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Istat, a ottobre 2025 l'inflazione cala all'1,2% su base annua, il carrello della spesa aumenta a +2,3% sullo stesso mese del 2024

L'inflazione a ottobre cala improvvisamente a causa di un rallentamento dell'aumento dei prezzi dei beni alimentari e soprattutto di un calo importante del costo dell'energia

31 Ottobre 2025

Istat, a ottobre l'inflazione cala all'1,2% su base annua, -0,3% su settembre, giù il carrello della spesa +2,3% dal +3,1% del mese scorso

Fonte: imagoeconomica

I dati preliminari dell'Istat sull'inflazione di ottobre mostrano un rallentamento sensibile dei prezzi al consumo in Italia rispetto a settembre. Il calo è dello 0,3% e il dato si porta all'1,2%, il più basso dalla fine del 2024. Una diminuzione improvvisa dovuta soprattutto al calo dei prezzi dei beni energetici e al rallentamento degli aumenti degli alimentari non lavorati, che hanno portato il carrello della spesa a +2,3% da +3,1%.

Istat, a ottobre 2025 l'inflazione cala all'1,2% su base annua, giù il carrello della spesa, +2,3% dal +3,1% del mese scorso

Altro calo dell'inflazione in Italia, questa volta molto marcato. Dall'1,6% di settembre si passa all'1,2% di ottobre secondo le stime preliminari dell'Istat. Il dato è influenzato soprattutto da due fattori: i beni energetici regolamentati, che vanno addirittura in deflazione a -0,8% sul 2024, e gli alimentari non lavorati, che rientrano a +1,9% dal +4,8% del mese scorso.

Si attenua quindi molto la crescita dei prezzi dei beni, che si ferma al +0,2%, mentre aumenta quella dei servizi, che si porta al 2,6%. Aumenta quindi la distanza tra le inflazioni dei due segmenti, che arriva al 2%. Per il 2025 l'inflazione acquisita rimane comunque all'1,6% per l'indice generale.

Effetto molto positivo sul carrello della spesa: il paniere dei beni più comunemente acquistati dagli italiani rallenta nella sua crescita di prezzo, passando da +3,1% a +2,3%. Un dato più allineato con quello della crescita dei salari, che potrebbe aiutare il potere d'acquisto degli italiani.

L'1,2% di inflazione potrebbe però rappresentare anche un dato parzialmente negativo. L'Italia sembra allontanarsi dall'obiettivo del 2%, che indica un'economia in crescita. Il dato si allineerebbe con quello del PIL, fermo da sei mesi. In realtà, però, su questo fronte è confortante l'inflazione di fondo, che rimane invariata esattamente al 2,0%, la cifra che gli economisti individuano come indice di un'economia in salute.

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