28 Febbraio 2023
Il Ceo Lovaglio
Sta per cominciare una nuova partita del risiko bancario? Come anticipato da Il Giornale d'Italia e rilanciato oggi dall'agenzia Reuters, sembrerebbe proprio di sì. Stando ad alcune fonti citate dall'agenzia di stampa il Tesoro, azionista del Montepaschi con il 64,2%, sta studiando una potenziale aggregazione tra l’istituto senese, e Banco Bpm come opzione per riportare in mani private il gruppo guidato da Luigi Lovaglio.
Due le opzioni sul tavolo del Mef: la prima un’aggregazione con Piazza Meda, in alternativa con Unicredit, con cui Via XX Settembre aveva già provato un’aggregazione nel secondo semestre del 2021, trattative che avevano portato a un nulla di fatto.
L’uscita del Tesoro dal capitale di Rocca Salimbeni, si legge su MF, è conseguente agli accordi presi con la Dg Comp nel 2017 a seguito della ricapitalizzazione precauzionale del gruppo toscano. Un’uscita per cui non è stata fissata una timeline, ma soltanto il limite temporale del 2024, scelta fatta per dare maggiore potere contrattuale all’azionista pubblico con la potenziale controparte.
Sarebbe stato proprio il fallimento dell'accordo con l’istituto guidato da Andrea Orcel a rendere diffidente chi nel nuovo governo a guida Giorgia Meloni sta lavorando al dossier. E così, secondo le fonti, agli occhi del Governo è proprio Banco Bpm la possibile alternativa, al punto tale che al Tesoro avrebbero già iniziato a studiare la fattibilità dell'operazione.
Si ricordi, inoltre, che banca senese ha appena rafforzato i ratio con un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro messo a segno a inizio novembre 2022 e ha poi registrato un miglioramento dell’andamento del business con il rialzo dei tassi - lo scorso anno, al netto dei 925 milioni spesi per finanziare il maxi-esodo dei 3500 dipendenti, si sarebbe chiuso con un utile di 720 milioni.
L'amministratore delegato di Banco Bpm Giuseppe Castagna ha sottolineato più volte come il dossier Mps non è sul tavolo, aggiungendo che, peraltro, l'istituto senese è troppo grande per Piazza Meda. La posizione viene ribadita anche a fronte delle nuove indiscrezioni. "Non siamo intenzionati a perseguire l’aggregazione”, ha spiegato in una nota il presidente del Banco Massimo Tononi che oggi presiederà il cda del gruppo che dovrà licenziare la lista del consiglio del board uscente per il rinnovo degli organi sociali a fine aprile. Mentre da Via XX Settembre e da Unicredit non hanno commentato.
Una possibile way-out, che sempre secondo la Reuters è sul tavolo del neo direttore generale del Mef Riccardo Barbieri Hermitte, è il collocamento sul mercato di parte del 64% per avviare la privatizzazione. In borsa, dove gli investitori hanno premuto il tasto delle vendite dopo l’uscita dal capitale di Axa, secondo socio della banca toscana, il titolo a poco dalla chiusura rimane in forte rosso, lasciando sul terreno il 7,92% a 2,527 euro.
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