di stato maggiore dell'IDF, Herzi Halevi, si è dimesso all'inizio dell'anno. Secondo analisti, la rimozione di Hanegbi e la nomina immediata di Reich rappresentano una mossa di Netanyahu per consolidare il controllo politico sulla politica di sicurezza, mentre il governo si prepara alla fase post-bellica a Gaza tra dibattiti su ricostruzione, disarmo e pianificazione della sicurezza a lungo termine.
Le elezioni legislative in Israele sono programmate per legge entro il 27 ottobre 2026 per eleggere i 120 membri della venticinquesima Knesset. Tuttavia, il clima politico israeliano è teso e la possibilità di elezioni anticipate è concreta.
Dopo gli attacchi del 7 ottobre e il conseguente continuo bombardamento dei civili di Gaza, molti hanno chiesto le dimissioni del Primo Ministro Netanyahu, con sondaggi che suggeriscono che più del 75% degli israeliani ritiene che dovrebbe dimettersi. I sondaggi indicano anche che il 64% degli israeliani crede che le elezioni dovrebbero tenersi non appena la guerra sarà finita.
Secondo un recente sondaggio di Channel 12, il partito Likud di Netanyahuotterrebbe 27 seggi se si votasse oggi, diventando il partito più grande, con un aumento rispetto ai 24 seggi del sondaggio precedente. Questo incremento riflette un maggiore sostegno a Netanyahu dopo l'accordo di cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Tuttavia, il blocco di Netanyahu, composto da Likud (27 seggi),Shas (9), Otzma Yehudit (8) e United Torah Judaism (7), sarebbe a nove seggi dalla maggioranza, con solo 51 seggi su 120. Il partito dell'ex Premier Naftali Bennett, "Bennett 2026", si piazzerebbe al secondo posto con 22 seggi.
Il sondaggio ha anche rilevato che il 46% del pubblico ritiene che Israele debba tenere elezioni il prima possibile, mentre il 44% afferma che è meglio aspettare fino all'ottobre 2026, quando termina il mandato del governo. Il 57% degli intervistati sostiene che Israele debba istituire una commissione d'inchiesta statale sui fallimenti che hanno portato all'attacco del 7 ottobre 2023.
In un'apparizione sul canale israeliano di destra Channel 14, Netanyahu ha annunciato che si candiderà nuovamente alle elezioni parlamentari del novembre 2026. Quando gli è stato chiesto se si aspetta di vincere, Netanyahu ha risposto: "Sì". I critici di Netanyahu sostengono che il Premier pensi prima e soprattutto ai propri interessi piuttosto che a quelli del Paese (come credo anch'io), accusa che lo ha perseguitato per tutta la durata della guerra. La sua coalizione di governo è dominata da politici di destra la cui partecipazione è necessaria per mantenere il potere, con Netanyahu accusato di assecondare i loro interessi. Se i Ministri di estrema destra, fanatici e messianici, Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir (sanzionati da Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda eNorvegia per incitamento alla violenza contro i palestinesi) non si dimetteranno per questioni legate all'accordo di cessate il fuoco, il governo di Netanyahupotrebbe ancora sopravvivere per diversi mesi. Tuttavia, la pressione per l'istituzione di una commissione d'inchiesta indipendente sui fallimenti della sicurezza del 7 ottobre non accenna a diminuire. Rimangono irrisolte le domande fondamentali su come un attacco di tale portata abbia potuto eludere uno degli apparati di intelligence più avanzati al mondo, questione che continua a sollevare interrogativi non solo in Israele ma nell'intera comunità internazionale.
La rimozione di Hanegbi simboleggia le profonde tensioni all'interno dell'establishment della sicurezza israeliana e riflette la determinazione di Netanyahu di mantenere il controllo sulla strategia politica e militare mentre si avvicina a un periodo elettorale potenzialmente cruciale per il suo futuro politico.
Netanyahu, il Primo Ministro israeliano con il mandato più lungo nella storia del Paese e sul quale pende dal novembre 2024 un mandato di cattura della Corte Penale Internazionale per crimini di guerra e crimini contro l'umanità, ha affermato che si candiderà nuovamente alle elezioni programmate per novembre 2026. Il premier israeliano, considerato criminale di guerra da decine di Paesi e oggetto di condanne da parte di numerose organizzazioni internazionali per i diritti umani, è diventato una delle figure più controverse e invise dell'arena politica mondiale per la condotta della guerra a Gaza, che ha causato oltre 67.000 vittime palestinesi. Le elezioni potrebbero tuttavia svolgersi molto prima di quanto previsto se la sua coalizione crollasse sotto la pressione della politica post-cessate il fuoco.
Di Eugenio Cardi
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