03 Ottobre 2022
Man mano che il panico verso l'epidemia passa, e il Covid-19 diventa sempre più simile a una normale influenza, le persone hanno sempre meno bisogno di vaccini. Eppure, le dosi prodotte sono miliardi, tutte pagate a caro prezzo dalle aziende farmaceutiche, e una buona porzione di queste verranno buttati via. Analizziamo i dati sugli sprechi da parte dei vari paesi occidentali e capiamo quanto abbiano inciso sulle tasche dei cittadini.
La rivista Airfinity ha stimato che, per varie ragioni, a giugno 2021 erano state sprecate circa il 10% delle dosi, per un totale di circa 1 miliardo di dosi finite in discarica in giro per il mondo. Le ragioni erano svariate: incidevano, chiaramente, la disorganizzazione, la mancanza di attrezzi per conservarle a una temperatura adeguata, e così via. Tenendo a mente il dato offerto dalla fondazione Openpolis, ossia che il prezzo di una singola dose di vaccino si aggiri intorno ai 1,79 e 4,21 euro, si tratterebbe già di uno spreco catastrofico. Tuttavia, i dati di oggi sono probabilmente molto peggiori. A giugno 2021, una larga fetta di popolazione doveva ancora vaccinarsi: oggi, invece, la stragrande maggioranza della popolazione ha fatto dalle due alle tre dosi. Dunque, le dosi inutilizzate stanno scadendo in massa. Vediamo i dati nei paesi europei:
A febbraio, si parlava, secondo l'analisi di The Alliance, di 55 milioni di vaccini da buttare via in Europa e in altri paesi occidentali. In realtà, i dati sono ormai enormemente superiori, persino raddoppiati da allora, man mano che il problema degli sprechi si aggrava.
La Francia, come denunciato da Florian Philippot del Fronte Nazionale, si appresta a buttare via 30 milioni di dosi, con una spesa di 522 milioni.
L'Italia, secondo i dati del Consiglio Superiore di Sanità, ha circa 50 milioni di dosi inutilizzabili e dunque da buttare, per uno spreco economico calcolato intorno a 400 milioni. Non è chiara la discrepanza con i dati francesi: forse riguarda le differenze di prezzo tra i singoli vaccini, oppure una metodologia diversa nelle stime.
La Germania ha buttato, lo scorso mese, 3,5 milioni di dosi; non è chiaro quale sia il dato storico, anche se probabilmente è migliore di quello di Francia e Italia.
L'Inghilterra ha buttato circa 4,5 milioni di dosi, ma questo secondo una indagine di Ottobre, che stimava gli sprechi al 4%. Le stime degli esperti sostengono che i vaccini scaduti siano circa il 20%, ossia ben 22,5 milioni di dosi.
Gli USA hanno dovuto mandare in discarica 80 milioni di dosi, dato record che tuttavia, in proporzione, è migliore del nostro.
Il Canada presenta circa 13,5 milioni di dosi ormai destinate alla rottamazione.
A questi dati, già catastrofici, si aggiunge il fatto che non vengano conteggiati gli sprechi delle donazioni: vale a dire, spesso i paesi ricchi inviando dosi di vaccino in Africa o altre zone del mondo, in cui tuttavia non ci sono molte strutture adatte a conservarli. Ergo, anche qui gli sprechi sono innumerevoli.
400 milioni, la stima fornita dall'Italia, costituisce già una manovra finanziaria dal discreto impatto: denaro che avrebbe potuto essere utilizzato per risanare i conti pubblici, o per investimenti in grado di rivitalizzare il paese. Invece, ulteriore peso che si aggiunge al nostro debito pubblico; tutto ciò, per scelte forse più dettate dall'emotività che dalla previsione razionale.
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