20 Settembre 2025
Mediobanca logo, fonte: Wikipedia
"Se è caduto l’Impero romano, perché non dovrebbe cadere Mediobanca?": questa frase l’ho pronunciata il 12 marzo 1994, da presidente onorario, in un consiglio che discuteva la difesa dell’istituto dalle pressioni politiche.
L’avevo già capito allora: la forza di Mediobanca non era eterna. Il “salotto buono” può resistere a lungo, ma non per sempre.
Dopo la privatizzazione del 1988 avevamo scampato un primo pericolo, quando l’Iri di Romano Prodi tentò di mettere le mani sulla banca. Ma le minacce non erano finite. Lo dissi per ammonire i soci: nessuna istituzione è intoccabile.
Oggi, di fronte alla scalata del Monte dei Paschi e al dissenso di soci storici come Delfin e Caltagirone, le mie parole risuonano attuali. La battaglia si gioca non solo sul mercato, ma anche nelle assemblee e davanti alle autorità di vigilanza.
La Bce e la Consob dovranno decidere se e come autorizzare l’offerta. So che molti difenderanno Piazzetta Cuccia, ma altri potrebbero consegnare le loro azioni.
Il rischio è che il baricentro del potere si sposti, lasciando Mediobanca più esposta e vulnerabile. La lezione è la stessa di allora: il potere si deve meritare ogni giorno. Il “salotto buono” non può vivere di rendita.
Di Enrico Cuccia
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